Covid a Napoli, ecco i dati choc: «Under 30 i più esposti alla variante Delta»

Covid a Napoli, ecco i dati choc: «Under 30 i più esposti alla variante Delta»
di Ettore Mautone
Sabato 10 Luglio 2021, 23:11 - Ultimo agg. 12 Luglio, 11:13
4 Minuti di Lettura

Covid-19: sono quarantatré i nuovi casi positivi contati ieri in città, erano 76 il giorno prima. Contagi in rapida crescita rispetto ai 20 o 30 registrati nei giorni precedenti. Numeri che segnano anche a Napoli un ulteriore aumento dell’incidenza che già il 7 luglio, con 17,28 casi ogni 100mila abitanti in sette giorni, superava la media regionale attestata invece a 15,4 e anch’essa in ascesa. L’impennata riguarda soprattutto i giovani collocati nella fascia dai 17 ai 30 anni, a maggiore intensità sociale, più propensa ai viaggi e agli spostamenti foss’anche solo per incontrare amici nelle sere d’estate con lunghe ore passate gli uni accanto agli altri a bere e a parlare. Tra essi solo quelli che hanno sostenuto la maturità quest’anno risultano vaccinati mentre in larga maggioranza sono privi di ogni difesa dal Coronavirus. Il confronto con il 2020 mostra che il virus non ha avuto quel calo netto. La convivenza col virus quest’anno ha puntato sul vantaggio offerto dai vaccini ma in città la quota di immunizzati tra i 120mila residenti di età compresa tra 12 e 29 anni, è molto bassa, ferma al 50-60 per cento degli 80mila che hanno aderito. Oltre 100mila giovani con meno di 30 anni non hanno invece mai prenotato la puntura al braccio né si sono fatti avanti in altro modo per sviluppare l’immunità. 

«Mi è capitato di recente, in almeno un paio di casi – racconta Pina Tommasielli, medico di famiglia con studio a Soccavo – di visitare giovani intorno ai venti anni con febbre o mal di gola e raffreddore.

Non sono segnalati particolari comportamenti a rischio – continua il medico - tranne appunto circostanze quotidiane come aver preso un autobus affollato oppure avere incontrato amici». In città non si segnalano, a differenza della provincia particolari cluster legati a feste di compleanno, alla frequentazione di campi estivi o di luoghi di vacanza all’estero. Un altro dato su cui riflettere è che la quota di sintomatici non va oltre il 30 per cento dei casi giornalieri e quasi nessuno finisce in ospedale. Non mancano i positivi tra i vaccinati sia con una sola dose sia con doppia dose (circa il 30 per cento ma tutti asintomatici). La differenza è che questi individui non mostrano segni di malattia oppure sviluppano sintomi molto lievi che non approdano mai al ricovero. Questo giustifica l’occupazione dei covid center nonostante il crescere dei casi. Da segnalare un paio di casi anche nel personale sanitario vaccinato (Cotugno) con decimi di febbre e tosse su infezione da variante Delta. Anche in questo caso non si è arrivati alla ospedalizzazione grazie al vaccino. 

Video

Intanto dopo l’allarme fatto scattare dal ministero della Salute in tutte le regioni per la sorveglianza sanitaria delle varianti più pericolose l’unità di crisi regionale ha affidato a Luigi Atripaldi, direttore del Laboratorio del Cotugno il coordinamento dei sequenziamenti. Il Cotugno ha acquisito dalla Protezione civile una nuova macchina in grado di effettuare in 24 ore il sequenziamento rapido fino a 15 campioni per effettuare rapidi isolamenti d catene di contatti dii soggetti colpiti. Contemporaneamente l’Istituto zooprofilattico guidato da Antonio Limone ha individuato quattro laboratori che possono affiancare Cotugno e Tigem nelle attività di sequenziamento ma allo stato mancano i reagenti. Il grosso del lavoro ricade sempre sul Tigem che lavora su grandi numeri ma impiega diversi giorni per dare i responsi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA