CIMITILE - Picchiata, venduta, minacciata e persino inseguita. Si era trasformata in un inferno la già difficile vita di una ventiquattrenne ucraina, arrivata in Italia in cerca di fortuna e presto finita sulla strada a vendere il suo corpo. La donna si è però ribellata ai suoi aguzzini, facendo arrestare il ventisettenne albanese Adriano Doda, il suo protettore, rimpatriato ieri a Fiumicino dopo la fuga in Romania.
La ventiquattrenne da tempo si prostituiva a Boscofangone, degradato lembo dell’area nolana in cui capita spesso di incrociare i volti senza espressione di giovanissime ragazze africane e dell’Est. Giunta nel Nolano per “battere”, quando il suo primo lenone era stato arrestato è stata venduta come merce a Doda. Un destino segnato, per lei, fatto di botte e minacce. Un destino che però ha voluto cambiare decidendo coraggiosamente di denunciare.
A raccogliere il suo racconto sono stati i carabinieri della stazione di Cimitile, guidati dal luogotenente Franco Di Gioia, che hanno ascoltato la tremenda storia della 24enne avviando le indagini. La donna, nei mesi successivi alla denuncia, è stata messa sotto protezione dai carabinieri perché costantemente intimidita e in un caso persino inseguita da banditi armati intenzionati a farle ritirare la denuncia. Tentativo inutile, perché la coraggiosa ragazza ucraina è rimasta ferma sulla sua decisione consentendo ai militari di individuare Doda, scappato nel frattempo in Romania. L’uomo ieri è stato consegnato dalla polizia rumena alle autorità italiane. Per lui si sono spalancate le porte del carcere di Rebibbia. Per Alina le ali della libertà.
Cimitile, prostituta venduta come merce fa arrestare il suo aguzzino
di Nello Lauro
Mercoledì 4 Gennaio 2017, 21:34
- Ultimo agg.
5 Gennaio, 00:19
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