Coronavirus a Napoli, flop mascherine: dopo le 18 tanti assembramenti, poche protezioni

Coronavirus a Napoli, flop mascherine: dopo le 18 tanti assembramenti, poche protezioni
di Paolo Barbuto
Martedì 18 Agosto 2020, 08:30
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Poche mascherine in strada dalle 18, l'ora X, quella in cui è entrata in vigore l'ultima norma anti-Covid che impone l'utilizzo del dispositivo di protezione anche all'aperto nei luoghi dove possono verificarsi assembramenti. Ad essere onesti all'ora prestabilita, e per le due ore successive nelle quali ci siamo inoltrati per la città, non c'erano nemmeno controlli specifici riservati al rispetto della nuova norma, non una divisa a controllare e a imporre la mascherina a chi non la indossava.

Per scoprire cosa è accaduto a Napoli dopo le 18 abbiamo selezionato tre zone che, senza dubbio, sono a rischio assembramento: i Decumani, l'area pedonale del Vomero e il lungomare. Solo al centro storico, fra i Decumani, abbiamo trovato mascherine in abbondanza, nelle altre due zone che abbiamo deciso di verificare, la maggior parte dei volti erano platealmente scoperti.
 

 

La massa dei turisti, fortunatamente, non smette di sciamare, praticamente tutti i visitatori della città indossano la mascherina, la spingono un po' più giù solo davanti a un caffè o a una sfogliatella che divorano con enfasi, poi quando si rimettono in movimento, diligenti, la riportano su naso e bocca.

In questa zona anche gestori e camerieri sono mediamente rispettosi della norma (con le dovute eccezioni, ovviamente) chi invece è totalmente restìo alla mascherina sono i giovani della zona che non la indossano e non la tengono nemmeno legata al braccio come usa generalmente di questi tempi. Camminano ammucchiati gli uni sugli altri senza curarsi del pericolo di contagio e senza che nessuno gli chieda di rispettare le regole. Però, al loro passaggio, i turisti si scansano, come a voler evitare un possibile, inutile, pericolo.

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In collina la situazione è liquida, nel senso che la mascherina ce l'hanno praticamente tutti ma la indossa solo la metà della gente che affolla le piacevoli strade pedonali. Poco prima delle 19 lungo via Luca Giordano un piccolo momento di tensione: una donna di una certa età ha iniziato ad alzare i toni dietro la mascherina che indossava regolarmente chiedendo a tutti di portarla su naso e bocca «non voglio rischiare il contagio per colpa di chi si sottrae al rispetto della legge», ha iniziato a urlare mentre il marito cercava di trattenere il suo sfogo.

Subito dopo quel momento di sfogo quasi tutti i passanti hanno iniziato a indossare la mascherina, ma l'effetto è durato pochino, trascorsi una decina di minuti il mondo ha ripreso ad essere diviso esattamente a metà: 50% con mascherina 50% senza. Nel corso della perlustrazione nell'area pedonale vomerese abbiamo purtroppo notato che anche la gran parte dei camerieri che serviva ai tavolini esterni dei bar, indossava la mascherina a mo' di collana, abbassata sotto al mento, incurante della vicinanza con i clienti ai tavolini che erano tutti senza mascherina anche dopo aver sorbito bibite e caffè.
 

Alle 19,30 lungo via Caracciolo abbiamo contato due sole persone con la mascherina sul volto, evidentemente turisti, a giudicare dagli abiti e dai colori di capelli e carnagione. Singolare la scelta di due giovanissimi genitori che, per evitare la calca, hanno deciso di camminare con il passeggino nella pista ciclabile pur di continuare a resistere alla mascherina.

Su via Partenope le situazioni di assembramento senza mascherine più clamorose. A bordo di un T-Max un lui tatuato e una lei bionda tinta con i ricci, si avvicinano alle scalette di via Chiatamone: non hanno la mascherina, ma del resto non indossano nemmeno il casco per cui sarebbe una follìa pensare che abbiano intenzione di proteggersi. Scivolano lungo le scale di corsa e si aggregano a una comitiva di almeno venti coetanei che stanno ad aspettarli, tutti rigorosamente senza mascherina. Lo sapete che bisogna mettere la mascherina quando si è in tanti? Il primo ride e dice «ma nuje simmo tutte frate», siamo tutti fratelli, quindi non ce n'è bisogno.
Una ragazza più battagliera si fa avanti: «Bisogna metterla se c'è assembramento, ma da che numero di persone comincia l'assembramento? Per me noi siamo ancora pochi». Si volta e va a raccogliere l'entusiasmo del suo gruppo per la risposta puntuale. 

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