Covid in Campania, effetto shopping: Rt e contagi in salita, guariti in calo

Covid in Campania, effetto shopping: Rt e contagi in salita, guariti in calo
di Ettore Mautone
Lunedì 21 Dicembre 2020, 23:00 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 07:03
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Rt e contagi in risalita mentre i guariti stagnano: allerta per l’effetto shopping. La Regione Campania è passata dalla zona rossa a quella arancione il 6 dicembre. Cos’è cambiato da allora, con la riapertura dei negozi e il maggior flusso di persone nei centri dello shopping, in termini di diffusione del virus e dei contagi? Partiamo dall’indice di diffusione del virus misurato con Rt, uno degli indicatori più precisi e attendibili nel predire il profilo delle curve delle ospedalizzazioni e dei decessi e calcolato come numero dei casi registrati nell’arco di un intervallo di circa 7 giorni al netto dei guariti e dei deceduti. Sebbene questo parametro nella griglia di valutazione dell’Istituto superiore di Sanità sia in parte corretto con il tasso di sintomatici e di ospedalizzazioni rilevate anche in valore assoluto mantiene una notevole attendibilità nel misurare la febbre del virus. 

 

Nel quadro redatto dall’unità di crisi nazionale, relativo alla prima domenica del mese, la Campania registrava un indice Rt di 0,71, in discesa dunque rispetto alla settimana precedente, di fine novembre, quando questo parametro era attestato a un valore di 0,74. Nell’ultimo monitoraggio nazionale, redatto dalla cabina di regia del ministero della Salute, il 13 dicembre questo parametro è continuato a scendere raggiungendo il valore di 0,59, il miglior punteggio tra quelli conseguiti tra le regioni insieme alla Val D’Aosta. Da allora tuttavia, nell’ultima settimana, Rt ha subito un leggero incremento in Campania, oscillando tra 0,7 e 0,8.

Ciò anche a causa di non troppi guariti, un andamento altalenante delle ospedalizzazioni e una tendenza a risalire della percentuale dei postivi al tampone diventata più evidente se ci si riferisce ai soli test che considerano i nuovi casi e non anche i tamponi ripetuti di controllo per i casi già segnalati nei giorni precedenti e sottoposti al prelievo nasofaringeo per verificare la fine quarantena o le guarigioni. 

Anche ieri la Campania non è andata troppo bene: a fronte dei pochissimi tamponi praticati (come ogni lunedì) sono stati individuati 887 casi contro i 943 di domenica. Sembrano di meno in valore assoluto ma sono pari l 7,2 per cento di positivi al tampone contro il 6,3 per cento del giorno precedente. I decessi, da riferire a contagi di almeno una o due settimane precedenti, aumentano anch’essi da 11 a 28 e i guariti sono pochi per cui si hanno solo 434 attualmente positivi in meno del giorno prima mentre sono stabili i ricoveri e l’indice di occupazione delle terapie intensive per un indice di Rt attestato a 0,85. Tutto ciò a fronte di una percentuale di positivi al tampone su scala nazionale pari al 12,4 per cento, la più alta dal 30 novembre e un indice Rt nazionale medio a 0,94. Sebbene, infine, le regioni siano tutte dello stesso colore (con l’eccezione ma per motivi diversi di Abruzzo e Campania) la diffusione del virus calcolata come il tasso di positivi per mille abitanti è molto diversa, con la regione peggiore, il Veneto, in cui la diffusione del virus è ben 6 volte superiore a quella della regione migliore, la Toscana. Infatti a fronte di una media nazionale di 10,4 attualmente positivi ogni mille abitanti, il Veneto è attestata a quota 20,5 positivi per mille abitanti e la Toscana a 3,5. Al secondo posto però, dietro il Veneto c’è proprio la Campania con 14,7.

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«Il dato più preoccupante – conclude Nicola Fusco, ordinario di Matematica della Federico II - è che sia su scala nazionale e, in tono minore, anche in Campania - risale la percentuale di positivi al tampone mentre le terapie intensive e i ricoveri scendono poco, quasi niente a fronte di guariti ancora troppo esigui per segnare una netta inversione di rotta della curva epidemica che si mantiene per questi motivi ovunque molto vicina al valore 1. Una situazione che potrebbe preludere a una nuova risalita e a una terza ondata oppure essere una coda di una discesa tuttavia molto lenta per dichiararci fuori pericolo».
 

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