Crollo al cimitero di Napoli, tecnici al lavoro: da sabato cancelli riaperti

Crollo al cimitero di Napoli, tecnici al lavoro: da sabato cancelli riaperti
di Paolo Barbuto
Martedì 18 Ottobre 2022, 23:58 - Ultimo agg. 19 Ottobre, 11:49
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Il giorno dopo il crollo al cimitero monumentale è un giorno di rabbia e tensione. I parenti dei defunti della cappella dell’arciconfraternita della Resurrezione chiedono con forza che non si ripeta quel che è accaduto dopo il crollo del 5 gennaio con i resti mortali lasciati tra le macerie per mesi e non ancora recuperati.

Il cedimento si è verificato nel primo pomeriggio di lunedì: si è schiantato al suolo il muro perimetrale che confina con il “fondo Zevola” al di sotto dell’impianto comunale di cremazione. Non si sono registrate vittime né feriti perché in quel momento il cimitero era chiuso, ma la paura è stata immensa.

Ieri mattina è stata convocata d’urgenza una riunione in Prefettura: al tavolo il Comune, i vigili del Fuoco e la Procura che ha immediatamente aperto un’indagine. Si tratta di un fascicolo separato rispetto a quello dei crolli di inizio 2022, anche se è nelle mani della stessa procuratrice aggiunta, Simona Di Monte.

Per adesso si indaga contro ignoti in attesa di chiarezza sui motivi del cedimento improvviso che, allo stato attuale, non appare collegato ai precedenti crolli, dovuti agli scavi per la realizzazione di un tunnel della Metropolitana. 

Il vertice ha consentito di predisporre un piano d’azione per intervenire con immediatezza. Saranno eseguiti, nelle prossime ore, rilievi in un’ampia area confinante con quella del crollo di lunedì pomeriggio; se necessario verrà ampliata la zona alla quale vietare l’accesso ai visitatori e, a meno di novità attualmente non previste, il cimitero potrebbe essere riaperto al culto già nella giornata di sabato. Insomma, la paura di non poter accedere per il giorno della memoria dei defunti, il 2 novembre, sembra cancellata.

 

Subito dopo la riunione in Prefettura, sul luogo del cedimento è tornato l’assessore ai cimiteri Santagada il quale ha immediatamente predisposto la pulizia del terreno che confina con la cappella crollata, per consentire l’accesso ai mezzi destinati al recupero delle bare rimaste in bilico sul vuoto dopo il crollo. Si tratta di un’operazione chiesta a gran voce dai parenti dei defunti e anche dall’arciconfraternita che gestisce la cappella della Resurrezione: «Chiediamo di specificare che si tratta della “Resurrezione 1”, quella del Monumentale, e non della “Resurrezione 2” che si trova al nuovissimo cimitero e, ovviamente, non ha subito nessun danno», spiegano dal governo dell’arciconfraternita. 

Subito i responsabili si sono messi a disposizione dell’autorità giudiziaria: hanno spiegato di non aver eseguito nessun intervento edile e nessun tipo di scavo; hanno chiarito di non aver avuto sentore del crollo e di non aver notato nulla di anomalo, nessuna crepa sui muri, nemmeno uno scricchiolìo: «Siamo parte lesa in questa vicenda - spiegano dal governo della Resurrezione - aspettiamo di conoscere i motivi del crollo per capire come muoverci e su chi rivalerci per il danno che ha subito questo storico edificio funebre».

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Nelle prossime ore l’intero perimetro che circonda l’area del crollo sarà sottoposto ad un’attenta analisi per capire se esistono altri punti di fragilità all’interno del cimitero.

Tra le ipotesi attualmente sul tavolo c’è quella, remota e considerata non percorribile, di un collegamento con i crolli di gennaio; si cerca di capire anche se al di sotto della porzione di edificio crollata ci fossero sottoservizi che hanno ceduto o se si è verificato un dilavamento del terreno per via di infiltrazioni d’acqua. Solo al termine dei rilievi si darà il via agli interventi di recupero delle salme finite tra le macerie e ai lavori di ripristino della struttura. 

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