Coronavirus in Campania, meno contagi ma ospedali sotto attacco: 128 infetti, due guariti

Coronavirus in Campania, meno contagi ma ospedali sotto attacco: 128 infetti, due guariti
di Maria Pirro e Melina Chiapparino
Martedì 10 Marzo 2020, 09:30
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Altri due morti con il coronavirus, uno a Napoli e l'altro a Nola, quattro in totale; mentre salgono a due i guariti, 128 gli infettati in Campania, di cui tredici ieri (meno del giorno precedente), gli ultimi tra Aversa, Santa Maria Capua Vetere, Pompei, Mugnano, Pozzuoli e nel centro storico del capoluogo. Non bastasse, tutti i letti sono esauriti in terapia intensiva al Cotugno, il polo di riferimento regionale per le malattie infettive. Otto i ricoverati, 42 nell'ospedale che «chiama» il Monaldi per fronteggiare l'emergenza aprendo un nuovo reparto, ma non può bastare nemmeno questo: diversi presìdi come il Loreto mare vengono attrezzati, e si contano i posti nelle cliniche convenzionate. L'assistenza è in affanno anche perché sono sempre più numerosi i medici contagiati o in quarantena precauzionale. Due i «positivi» al tampone tra i professori universitari del Policlinico Federico II, nove i pazienti trasferiti temporaneamente dal reparto per la bonifica. Non solo: dopo il Cardarelli e lo stop di una notte del pronto soccorso, l'allarme scatta Fatebenefratelli di Posillipo che segnala un caso sospetto e, nell'attesa del risultato del test, blocca gli accessi.
 

 

La prima vittima a Napoli è una 47enne, già malata, morta tre giorni fa nella sua abitazione in piazza Carlo III. Anche in questo caso, come per due precedenti nel Casertano, l'esito del tampone è arrivato dopo il decesso, facendo scattare la quarantena per tutta la famiglia. «Siamo rimasti in casa con la salma senza avere indicazioni su cosa fare», ha spiegato il fratello della donna, Luca Franzese, in un video diventato virale sui social. Difficile inizialmente trovare anche una agenzia per il funerale. Sul posto, i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Stella; in campo anche i vigili urbani. E operatori sanitari del 118 in quarantena dopo l'esito del test; mentre il direttore sanitario dell'Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, annuncia una indagine interna per individuare eventuali falle nel sistema di sorveglianza epidemiologica. L'altra vittima, di 84 anni, è morta, invece, al pronto soccorso di Nola e nell'ospedale diciotto, tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari, sono finiti in isolamento, sottoposti agli accertamenti di rito. Altro caso, ma già conclamato, al Policlinico della Federico II: uno dei professori universitari ammalati è proprio il direttore del reparto di Malattie infettive della Federico II, Ivan Gentile, che si è auto-diagnosticato il Covid-19 ed esclude che il contagio sia avvenuto durante l'assistenza ai pazienti. «Nessuno tra loro risulta infetto. Come per l'influenza, ormai qualsiasi momento di contatto aggregazione può portare alla trasmissione del virus», avverte. «Per questo, è importante evitare di uscire e adottare le precauzioni, come lavarsi spesso le mani, alla comparsa di sintomi riconducibili all'infezione, occorre contattare il medico perché possa valutare se far eseguire il tampone e le altre misure» ribadisce il docente. Effettuati 126 test anche al personale del Rummo che è entrato in contatto con un paziente di Ariano Irpino visitato nei giorni scorsi (ma gli operatori al momento non sono in quarantena). Intanto, è scattata la sospensione del day surgery per i bimbi al Pausilipon, garantite ovviamente le prestazioni in emergenza e non rinviabili. Un provvedimento che potrebbe essere esteso ad altri interventi programmati per gli adulti anche a causa della carenza di scorte di sangue, per la difficoltà nel reclutare i donatori.
 

Torna, intanto, a casa la prima paziente affetta da Covid-19 in Campania. Si tratta della 26enne, tecnico di laboratorio, originaria del Cilento che aveva manifestato i sintomi della malattia al rientro da Cremona. Il 25 febbraio scorso, il ricovero d'urgenza: prima a Vallo della Lucania, poi al Cotugno. Ieri, le dimissioni. Nel polo dell'azienda dei Colli viene, intanto, estesa la cura «importata» dalla Cina e per la prima volta praticata in Italia. «Altri ue pazienti in terapia intensiva sono stati selezionati tra cinque: l'obiettivo è tracciare un identikit preciso dei casi più indicati e avviare già nelle prossime ore uno studio clinico con l'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco», spiega il primario di Oncologia, Vincenzo Montesarchio, al lavoro con l'équipe del Pascale guidata dal collega Paolo Ascierto. 

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