De Luca indagato a Napoli, il flop delle card nelle mail dei manager: «Qui nessuno le ritira»

La Procura della Corte dei conti ha notificato un invito a dedurre a carico del governatore De Luca

Il covid center di Ponticelli
Il covid center di Ponticelli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Sabato 5 Agosto 2023, 23:39 - Ultimo agg. 6 Agosto, 11:05
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Due documenti agli atti rischiano di giocare un ruolo decisivo nel corso della nuova battaglia giudiziaria legata alle spese effettuate per l’emergenza Covid. Parliamo della storia delle smart card, centinaia di migliaia di tessere che avrebbero dovuto attestare l’avvenuto vaccino dei cittadini della Campania e che invece sono risultate inutili, alla luce dell’avvento del green pass nazionale. Come è noto, due giorni fa, la procura contabile ha notificato un invito a dedurre a carico del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, e a cinque suoi collaboratori dell’ex unità di crisi anticovid, per un presunto danno contabile di tre milioni e 700mila euro. 

Agli atti le delibere di giunta, il confronto cronologico tra i provvedimenti adottati dal governatore e quelli del governo nazionale, che - come si legge nell’invito - era il soggetto istituzionale responsabile della strategia antivirus. Ma al di là del confronto tra le date, pesano un paio di mail mandate da Asl e ospedali della Campania, che avrebbero attestato - scrivono i pm Davide Vitale e Mauro Senatore - la sostanziale inutilità delle tessere fatte acquistare dalla regione alle singole asl e strutture ospedaliere. Una storia che conviene raccontare a partire da una premessa, riconducibile al professor Andrea Castaldo, difensore del governatore non solo in questa vicenda, ma anche in altre verifiche legate alla gestione del covid: «Stiamo raccogliendo tutta la documentazione utile a illustrare nel dettaglio la vicenda.

Riteniamo, nel doveroso confronto con la Procura della Corte dei conti, di poter chiarire la piena legittimità dell’iniziativa intrapresa, nonché della utilità della stessa. Non va dimenticato come tutto si collochi nel pieno della drammatica emergenza che si stava vivendo e della straordinaria urgenza che connotava l’agire della pubblica amministrazione anche per ciò che concerne il piano di vaccinazione. Peraltro, è noto e da tutti condiviso come la regione Campania, grazie all’opera del presidente, delle istituzioni e del personale medico, abbia rappresentato un’invidiabile eccellenza nel gestire e contenere la pandemia in atto». 

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Ma su cosa fanno leva le mail acquisite dai finanzieri del nucleo di polizia economica e finanziaria? Si fa riferimento al testo della corrispondenza firmata dal direttore generale della Asl Napoli tre sud, che sottolineava le criticità legate all’uso di Card: «Allo stato dei riscontri pervenuti, è dato rilevare che, nonostante gli sforzi profusi da tutto il personale a vario titolo coinvolto, l’iniziativa, pur interessante, si è manifestata di difficile gestione a causa del non ottimale gradimento da parte dell’utenza». E non è finita. Secondo i pm contabili, «emblematici e imbarazzanti sul successo dell’iniziativa sono i numeri dell’ospedale di Salerno». A cosa fanno riferimento? Ai numeri bassi di diffusione e di somministrazione delle carte. Ecco come si esprimeva il medico del Ruggi: «In totale sono state consegnate 38mila smart cards, mentre ulteriori 20mila, malgrado la regolare convocazione degli intestatari, non sono state ritirate dagli utenti e restano custodite nell’archivio del centro vaccinale appositamente predisposto». Per dirla ancora con il lessico usato dagli inquirenti, «secondo il più impietoso giudizio controfattuale, la maggior parte di queste cards si trova a tutt’oggi a maggese».

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