Castellammare, l'ospedale San Leonardo scoppia: il pronto soccorso è in tilt

Castellammare, l'ospedale San Leonardo scoppia: il pronto soccorso è in tilt
di Fiorangela d'Amora
Giovedì 17 Giugno 2021, 10:50 - Ultimo agg. 24 Marzo, 05:46
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«Come entrare in un girone dantesco, mio padre su una lettiga dell'ambulanza per 12 ore». Angelo racconta così il ricovero del padre 72enne al Pronto Soccorso del San Leonardo. Papà Aldo è arrivato martedì alle 22 in un'ambulanza senza medico a bordo, per una fibrillazione cardiaca, e quando dal reparto di primo intervento hanno detto di non avere letti né barelle il 72enne è stato costretto a rimanere sulla lettiga che lo aveva prelevato a casa. «Siamo stati fortunati perché anche senza letto mio padre è arrivato nello stanzone dei codici gialli e rossi racconta Angelo ma è rimasto a terra fino al mattino». Il lettino infatti è stato abbassato per permettere ai medici di collegare i macchinari, e dopo una notte da inferno, con decine di persone sistemate nei corridoi e in stanze senza areazione, l'indomani non arrivano buone notizie per Aldo che non può fare la Tac necessaria perché non ci sono barelle per trasportarlo nella radiologia. Così la moglie del 72enne si dirige in direzione sanitaria, chiedendo un trattamento più decoroso. Solo dopo alcune ore l'uomo è risucito ad eseguire l'esame necessario. «A chi parla di eccellenze nella sanità campana consiglio di venire nel pronto soccorso del San Leonardo spiega Angelo non si può lavorare in quelle condizioni. Medici e infermieri fanno quello che possono e siamo grati a loro, ma la nostra rabbia è per un sistema che infernale. Ho incrociato persone che erano in pronto soccorso da giorni, chi in attesa di ricovero chi costretto a fare le terapie seduto su una sedia. Eppure devo dire che mio padre è stato salvato proprio al pronto soccorso stabiese nell'aprile scorso quando ebbe un'emorragia interna e i medici furono efficientissimi nel trattarlo. Ora che siamo tornati ci è sembrato un altro ospedale».

Le difficoltà del San Leonardo non sono purtroppo una novità, da quando il percorso pulito è tornato a pieno regime gli accessi sono triplicati e con essi anche le difficoltà di gestire i pazienti. Nei giorni scorsi al piano terra mancavano anche le barelle per ricoverare i pazienti che restavano bloccati su delle comuni sedie in attesa di una sistemazione migliore. Ogni stanza ma anche corridoio o spazio viene occupato da malati in attesa di un ricovero. Una condizione esplosiva almeno fino a ieri, quando finalmente ha riaperto il pronto soccorso dell'ospedale Maresca che si spera possa dare ossigeno a quello del San Leonardo. «Abbiamo un iper afflusso da tempo spiega il direttore sanitario del San Leonardo Giuseppe Lomabardi oltre 130 accessi al giorno sono difficili da gestire ma nonostante tutto riusciamo a ricoverare e trasferire. Facciamo del nostro meglio e la riapertura del pronto soccorso del Maresca spero possa normalizzare il nostro lavoro tra Castellammare e Sorrento.

La direzione sanitaria aziendale sta rimettendo in moto la rete ospedaliera per i percorsi puliti e speriamo in poco tempo di ritornare a una gestione ordinaria».

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Il San Leonardo era rimasto assieme al nosocomio della penisola sorrentina l'unico presidio di emergenza. Con la chiusura di Boscotrecase diventato Covid hospital e di Torre del Greco anch'esso isolato per la pandemia, Castellammare era diventato l'unico punto di riferimento dell'Asl Napoli3 Sud ad eccezione di Nola. Un ospedale che vive continue emergenze ma che riesce anche a ritagliarsi fette di buona sanità. L'ultima con l'espianto multiorgano portato a termine proprio al San Leonardo dall'equipe della Rianimazione con la collaborazione degli altri reparti. Il cuore di una donna di 30 anni morta tragicamente è volato in Veneto, fegato e reni sono rimasti in Campania donando speranza ad altre persone. La buona sanità però non cancella l'inferno che si vive nel pronto soccorso stabiese messo in ginocchio dai troppi accessi e dalla carenza di personale.

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