È il 2 giugno, è la Festa della Repubblica: niente parate, ridotte al minimo le celebrazioni solenni per rispettare le norme anti contagio, tanto poi a violarle ci pensano gli irriducibili dello «struscio». È mercoledì, anche se sembra domenica. Tutti fuori: dal Vomero al lungomare, per non parlare delle località balneari o di villeggiatura, dove chi ha la seconda casa comincia a organizzare i preparativi in vista dell’estate.
Cominciamo però dalle buone notizie. Si rivedono i turisti. Un segnale che lascia ben sperare albergatori, ristoratori, commercianti e tutto l’indotto che da oltre un anno ha sofferto gli effetti della crisi di un settore vitale e trainante per Napoli e la Campania.
Un accenno di quel ritorno al passato che in tanti auspicavano. Ieri per le vie del centro storico era tutto uno sciamare di forestieri e stranieri: da via Tribunali al Museo, dai Quartieri spagnoli fino a San Gregorio Armeno, dove - accanto alle statuine dei pastori e ai laboratori di presepi è comparsa una distesa di tricolori.
«È vero - conferma il titolare di una pizzeria dei Decumani - lentamente si rivedono i turisti.
Dai Decumani a via Toledo. A mezzogiorno la strada è strapiena, un serpentone umano inarrestabile che sfocia su piazza Dante e, sul lato opposto, a piazza del Plebiscito. Negozi aperti, ma anche qui c’è chi storce il naso: «Affari? Pochissimi, quasi niente oggi - commenta Raffaele, titolare di un negozio di abbigliamento - E soprattutto i napoletani, guardate quanta gente c’è a quest’ora: passano, danno un’occhiata alle vetrine e passano avanti».
Perla cronaca, il dato sulla presenza dei turisti che tornano a visitare Napoli e dintorni è rappresentato anche dalle cifre dei visitatori nei musei cittadini, in crescita, così come dall’affluenza di visitatori al sito archeologico di Pompei (dove nelle sole giornate di sabato e domenica sono stati registrati 5328 ingressi, che hanno superato quelli dell’ultimo weekend).
Napoli e tutta la Campania sono ancora in zona gialla (fino a domenica prossima) ma così non si direbbe a girare per le strade della città. Se a mezzogiorno via Toledo e via Chiaia - come d’altronde al Vomero le isole pedonali di via Scarlatti e via Luca Giordano) erano un grande ingorgo umano, alle 13 il lungomare diventava un colossale ingorgo di auto e pedoni. Folla straripante da Mergellina a Castel dell’Ovo: una situazione ai limiti della tollerabilità, ma difficile da fronteggiare anche per le forze dell’ordine massicciamente presenti lungo tutto l’itinerario. Ovviamente a complicare ulteriormente le cose resta la chiusura della Galleria della Vittoria. E siamo solo alla vigilia del ritorno alle riaperture generali: sul fronte della mobilità, per i napoletani si preannunciano altre settimane molto complicate.
Rispettato anche il copione dell’assalto a ristoranti e pizzerie sul tratto di via Partenope: e tra un boccone di «margherita» e una fritturina di pesce è servita anche una bella boccata di smog dai tubi di scappamento delle auto incolonnate nel traffico. Nel pomeriggio tocca poi agli irriducibili dello spritz. Come si fa a rinunciare all’aperitivo? Ed ecco che la scena si sposta verso i baretti di Chiaia e, più su in zona collinare, a via Aniello Falcone. C’è chi proprio non riesce a rinunziare ai riti dello struscio e del divertimento. Controlli severi tra i tavolini e sanzioni a chi, per strada, si ostina a non indossare la mascherina.
In questa bailamme festaiola a brindare sono anche loro: i parcheggiatori abusivi. Tornati alla grande alle loro attività di scrocco su strada. Tra Chiaia, piazza Municipio, la Riviera e Posillipo ne abbiamo contati almeno una quindicina.
Ma la giornata è ancora lunga. C’è da occupare la serata. Ed ecco comparire le comitive di giovani e giovanissimi che da piazza Bellini a Santa Chiara, dal reticolo di viuzze della zona universitaria a piazza Vanvitelli e San Martino si danno appuntamento all’esterno delle paninoteche e dei bar. La notte sembra ancora lontana, ma il coprifuoco resta alle 23.