Coronavirus a Napoli, nuove regole a Palazzo San Giacomo: tutti al lavoro con le mascherine

Coronavirus a Napoli, nuove regole a Palazzo San Giacomo: tutti al lavoro con le mascherine
di Luigi Roano
Martedì 3 Marzo 2020, 07:30 - Ultimo agg. 12:36
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Anche a Palazzo San Giacomo - e in tutte le sedi comunali - arrivano mascherine, guanti, dispenser e tutto il materiale volto «al contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica derivante dal Covid-19». Non ci sarà da sorprendersi se in alcuni uffici, specialmente quelli dove c'è l'accesso dei cittadini, si verrà accolti da comunali con guanti e appunto mascherina. La direttiva è stata inviata - oltre ai responsabili degli uffici anche alla giunta e al sindaco Luigi de Magistris - dal direttore generale Attilio Auricchio il 29 febbraio. Misure preventive, ma obbligatorie. Nella sostanza, la linea del Comune «è calma e nervi saldi» non a caso le scuole hanno riaperto, tuttavia serpeggia anche nei siti municipali non poca paura del contagio. Che paralizzerebbe la macchina comunale e di conseguenza tutta la città. Atteso che la pianta organica è molto asciutta. Tre pagine fitte di notazioni quelle vergate da Auricchio, che rimandano alle misure varate dal Governo dirette alle «pubbliche amministrazioni». Una sorta di disciplinare ai tempi del contagio dove si precisa che «le attività non si devono fermare» ma allo stesso tempo si mettono dei paletti.

La premessa che fa Auricchio nella direttiva è che «in considerazione che sul territorio napoletano» non si registrano «casi di particolare diffusività» l'indicazione è «di continuare ad assicurare la normale apertura degli uffici e le svolgimento delle attività istituzionali». Ma a certe condizioni. «In primo luogo eventuali iniziative ed eventi aggregativi, attività formative o altre forme di riunioni potranno essere svolte privilegiando modalità telematiche o comunque evitando aggregazioni numericamente rilevanti tali da impedire un adeguato distanziamento tra le persone come specificato dall'Istituto superiore di Sanità». Insomma per evitare il famoso droplet che letteralmente significa «gocciolina» e in campo epidemico si riferisce alla saliva nebulizzata. Ma non ci sono certezze sulla distanza da tenere per essere al sicuro dal contagio il minimo sindacale è almeno un metro. Nella sostanza, se per esempio si riuniscono 100 persone per un'assemblea sindacale o si deve fare formazione per i vigili urbani neoassunti ci vorrebbe uno spazio di cento metri quadrati un po' difficile da individuare. Ma ci sono misure più stringenti e che riguardano soprattutto gli uffici aperti al pubblico. In questo caso i dirigenti devono provvedere a organizzare lo scaglionamento degli ingressi.
 


In questo contesto è fatto obbligo a tutti i dipendenti comunali provenienti dalle aree dove il contagio è diffuso, come la Lombardia o chi è stato a contato con persone di quell'area «di comunicarlo al dirigente». Palazzo San Giacomo sta mettendo mano anche al portafoglio - perennemente in bolletta - perché sta procedendo all'acquisto di guanti e mascherine che dovranno essere distribuiti a cura dei dirigenti «esclusivamente a quei dipendenti impegnati in attività e compiti specifici». Vale a dire coloro che sono a stretto contatti con il pubblico. Palazzo San Giacomo si sta adeguando alle normative ministeriali e sta comprando anche «dispenser per sapone disinfettante e antisettico» da utilizzare per lavarsi bene le mani, passaggio molto rimarcato. Di più per asciugarsi le mani esclusivamente utilizzando la carata «usa e getta». Ieri sono partite anche le operazioni di igienizzazioni negli uffici dove il pubblico è più numeroso. Con i dirigenti che come tutti gli altri esercizi hanno l'obbligo di esporre un cartello nel quale si precisa che tipo di igienizzazione è stata effettuata. 

Il sindaco nel suo consueto post del lunedì su fb spiega perché le scuole sono state riaperte: «Secondo i protocolli nazionali e i scientifici, la situazione al momento non è tale da spingerci ad attuare misure più drastiche, questo sia perché fortunatamente allo stato non ci sono casi gravi e sia perché i casi registrati non sono autoctoni ma circoscritti, legati a persone infette provenienti dalle zone rosse».
Il consigliere comunale Nino Simeone - tuttavia - ha chiesto al sindaco di convocare un Consiglio monotematico sulla questione Coronavirus. 

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