Covid center a Napoli, via i medici: restano solo infermieri

Covid center a Napoli, via i medici: restano solo infermieri
di Ettore Mautone
Sabato 13 Giugno 2020, 23:46 - Ultimo agg. 14 Giugno, 12:54
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Non più di una ventina di pazienti Covid ricoverati al Cotugno (tutti in buone condizioni di Salute), un solo malato in rianimazione nello stesso ospedale, negativizzato al virus ma con molte patologie pregresse che gravano sulla sua situazione clinica e poi 2 malati ricoverati al Covid center del Loreto, dove il manager Ciro Verdoliva si accinge a riorganizzare l’offerta assistenziale per disimpegnare una parte dei 140 infermieri e dei 45 medici che vi lavorano, un solo paziente nell’ospedale modulare di Napoli est che insieme alle altre poche decine di pazienti positivi al coronavirus, sparpagliati nei vari Covid hospital della Campania, rendono conto di una fase epidemica di forte calo dei contagi e dell’intensità clinica dei casi riscontrati. 

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COTUGNO
Un quadro generale che impone una riorganizzazione dell’offerta assistenziale dei Covid center in Campania anche per evitare che la Corte dei conti, dopo la Procura di Napoli, accenda i riflettori sul sottoutilizzo di strutture che non solo hanno richieste un ingente investimento di soldi pubblici per la loro realizzazione ma costano tanto in termini di gestione e di personale impiegato. Il riordino dell’offerta assistenziale parte dal Cotugno e dall’Azienda dei Colli (Monaldi e Cto) ma si estende a Napoli 1 e a tutti gli ospedali della regione. Il nuovo assetto serve per adeguare l’offerta alla nuova realtà epidemiologica, a recuperare personale, riattivare funzioni soppresse durante l’emergenza e tenere in allerta i Covid center con una guardia probabilmente solo infermieristica che nell’arco di poche ore può tornare a far funzionare a pieno regime. Al Monaldi da ieri è stato allestito un truck ultramoderno sistemato in uno spiazzo esterno posto sul lato destro dello scalone centrale con sei moduli che ospitano altrettanti ambulatori che assolveranno al ruolo di cura della fase di preospedalizzazione. Qui saranno effettuate visite e tamponi propedeutici all’attività chirurgica e per recuperare in termini di liste di attesa. Un puntello stabile per tutta la parte ambulatoriale che resterà aperta e in funzione a ciclo continuo anche il sabato e la domenica e di pomeriggio con la presenza anche di anestesisti. Il Cotugno intanto è tornato all’attività ordinaria, attivo h 24 con il pronto soccorso infettivologico generalista mentre il corpo G con i 60 posti letto a pressione negativa è dedicato esclusivamente al Covid con 8 posti di terapia intensiva. Entro la fine del mese sarà attiva anche una camera operatoria ibrida per il percorso cuore e chirurgia utilizzabile anche per emergenze ortopediche dalle equipe del Monaldi e del Cto. 

ASL NAPOLI 1
Alla Napoli 1 il manager Ciro Verdoliva ha convocato venerdì una riunione aziendale per la presa d’atto del superamento dell’emergenza della fase 1 mettendo a fuoco le azioni della fase 2. Cambierà il livello di esercizio dei Covid Center del Loreto e dell’Ospedale del mare. Il personale medico e infermieristico andrà a potenziare il San Paolo, il San Giovanni Bosco e il Pellegrini mentre resterà attiva una guardia infermieristica h 24 per rispondere prontamente a una eventuale ripresa del contagio e molti positivi da ospedalizzare. La proposta è appunto di tenere attivi i Covid Center con il minimo contingente di personale possibile, ed essere pronti ad affrontare eventuali nuovi picchi epidemici. Già da domani il piano sarà alle organizzazioni sindacali ed entro mercoledì prossimo definito nei dettagli. La Asl intanto sta lavorando per il Dea di II Livello da aprire all’Ospedale del mare. Formalizzata la richiesta al Comune per l’autorizzazione delle nuove attività da attivare: trauma center, chirurgia maxillofacciale, chirurgia toracica e plastica. Prevista l’attivazione anche di un pronto soccorso oculistico (che va a raddoppiare il Pellegrini) e di Otorino h 24 che oggi manca in tutta la Asl. L’obiettivo è partire con il Dea di II Livello il 30 giugno. Il manager deve fare i conti però con gravi carenze di personale: già oggi, in pronto soccorso, rispetto a una dotazione minima di 20 unità di personale manca all’appello almeno una unità, così in Chirurgia toracica dove ci sono solo tre medici inseriti nei turni. 

IL QUADRO REGIONALE
Nel quadro regionale tutti gli altri ospedali provinciali stanno tornando alla loro funzione (due giorni fa dimesso l’ultimo paziente Covid al Moscati di Avellino).

In attesa della seconda ondata - che tutti i tecnici fissano nel prossimo autunno - si pensa a ospedali Covid (Scafati, Da Procida, Loreto, Maddaloni, Palazzina M del Cardarelli e Alpi di Avellino) aperti anche senza medici di turno con una guardia infermieristica attiva deputata a tenere in funzione e in ordine impianti e strutture da tenere pronte all’uso.

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