Chiaia, a Napoli la rivolta anti-aumenti: in vetrina le bollette record

Chiaia, a Napoli la rivolta anti-aumenti: in vetrina le bollette record
di Gennaro Di Biase
Giovedì 1 Settembre 2022, 08:47 - Ultimo agg. 2 Settembre, 17:29
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La bolletta in vetrina. È la nuova forma di protesta lanciata ieri da Confcommercio Napoli. Negozi al dettaglio, ristoranti o bar, non fa differenza: gli imprenditori messi in ginocchio dal caro energia appartengono a tutte le categorie. La protesta dell'imposta affissa sulla soglia dei negozi è partita ieri mattina da Chiaia, e si è estesa anche al lungomare e al centro storico. A lanciarla è stata Carla Della Corte, presidente di Confcommercio Napoli: «Ci auguriamo - spiega - che nelle prossime ore possano aderire all'iniziativa un gran numero di attività. Servono interventi veloci, oppure la situazione degenererà».

Tasse in bella mostra, in modo tale che passanti e clienti vedano con i propri occhi le cifre della crisi da caro bollette. Questa l'idea arrivata ieri, nel corso del consiglio direttivo di Confcommercio Napoli (in mattinata, invece, Confcommercio nazionale aveva simbolicamente fatto spegnere le luci delle attività dalle 12 alle 12.15). «Chiediamo da tempo al governo di dare ristori anche alle aziende non energivore - aggiunge Della Corte, dell'omonima gioielleria in via Poerio - La mia bolletta bimestrale, per esempio, è passata da 190 a 550 euro rispetto all'anno scorso. E si prevedono aumenti ulteriori del 20% ogni mese. Le prossime fatture risulteranno quasi quadruplicate. Il credito di imposta va alzato al 50% ed esteso a tutte le categorie commerciali. Ecco perché abbiamo progettato la campagna di sensibilizzazione della bolletta in vetrina». Carovita, caro energia, boom dei prezzi delle materie prime. Le tensioni sociali sono dietro l'angolo, come il fallimento di migliaia di imprese a Napoli e la scomparsa di altrettanti posti di lavoro: «Tanti panettieri - conclude Della Corte - Visto anche l'aumento del costo della farina, stanno minacciando la chiusura per due o quattro giorni la settimana prossima in Campania. Se non arrivano contromisure efficaci e repentine, arriveranno le proteste di piazza. L'iniziativa della bolletta in vetrina vuole essere una forma di sensibilizzazione per condividere con i clienti le nostre enormi criticità. Chiediamo anche a Regione e Camera di Commercio di mettere in campo le risorse a disposizione per fronteggiare un'emergenza drammatica di questo livello».



Roberta Mango, titolare della boutique di gioielli in argento Giovanni Raspini in via Filangieri, a luglio ha pagato «297 euro, ma ad agosto 641 euro - racconta - Parliamo solo delle spese di elettricità in un negozio di piccole dimensioni. I consumi dell'attività sono rimasti identici». Bolletta esposta anche per Annarita Miale, sempre in via Poerio. Passando alla ristorazione, le cose non migliorano di certo: «La bolletta di luglio è salita da 899 a 1300 euro - racconta Paolo Surace, titolare di Mattozzi in piazza Carità - I miei consumi, però, sono calati. In tanti fra i miei colleghi sono caduti nel tranello dei contratti. Io mi ritengo tra i meno sfortunati, in questo momento, anche se 400 euro di spese vive in più al mese, aggiunte al caro prezzi delle materie prime, mi mette davanti a una scelta: aumentare i prezzi per i clienti oppure rinunciare a un dipendente. L'aumento riguarda anche farina e pomodoro: solo per queste materie prime spendo 200 euro in più al mese». Lo scontrino della margherita con le tasse (ideato da Gorizia al Vomero nei giorni scorsi); l'allarme chiusura che ha colpito in città anche la grande distribuzione (con due market sul punto di cedere, come riportato ieri su queste pagine): il peggio, al momento, non è affatto alle spalle: tanti negozianti che finora hanno avuto contratti a tariffa bloccata riceveranno presto la prima stangata.

C'è anche chi si dissocia e punta sul dialogo. «Non è il momento delle proteste a effetto - commenta Antonino Della Notte, presidente nazionale di Aicast - Siamo preoccupati che la rabbia dei commercianti consapevoli di non poter sostenere queste spese possa sfociare in iniziative violente. I rincari dei costi dell'energia, che in alcuni casi arrivano al 400%, hanno reso insostenibili le spese per le attività. Sono fondamentali gli interventi che il governo sta immaginando di mettere in atto, con un sostegno reale e poderoso alle imprese. Abbiamo scritto a Draghi chiedendogli di fare presto. Non c'è più tempo, tutto deve avvenire entro settembre, o sarà una macelleria sociale. Puntiamo a un'interlocuzione con le istituzioni e plaudiamo all'iniziativa della Camera di Commercio di realizzare bandi per dare un contributo alle spese e abbattere i tassi di interesse sui prestiti da richiedere alle banche. Continueremo a essere vicini ai nostri dipendenti, non faremo licenziamenti, ma sappiamo che l'ondata di rincari è ormai insostenibile».
 

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