Coronavirus, è allarme in Campania: mancano i reparti per isolare i pazienti infettivi

Coronavirus, è allarme in Campania: mancano i reparti per isolare i pazienti infettivi
di Ettore Mautone
Lunedì 24 Febbraio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 10:38
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Anche in Campania si ci prepara a fronteggiare l'arrivo dei primi casi di infezione da Coronavirus. Sebbene siano sinora risultati tutti negativi i test su casi sospetti effettuati al Cotugno (una quarantina dagli inizi di febbraio) le notizie che giungono dal Nord Italia fanno presumere che è solo questione di tempo. Indicazioni operative, regole di ingaggio, modalità di intervento del personale, ruolo e funzione dei medici e pediatri di famiglia, i percorsi, i trasporti dei casi sospetti e conclamati, le strutture di ricovero, quando effettuare i test diagnostici e quando no, tempi e modi di eventuali quarantene da disporre a domicilio. Sono questi i nodi affrontati ieri nella prima riunione preliminare convocata dalla Asl Napoli 1 con i direttori sanitari dei presidi ospedalieri e i responsabili dei dipartimenti di prevenzione e del 118 che ha assunto come bussola le linee guida diramate nelle ultime ore dal ministero della Salute.

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L'impressione è che ci siano ancora molti aspetti da mettere a fuoco. In molti ospedali mancano le mascherine e i materiali di protezione individuale. La maggior parte degli ospedali sono inoltre fortemente affollati per le patologie ordinarie. Una delle incognite riguarda i casi che richiederanno assistenza rianimativa. Il reparto del Cotugno ha posti letto e risorse umane limitate e deve badare a meningiti e altri casi contagiosi gravi mentre altri grandi ospedali come il Cardarelli non hanno la possibilità di accogliere pazienti infettivi e contagiosi. Si dovrà ipotizzare una soluzione.

Una serie di ipotesi e indicazioni operative sono state definite: oggi alle 13 saranno riformulate dal centro epidemiologico regionale guidato da Angelo Argenzio. Al tavolo sono convocati tutti i manager di Asl e ospedali oltre che il responsabile del 118 e la Protezione civile. Il Piano regionale sul Coronavirus sarà poi ratificato alle 15 dal governatore Vincenzo De Luca che si riserva alcune decisioni finali rispetto alle opzioni tecniche prospettate.
 

 

Uno dei principali nodi riguarda le modalità di intervento dei medici e pediatri di famiglia che vengano a conoscenza di un caso sospetto. In linea di massima devono raccogliere informazioni anagrafiche, sconsigliare di soggiornare in sala dattesa nello studio e in alternativa programmare la visita in ambiente dedicato protetto sia presso lo studio sia in visita domiciliare. In ogni caso dovranno dotarsi di mascherine, guanti, occhialini e camici monouso), disinfettare le superfici con ipoclorito di sodio e smaltire i rifiuti come materiale infetto oltre che adottare sistematicamente e rigorosamente le precauzioni standard. La richiesta dei camici bianchi è invece di intervenire con un triage telefonico o in alternativa con un pool dedicato e formato da medici e guardie mediche, che si connetta con i medici di famiglia. Il paziente sintomatico, positivo ai parametri di rischio, va segnalato al 118 e ai centri per le malattie infettive per predisporre quarantena domiciliare e test. Scatteranno l'isolamento domiciliare e la riduzione dei contatti, l'uso di mascherina, guanti e protezione dei conviventi, lavaggio frequente delle mani, areazione degli ambienti la la disincentivazione al ricorso autonomo ai Servizi sanitari. Analogamente un paziente a rischio con sintomi sfumati che abbia avuto contatti stretti ma negativo al test va monitorato e assistito attivamente a domicilio o via telefono in attesa della possibile evoluzione. Il soggetto positivo al test e asintomatico va messo in quarantena domiciliare con sorveglianza attiva per 14 giorni. In caso di paziente sintomatico (febbre oltre 37,5 gradi, mal di gola, rinorrea, difficoltà respiratoria e sintomatologia simil-influenzale o polmonite) si deve predisporre un prelievo di tampone faringeo per il test e, a seconda della situazione clinica, predisporre l'ospedalizzazione che avverrà tramite il personale del 118. Il servizio del numero unico regionale sarà per questo potenziato. Il mezzo utilizzato per il trasporto ogni volta sarà adeguatamente sanificato.
 

Molti medici dei pronto soccorso chiedono invece che la linea telefonica regionale diventi il centro di controllo e monitoraggio dei pazienti, ambulanze ad uso esclusivo dedicate in ogni Asl, protocolli operativi per le centrali del 118, in tutti i pronto soccorso obbligo di mascherine chirurgiche per tutti i familiari e personale che entri in ospedale, triage differenziato per tutti i pazienti con febbre e sintomi respiratori e mascherine di protezione, ambienti riservati, tampone ai sospetti e isolamento in locali dedicati, un reparto isolato in ogni ospedale, mezzi di trasporto per le dimissioni domiciliari di pazienti positivi ma non gravi. Quel che è certo è che i confermati al Covid-19 e in gravi condizioni devono essere ospedalizzati in stanze di isolamento singole con bagno dedicato e, possibilmente, anticamera. Qualora ciò non sia possibile serve una stanza singola con bagno dedicato e il trasferimento, appena possibile, al Cotugno. Tutte le procedure che possono generare aerosol dovrebbero essere effettuate in una stanza d'isolamento con pressione negative ma in Campania ci sono solo le due unità del Cotugno per cui si opterà per posti letto in isolamento (200 al Cotugno e altrettanti nei reparti di malattie infettive perificerici. Non sono consentite visite al paziente con Covid-19.

Da considerare anche le necessità di personale i costi e le risorse da impiegare considerando che i dispositivi individuali di protezione arrivano a essere da 15 a 24 per caso conclamato al giorno.
In letteratura diverse evidenze hanno dimostrato che i Coronavirus possono persistere sulle superfici inanimate in condizioni ottimali di umidità e temperature fino a 9 giorni. Un ruolo delle superfici contaminate nella trasmissione intraospedaliera di infezioni dovute ai suddetti virus è pertanto ritenuto possibile, anche se non dimostrato. La buona notizia è che i suddetti virus sono efficacemente inattivati da adeguate procedure di santificazione. 

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