Coronavirus a Napoli, la rivolta dei medici dell'ospedale Cardarelli: «Mai più pazienti Covid»

Coronavirus a Napoli, la rivolta dei medici dell'ospedale Cardarelli: «Mai più pazienti Covid»
di Ettore Mautone
Lunedì 23 Agosto 2021, 01:30 - Ultimo agg. 24 Agosto, 08:10
4 Minuti di Lettura

«Il Cardarelli resti fuori dalla rete Covid e continui a svolgere la sua funzione preminente nell’assicurare i Lea (Livelli essenziali di assistenza) per tutte le altre patologie». A sottolinearlo, in una nota inviata ai vertici regionali e dell’azienda ospedaliera, sono tutti i sindacati della dirigenza medica Aaroi, Anpo, Cimo, insieme a Cgil, Cisl e Uil medici e Funzione pubblica. Una richiesta firmata anche dai principali sindacati del comparto come Cobas, Fassid, Fesmed, Fials, Fsi e Nursing up. Una platea di camici bianchi mai così ampia al Cardarelli schierata in maniera unitaria per segnalare una inderogabile necessità strategica per la sanità cittadina e regionale. «La quarta ondata epidemica viene ormai data per scontata: la Regione e l’unità di crisi si sono già mossi nel senso di potenziare l’offerta di posti letto da dedicare ai pazienti affetti da Coronavirus - spiega un dirigente medico del Cardarelli - chiedendo a tutte le aziende sanitarie e ospedaliere di attivare almeno 30 posti da dedicare all’assistenza ai malati da Coronavirus. La risposta a Napoli è già arrivata dal Cotugno che ha riconvertito alcune divisioni alla causa Covid e dalla Asl Napoli 1 che ha riaperto 39 posti del Covid center di Napoli est. Chiediamo che il Cardarelli sia lasciato nell’attuale assetto in grado di assicurare assistenza Covid solo nell’ambito delle reti per patologie acute (ictus, infarto e gravi traumi), tutto il resto può e deve essere assicurato da altri ospedali». 

I sindacati, nella loro richiesta, fanno esplicito riferimento alla disposizione regionale e dell’Unità di Crisi di fine maggio scorso sulla cui il Cardarelli ha attivato posti letto per garantire esclusivamente le attività di ricovero per i pazienti Covid in emergenza urgenza che giungono al Pronto soccorso per altre patologie. Anche i pazienti Covid provenienti dal territorio tramite il 118, che non siano in codice rosso per altre patologie concomitanti, non vanno trasportati all’emergency del Cardarelli, così i pazienti Covid che accedono con mezzi propri al Cardarelli che sono trasferiti presso i Covid hospital provinciali e regionali. «Se il Cardarelli - concludono i sindacati - dovrà ancora una volta garantire assistenza ai pazienti Covid sarà necessario convertire nuovamente intere unità operative, determinando una nuova paralisi delle attività clinico-diagnostiche-terapeutiche, molte delle quali di alta specialità ed erogabili». Un tema quest’ultimo, sposato a più riprese anche dall’Anaao che questa volta, però, è defilato, forse intenzionato a riproporre la questione su singoli tavoli. Anche l’Ospedale del mare, ancorché non ancora impegnato con la sua unità Covid, vive alcune difficoltà legate al doppio percorso di accesso in pronto soccorso di pazienti Covid e non Covid. 

Video

A puntare il dito in questo caso è la Uil Medici che chiede un intervento urgente, alla direzione sanitaria, per affrontare una situazione «già difficile nel pronto soccorso e che sta peggiorando di giorno in giorno a causa dell’aumento degli accessi come conseguenza anche dell’imminente, già iniziata, nuova ondata di contagi per infezione da Sars-Cov-2».

All’Ospedale del mare - viene segnalato - in media una cinquantina di pazienti al giorno, tra codici gialli e verdi, restano in attesa di collocazione nei reparti. L’attesa di un codice giallo è inoltre superiore alle 3 ore. L’area a isolamento per i Covid il più delle volte è saturo e gli spazi sono troppo vicini all’area Codice verde. Chiesta pertanto la rivisitazione dei percorsi con separazione anche di tipo strutturale e maggiori controlli anche da parte della guardiania per accessi impropri di visitatori verso il codice verde. Segnalata, infine, la mancanza di personale dedicato all’effettuazione dei tamponi ai pazienti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA