Ex Cirio di Castellammare, resa dei conti sul piano casa

Ex Cirio di Castellammare, resa dei conti sul piano casa
di Fiorangela d'Amora
Martedì 30 Luglio 2019, 12:00
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Case nell'ex area Cirio, la discussione arriva in consiglio comunale. Questo pomeriggio alle 14,30 è convocata l'assise cittadina che all'ordine del giorno ha anche la mozione relativa al «Rilascio del permesso a costruire sull'area Cirio, nell'ambito del piano casa». Una vicenda sulla quale sta indagando anche la magistratura che nel marzo scorso ha chiesto la proroga di indagini per 17 persone, nell'ambito dell'inchiesta Olimpo in cui sono coinvolti parlamentari e politici di Forza Italia e Pd.
 
È quanto stanno cercando di appurare i magistrati della Procura di Torre Annunziata che, dopo l'arresto dell'imprenditore Adolfo Greco (5 dicembre 2018) come parte di un'organizzazione criminale operante nell'area stabiese e dei monti Lattari, hanno avviato un altro filone di indagine che punta a chiarire influenze e possibili tangenti che abbiano portato alla riconversione urbanistica dell'area Cirio.

L'ex fabbrica si trova all'inizio al lungomare De Gasperi, lo stesso tratto di costa che nel 2010 l'allora sindaco Salvatore Vozza provò a cambiare in un consiglio comunale aperto. In quella occasione, a pochi mesi dalle nuove elezioni, si chiedeva ad imprenditori e cittadini di liberare l'accesso al mare e delocalizzare case ed edifici. La decisione non è mai arrivata, quello fu uno degli ultimi consigli comunali di Vozza che perse in aula parte della sua maggioranza, salvo poi ritrovarla nelle liste del candidato di centrodestra Luigi Bobbio, che fu eletto sindaco.

In nove anni, si sono poi succeduti quattro sindaci, e in via De Gasperi non si è mossa più una foglia. Solo per l'area Cirio è arrivato il permesso a costruire, finora inutilizzato, che prevede la realizzazione di 330 appartamenti. La decisione però non fu del consiglio comunale ma del commissario ad acta nominato dalla provincia di Napoli, Maurizio Biondi, e poi del commissario prefettizio. Esattamente la vicenda inizia il 7 agosto 2014 con la nomina di Biondi per valutare la pratica e termina, dopo la convenzione urbanistica tra Comune e Polgre Europa, il 13 aprile 2016 quando il commissario ad acta rilascia il permesso a costruire.

Un permesso ancora valido? Dopo l'arresto dell'imprenditore titolare della Polgre Europa (Adolfo Greco), proprietaria dell'area, che posizione prende il consiglio comunale? È quanto chiedono nella mozione le opposizioni. Il documento preparato lo scorso marzo dal consigliere di Leu Tonino Scala ha visto l'adesione di tutte le minoranze e dopo vari rinvii arriva oggi in consiglio comunale. «La revoca di questo permesso è un atto dovuto - afferma Scala - la città deve schierarsi. Il permesso, sebbene scaduto, va revocato per evitare lo stesso iter con il quale è stato ottenuto». Nella mozione si chiedono i «chiarimenti sulle ragioni che resero possibile la nomina del commissario ad acta».

Intanto già ci sono polemiche per un consiglio che oltre ai permessi per la Cirio avrebbe dovuto aprire alla discussione sulla sicurezza dopo un documento approvato dalla conferenza dei capigruppo. «Dopo 20 giorni c'era la convocazione obbligatoria - afferma Andrea DI Martino di Stabia L@B - invece la sicurezza è scomparsa dall'ordine del giorno». Approvata invece ieri pomeriggio dalla giunta la nuova ztl che prevede la chiusura al traffico anche in settimana e per tutto il mese di agosto fino al 15 settembre dell'area adiacente la villa comunale, in Corso Garibaldi tra via del Marinaio e Piazza Umberto.
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