Covid, in Campania meno positivi: «Ma ci saranno 40 morti al giorno»

Covid, in Campania meno positivi: «Ma ci saranno 40 morti al giorno»
di Ettore Mautone
Giovedì 12 Novembre 2020, 23:00 - Ultimo agg. 14 Novembre, 08:10
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Negli ultimi quattro o cinque giorni l’epidemia da SarsCov-2 ha rallentato la sua corsa: la crescita è sempre sostenuta, ma l’indice di infettività Rt in valore assoluto (valido a livello internazionale e non corretto per ospedalizzati come calcolato dall’Istituto superiore di Sanità) è sceso e non mostra più il profilo esponenziale dell’ultimo mese. Ciò accade sia in Campania sia a livello nazionale. Per fare previsioni sull’evoluzione e della situazione è un po’ troppo presto, anche perché la seconda ondata sconta alcune differenze rispetto all’esordio epidemico della primavera scorsa caratterizzato dalla crescita rapida e impetuosa. La prima ondata è stata un grande fuoco divampato all’improvviso con una risposta altrettanto decisa e rapida: un lockdown scattato in tutta Italia dall’8 marzo. In quella data i decessi già sfioravano quota 400 al giorno a sole due settimane dall’esordio. Nei 18 giorni successivi si ebbe il massimo numero di nuovi casi e dal 26 marzo progressivamente diminuiti. Il picco, considerato il momento in cui i guariti sono superiori ai contagiati, si ebbe il 20 aprile in Italia, il 15 in Campania. Da allora i decessi tuttavia seguirono molto lentamente la discesa dei contagi scemando a 49 solo il 20 giugno. La seconda ondata è partita in maniera meno esplosiva ma dal 30 settembre e fino al 7 novembre ha fatto registrare un aumento esponenziale per tutto ottobre. 

 

«Il massimo sembrerebbe essere stato raggiunto venerdì scorso con 39.809 nuovi positivi - avverte Nicola Fisco, ordinario di matematica della Federico II - da allora i casi sono sempre diminuiti ma i guariti sono ancora pochi per cui bisogna essere prudenti nelle previsioni ma se le cose dovessero andare come nella prima ondata dal 7 novembre servirebbero almeno 4 settimane (25 giorni) per registrare il picco che si collocherebbe tra inizio e metà dicembre a fronte di misure di contenimento a maglie larghe come quelle attuali». I decessi? «Qui il discorso cambia: poiché questi arrivano in media 10 o 12 giorni dopo una ospedalizzazione con l’indice di mortalità attuale attestato a circa il 2 per cento a fronte di 40 mila casi registrati ci dovremo attendere dai 700 agli 800 morti al giorno ancora per una o due settimane». La Campania è una anomalia in quanto registra una mortalità dimezzata rispetto al resto d’Italia. In ogni caso l’inerzia dei decessi sulla scia lunga dei contagi allo stato attuale risulta inarrestabile così come il sovraccarico del sistema delle cure. 

Fissando un paletto all’8 novembre si può fotografare oggi la gravità della situazione raggiunta in Italia. Domenica scorsa chiude una settimana in cui si è registrata una media di circa 32.300 nuovi casi al giorno, erano 26.200 una settimana prima, 15.900 due settimane indietro e 4.200 a ritroso di un mese. Così l’8 novembre la media di decessi era di 367 al giorno (oggi sono oltre 600) a fronte dei 213 di una settimana prima, dei 114 registrati nei 15 giorni precedenti e dei soli 26 risalenti al mese trascorso. Dati impressionanti, frutto della crescita esponenziale dei contagi mentre l’indice di mortalità si mantiene costante attorno al 2 per cento. Lo stesso profilo di crescita c’è per le terapie intensive passate in un mese, in Italia, da 420 a quasi 2mila nonostante la percentuale di positivi che finiscono in rianimazione sia rimasta costante. In questo momento sono in terapia intensiva lo 0,5 per cento di tutti gli attualmente positivi. In Campania il profilo di questi indici è identico ma con percentuali inferiori. Per cui nella settimana che precede l’8 novembre si contano circa 3.900 casi in media al giorno a fronte di 3mila una settimana prima, 1.830 due settimane precedenti e 600 un mese fa. Numeri che si traducono fatalmente in una quota di decessi crescente: ossia 21 morti al giorno in media in Campania a fronte dei 15 della settimana precedente, dei 10 nei 15 giorni prima e solo 2 degli inizi di ottobre. L’indice di mortalità? Resta stabile intorno all’1 per cento, il più basso in Italia. La Campania dunque con l’elevato numero di contagi registrati tra la fine ottobre e gli inizi di novembre dovrebbe dunque registrare nonostante il calo dei positivi di questi giorni un aumento dei decessi che potrebbero oscillare tra i 30 e i 40 al giorno nell’arco delle prossime due settimane.

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Infatti in questo momento sono in terapia intensiva in Campania solo lo 0,27% degli attualmente positivi, la metà della media di tutte le regioni. Non è la percentuale il valore da tenere presente dunque ma l’andamento esponenziale dei casi positivi al cui crescere aumentano anche morti e ricoverati. Le misure restrittive andrebbero dunque prese a monte, facendo proiezioni che come si vede seguono in maniera abbastanza fedele l’indice di infettività Rt assoluto. Intervenire a valle, quando la frittata è ormai fatta, non sembra essere in grado di evitare che i contagi travolgano le reti sanitarie. 
 

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