Napoli, due morti al Fatebenefratelli e i familiari insorgono: «Vogliamo la verità»

Napoli, due morti al Fatebenefratelli e i familiari insorgono: «Vogliamo la verità»
di Leandro Del Gaudio e Ettore Mautone
Venerdì 23 Ottobre 2020, 10:00
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Muoiono in ospedale, i rispettivi parenti sollevano il caso, lamentando criticità nell'assistenza, si rivolgono in commissariato. Due decessi al Fatebenefratelli, due denunce, due inchieste che in parallelo accendono i riflettori sull'ospedale posillipino. Una struttura no covid, che è comunque alle prese con l'emergenza sanitaria. Due fascicoli in Procura, sequestrate le cartelle cliniche, pm al lavoro. Ma proviamo a capire cosa è accaduto, in relazione alle versioni di parte - formalizzate nelle denunce, ma tenendo anche conto della replica dei vertici in ospedale. 

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Primo caso.

Ieri mattina è deceduta una donna (classe 1938), che aveva accusato problemi di respirazione. Era probabilmente alle prese con emboli polmonari e non era la prima volta che si era rivolta - anche negli ultimi mesi - al Fatebenefratelli. Ma restiamo agli ultimi giorni di vita, secondo quanto emerge dalla denuncia presentata al commissariato guidato dal primo dirigente Ludovica Carpino. In sintesi, lunedì mattina la donna si è recata in ospedale con un'ambulanza privata all'ospedale di via Manzoni. Aveva alcuni decimi di febbre, viene ricoverata in una stanza a parte - non in terapia intensiva - in attesa del tampone, che le viene somministrato appena entrata in ospedale. A questo punto, di fronte alle difficoltà respiratorie, alla febbre e all'età, i parenti attendono un responso a stretto giro, ma le cose - almeno secondo la denuncia - sembrano andare diversamente. Già, perché gli esiti del tampone sono arrivati questa mattina: la donna era negativa al Covid, ma era già deceduta. Inevitabile la domanda che sta alla base della denuncia: di cosa è morta mia madre? E perché tanto tempo per un tampone, di fronte a un caso tanto delicato? Assistiti dall'avvocato Antonio D'Angelo, i parenti chiedono verifiche sulle scelte che hanno spinto ad isolare la donna senza portarla in terapia intensiva. E sono sempre i parenti della signora deceduta a ricordare che in un recente passato - tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre - la donna era stata ricoverata in terapia intensiva e in cardiologia: c'era conoscenza del caso, perché aspettare quattro giorni prima di un tampone, per giunta negativo?

Il secondo caso. Altro decesso al Fatebenefratelli, questa volta si tratta di un 84enne. Da venerdì era in ospedale, raggiunto con mezzi privati, malato di cuore e con un reflusso. In questi giorni, le figlie hanno presidiato l'ospedale senza riuscire ad avere contatti con il genitore, che nel frattempo è in isolamento per evitare eventuali contagi. Anche in questo caso, era negativo al Covid, secondo quanto sostengono le figlie, difese dal penalista Maurizio Zuccaro. È morto ieri, nella denuncia le due donne chiedono di conoscere i motivi e l'orario del decesso. Se ha preso la polmonite - spiegano - è avvenuto in ospedale, vogliamo sapere che è successo. 

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Spiega la direttrice sanitaria Maria Teresa Iannuzzo, ieri alle prese con un malato in codice rosso: «Non siamo un centro Covid, non siamo attrezzati per pazienti infettivi e non abbiamo farmaci e presidi adatti né stanze a isolamento adeguate all'assistenza di questi pazienti ma solo un percorso di accoglienza per eventuali sospetti a cui facciamo il tampone e che poi trasferiamo. I posti in città sono ormai risicati e i tempi di trasferimento lunghi». I due pazienti deceduti? «Ho letto le cartelle cliniche poi sequestrate. Posso dire che erano entrambi malati cronici con quadri di compromissione polmonare e cardiovascolare importanti. Ho un genitore di quella età e so quando possa essere dolorosa la perdita per cui innanzitutto porgo le mie condoglianze alle famiglie. Per entrambi è stato chiesto un tampone, il fatto che siano risultati negativi non dà certezza al 100% in quanto sappiamo che anche con due tamponi negativi ma con segni clinici riconducibili all'infezione, si sono poi rivelati affetti dal Coronavirus. Vedendo le cartelle cliniche posso solo ipotizzare che il quadro generale sia stato tale da comprometterne i parametri vitali».

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