Coronavirus a Napoli, il Rosario a distanza: «Un megafono dalla finestra, così preghiamo insieme»

Coronavirus a Napoli, il Rosario a distanza: «Un megafono dalla finestra, così preghiamo insieme»
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 17 Marzo 2020, 08:30
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Gabriele D'Alessandro, 53 anni, di mestiere tuttofare, al rione Gescal lo conoscono molto bene. È quello del Rosario a domicilio, dolce, gentile e sempre sorridente: arriva nel pomeriggio, una casa dopo l'altra, raggiunge gli ammalati e gli anziani ma anche, più semplicemente, chi ha voglia di pregare in compagnia. In tempi di coronavirus lo struscio negli appartamenti altrui è vivamente sconsigliato e, dunque, in alternativa, i misteri del Rosario, Gabriele, li recita affacciato al balcone di casa della mamma, al civico 37 di viale Antonio Labriola, a pochi passi dal palazzo dove abita don Aniello Manganiello, sacerdote anti-camorra, per quasi vent'anni parroco di Santa Maria della Provvidenza, nel cuore di Scampia. «Un ragazzo straordinario - lo definisce il prete - con il suo megafono coinvolge nella preghiera mezzo quartiere. Un momento di aggregazione importante, soprattutto in questo periodo: la gente ha un gran bisogno di credere e aprire il cuore alla speranza». Onore al merito, dunque, e anche alla straordinaria capacità di reinventarsi un nuovo modo - aggiunge - «di rendere grazia alla Madonna che ci protegge evitando eventuali contagi».
 

 

L'orario di inizio è fissato per le 16.30 anche se - racconta ancora Gabriele - «un quarto d'ora prima faccio partire la musica, così avviso tutti che sto per cominciare». Esigua ma efficace l'attrezzatura a disposizione di D'Alessandro: un megafono e un microfono e, ovviamente, la corona del Rosario ben stretta tra le dita: «Il megafono è quello che si usa nelle processioni - spiega - ricordo che lo comprai quindici anni fa quando mi venne in mente di pregare così. Poi ho comprato anche uno stereo, insieme con il microfono, per rendere la cerimonia più vivace». L'obiettivo è uno solo: «Dare la possibilità alla gente del rione di riscoprire questa preghiera, che non solo ci mostra i misteri della vita di Gesù e della Vergine Maria, ma - puntualizza Gabriele - rafforza la vita cristiana e concede grazie speciali che la Madre di Dio ha promesso all'umanità».

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La musica è fondamentale. Il Rosario del tuttofare non può farne a meno. «Le canzoni - spiega - possono risultare molto utili se si usano per trovare la pace». E poi rendono la preghiera più lieve e, quindi, più coinvolgente: «No, non canto io - aggiunge Gabriele - ogni giorno scelgo canzoni diverse che dedico alla Madonna e a Gesù. Dobbiamo cercare di servire, non emergere o essere applauditi, e tanto meno quando si prega: i doni che abbiamo ci sono stati dati da Dio, e dobbiamo metterli al servizio dell'altro». E adesso sono davvero in tanti quelli che, ogni pomeriggio, da circa una settimana, alle 16.30, seguono la preghiera di Gabriele: «All'inizio non era così: il primo ad appassionarsi a questa iniziativa è stato mio fratello, che abita qui di fronte, ma un po' alla volta siamo cresciuti. A tutti chiedo di accendere una candela». Visto il successo che il suo Rosario sta riscuotendo nel rione, il problema di Gabriele, adesso, è quello di trovare il sistema per raggiungere anche chi abita nelle strade attigue alla sua.
 

«Me lo stanno chiedendo in tanti, ma davvero non so come posso organizzarmi. Purtroppo dal mio balcone non riesco fare di più. Stavo pensando di spostarmi, come faccio nel mese di maggio quando vado a recitare il Rosario nella piazzetta Primo Maggio, sempre qui al rione Gescal, nei pressi di una cappellina dove c'è l'effige della Madonna dell'Arco.
Devo solo capire qual è la zona che raccoglie il maggior numero di persone». Un'altra possibilità sarebbe quella di organizzare una diretta Facebook ma - conclude Gabriele - «non è il mio target». 

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