Cenoni, boom di disdette nei ristoranti di Napoli: «Cin cin per pochi clienti»

Cenoni, boom di disdette nei ristoranti di Napoli: «Cin cin per pochi clienti»
di Antonio Menna
Giovedì 30 Dicembre 2021, 09:08 - Ultimo agg. 17:09
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Pioggia di disdette per il cenone di domani, salta l'ultimo dell'anno nei ristoranti napoletani. Cancellate oltre il 70% delle prenotazioni nei locali che avevano deciso di organizzare, nonostante le restrizioni e l'emergenza sanitaria, nel rispetto dei rigorosi protocolli anti-Covid, le tradizionali cene di benvenuto al nuovo anno. Domani sera resteranno spente le luci della città, ed è il secondo anno consecutivo. Uno a uno, stanno cadendo, come caselle di un domino, dopo gli eventi e i brindisi, anche i cenoni. Tra positivi al Covid, quarantene di tracciamento e panico da virus, domani sera, nei ristoranti non siederà quasi nessuno.

«Avevamo ottanta prenotati per la cena del 31 dice Antonio Viola, titolare del ristorante Mammina, in via Partenope -; nelle ultime 48 ore sono arrivate circa quaranta disdette. E continuano a telefonare per cancellare. Siamo sfiduciati, poiché si tratta di gruppi familiari, di amici, è chiaro se viene meno uno, vengono meno anche gli altri. Sono clienti risultati positivi al Covid, magari per un tampone di controllo e ovviamente sono in isolamento con tutti i familiari. E altri che finiscono in quarantena perché contatti. È una strage. A questo punto, il cenone salta. Non vale il costo, fare un evento, sostenere la spesa, pagare il personale per una sala semivuota. Stiamo ragionando se restare comunque aperti per una piccola spicciolata. In fondo siamo anche noi un servizio pubblico, la ristorazione va garantita anche al cliente che arriva all'ultimo momento. Come avviene in tutte le grandi città europee».

«Anche noi abbiamo dovuto annullare il nostro tradizionale evento», dicono sconsolati da Il Pozzo e il pendolo, la sala di piazza San Domenico maggiore, dove era già organizzata da tre settimane una classica Cena con delitto. «Eravamo contenti di poter riprendere, dopo l'interruzione dello scorso anno.

E nulla lasciava presagire nelle settimane scorse che potesse finire così. Ma obiettivamente non ci sono proprio le condizioni minime di sicurezza. La gente ha paura, non viene, o perché non può in quanto in isolamento o perché ha timore personale. Abbiamo dovuto annullare l'evento e disdire tutto. Speriamo di avere tempi migliori».

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Fioccano le disdette anche nei Campi flegrei, meta tradizionale per i riti culinari delle feste. «Abbiamo dovuto cancellare ogni cosa dicono dal ristorante la Tripergola, in via Miliscola Sono arrivate disdette, una dopo l'altra, per almeno la metà dei prenotati. Ci sono persone positive, persone in isolamento volontario dopo i contatti, gente che vuole fare un tampone ma non ci riesce. C'è molta paura. E da parte nostra, il timore di altri annullamenti ci ha portati a chiamare tutti i nostri clienti e a comunicare la notizia. Il cenone non ci sarà. Quest'anno niente festa». Stesso approdo per decine di ristoranti storici di Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida, dove la cena tradizione dell'ultimo dell'anno era da tutto esaurito e faceva quadrare un bel po' i bilanci.

«È una situazione drammatica dice Vincenzo Schiavo, presidente regionale e vicepresidente nazionale della Confesercenti -. La settimana scorsa eravamo già al 40% delle disdette. In queste ultime ore siamo oltre il 70. E va considerato che molti avevano già deciso di non organizzare eventi, avendo timore di non riuscire a gestire le restrizioni. Il danno è enorme per il settore della ristorazione. Tutti corrono a farsi i tamponi, c'è un panico diffuso. L'annullamento degli eventi esterni è comprensibile ma dentro i locali c'erano le condizioni per cenare in sicurezza. Purtroppo è scattata una sorta di psicosi di massa, con una corsa al tampone, a cui si aggiungono anche dei problemi con le quarantene. Non si possono tenere in isolamento persone per sette giorni, magari vaccinate con tripla dose, solo perché entrate in contatto con un positivo. Persone che poi risultano per lo più negative. Sostanzialmente così isoliamo anche i negativi. Questo determina grossi problemi anche alle aziende».

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