Covid, paura tra i vigili a Napoli: un caso ogni due giorni

Covid, paura tra i vigili a Napoli: un caso ogni due giorni
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 23 Febbraio 2021, 00:11 - Ultimo agg. 08:00
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Non sparate sul pianista. In quel Far West chiamato Napoli, nel quotidiano caos di automobilisti indisciplinati ed ora più che mai anche negli assembramenti di scomposte quanto folli movide e in molto altro ancora, la tentazione di tanti ricade sempre su di loro: sui caschi bianchi della Polizia municipale.  

Bersaglio preferito da tanti, che però nemmeno sanno quanto difficile sia diventato poter governare un Corpo già afflitto dai numeri di un organico ormai dimezzato dai pensionamenti. Adesso per i vigili urbani scatta una nuova emergenza: quella legata alla pandemia e al numero di uomini e donne contagiati dal Covid. Dal primo gennaio a ieri sono già 29 gli agenti che si sono ammalati di Coronavirus: una media di uno ogni due giorni.

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Numeri e percentuali parlano chiaro. Cominciamo dagli organici. A fronte di una pianta che prevede 2300 effettivi, tra agenti in strada e dislocati negli uffici il comando di via de Giaxa - diretto dal generale Ciro Esposito - può disporre di 1420 effettivi.

Che fine hanno fatto tutti gli altri? Semplice: sono andati in pensione e mai rimpiazzati (se non in minima parte, e con contratto a termine che scade nel giugno prossimo). 

Di questi 1420 “effettivi”, ben 498 hanno più di 50 anni: e risultano dunque poco adeguati a svolgere compiti e funzioni “usuranti” su strada. Facendo due calcoli, tra pianta organica prevista da regolamento e personale realmente operativo alla Polizia locale della terza città d’Italia mancano 900 unità. E adesso ci si è messa anche la pandemia. 

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A complicare maledettamente le cose sono arrivati i numeri dei contagiati da Covid. E quando si dice “contagiati” si deve tener presente poi anche delle cifre che inevitabilmente investono i multipli degli ammalati: al netto dei caschi bianchi risultati positivi, infatti, vanno aggiunti i colleghi che con loro hanno lavorato o sono in ogni caso entrati in contatto durante i turni lavorativi. Anche stavolta basta un calcolo per comprendere quali e quante difficoltà organizzative ne derivano: per ogni contagiato vi sono almeno due-tre colleghi che vanno obbligatoriamente in quarantena per dieci giorni.

Come per gli altri settori delle forze dell’ordine a Napoli, anche i vigili urbani partenopei hanno contato un alto numero di vittime cadute in servizio per il morbo. Nel solo periodo che va dalla primavera scorsa ad oggi sei agenti della Municipale hanno perso la vita. 

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Spaventa, ma non indebolisce certo l’impegno del Corpo, anche il numero dei nuovi casi registrati dall’inizio dell’anno ad oggi. Ventinove tra agenti e sottufficiali hanno contratto il Covid, per una media di uno ogni due giorni. E siamo appena a fine febbraio. Se questa preoccupante curva esponenziale dovesse proseguire, e in assenza di miracoli, il bilancio finale dell’anno sarebbe assai peggiore di quello fatto registrare lo scorso anno. 

Nuovi focolai si sono registrati in alcune zone del centro storico, a Poggioreale e - l’ultimo in ordine di tempo - addirittura all’interno della segreteria del comandante Esposito, nella sede di via de Giaxa. Tra i nuovi contagiati figurano anche alcuni agenti “under 50”.

E allora, non sparate sul pianista, please. Considerando le ataviche carenze di organico, un concorso regionale che avrebbe dovuto garantire l’integrazione di almeno 100 nuovi vigili (del quale si sono finora perse le tracce) e un’altra decina di caschi bianchi pronti già entro fine settimana a lasciare il servizio per raggiunti limiti di età, l’organizzazione dei servizi in una città complessa, spesso indisciplinata, ribelle meriterebbe più attenzione. E più rispetto.
 

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