Affitti insostenibili e niente ristori, a Napoli scomparsi 10mila b&b

Affitti insostenibili e niente ristori, a Napoli scomparsi 10mila b&b
di Paolo Barbuto
Venerdì 4 Giugno 2021, 23:50 - Ultimo agg. 5 Giugno, 18:11
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Oggi nel mondo del bed and breakfast si respira un’aria d’entusiasmo. Le prenotazioni ripartono, i turisti timidamente tornano a farsi vedere, ovviamente sono solo italiani, ma è già qualcosa, perché nel mondo dell’ospitalità extra alberghiera i giorni delle limitazioni sanitarie sono stati vissuti con dolore.

È stata una vera strage di attività, in molti si sono arresi alle difficoltà economiche, tantissimi sono rimasti con una montagna di debiti e la disperazione. 

A raccontare i mesi più infami della vita dei bed and breakfast è Fabrizio De Lella che gestisce il “Toledo Station” una delle strutture più conosciute della città. Fabrizio è portavoce di una associazione che s’è costituita qualche mese fa per chiedere attenzione al mondo della politica: i b&b non rientrano in nessuna delle categorie destinate ad ottenere i ristori, sono rimasti fuori dalla possibilità di sostenersi e hanno iniziato una battaglia che s’è conclusa l’altro giorno con un piccolo successo: «Due giorni fa la Regione ha modificato la legge e finalmente i B&B della Campania possono liberamente scegliere se svolgere la propria attività in maniera imprenditoriale oppure continuare a farlo in modo occasionale e non professionale.

Significa che, in futuro, chi è imprenditore potrà accedere ai ristori, anche se tutti noi speriamo che non ce ne sia mai più bisogno».

Nel 2019 a Napoli l’ospitalità extra alberghiera fioriva, consentiva a migliaia di famiglie di sostenersi, aveva messo in moto un meccanismo di piccola imprenditorialità che svolgeva un importante ruolo nell’economia cittadina: «È vero - conferma Fabrizio - due anni fa in città contavamo più di 12mila b&b, oggi ne sono rimasti 2.500, forse tremila. È stata una strage di attività che ha portato la disperazione in tante famiglie».

Quando le limitazioni per la pandemia sono diventate “eterne” qualcuno ha cercato di reinventarsi e ha accettato compromessi: «So di qualcuno che ha deciso di diventare affittacamere a ore, di ospitare coppiette. Ma purtroppo neppure quella soluzione è stata utile alla salvezza».

Il mondo dei b&b, durante la pandemia s’è diviso tra i pochi fortunati che sono proprietari delle strutture e i tanti che invece avevano preso in fitto le case da offrire ai turisti. Quest’ultima categoria, senza nessun introito, ha visto il debito con i padroni di casa lievitare di giorno in giorno e alla fine non c’è stata nessuna possibilità se non arrendersi: «A centinaia hanno restituito le case che avevano ristrutturato e avviato per l’ospitalità - dice con amarezza Fabrizio - e il paradosso è che molti proprietari di appartamenti adesso si ritrovano con case attrezzate per ricevere turisti e si sono infilati nel business senza aver fatto nessun investimento, nessun sacrificio, hanno semplicemente approfittato della disperazione altrui».

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Però dietro le storie di difficoltà e di crollo definitivo ce ne sono tante altre che raccontano la tenacia e la capacità di inventarsi qualcosa per resistere. 

Dall’appartamento che affaccia su piazza del Plebiscito, il relais “Napoli Reale”, Angelo ieri ha risposto con la voce emozionata: «Ho appena ricevuto una maxi prenotazione per la fine di giugno, un grande gruppo familiare ha preso tutte le stanze per quattro giorni. Significa che incasserò una bella cifra e potrò finalmente cancellare i giorni della crisi. Si riparte, finalmente si riparte».

A dire la verità le prenotazioni, per adesso, sono tutte a breve scadenza, perché la gente non riesce ancora a fidarsi del futuro, teme nuove restrizioni e non si sbilancia. Insomma, per luglio e agosto i b&b di Napoli sono praticamente vuoti, ma siccome il turismo ha appena ricominciato a muoversi nessuno ha paura.

Fabrizio dal Toledo Station riesce finalmente a sorridere. Lui durante i giorni neri della pandemia ha lanciato un “sos” ai suoi clienti storici e s’è inventato il soggiorno “sospeso”: ha chiesto di mandare soldi per pagare una stanza che avrebbero utilizzato in futuro. Siccome quella struttura è famosa ovunque, premiata tra le dieci migliori ospitalità del mondo dal britannico Guardian, la richiesta d’aiuto è stata accolta da tantissimi amici: «Nei giorni difficili ci hanno consentito di andare avanti - spiega Fabrizio - oggi stanno chiamando per prenotare. E a quell’unico giorno di ospitalità che hanno pagato in anticipo ne stanno aggiungendo tanti altri. Si respira, finalmente, siamo fuori dal tunnel». 

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