Deiulemar Torre del Greco, alta tensione sulle cifre del maxiriparto

Deiulemar Torre del Greco, alta tensione sulle cifre del maxiriparto
di Aniello Sammarco
Martedì 28 Giugno 2022, 11:00
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Diventa rovente l'aria attorno al fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione. E non sono soltanto le temperature di questi giorni a spingere in su il termometro che sta caratterizzando il decennale del crac da oltre 720 milioni di euro che ha coinvolto qualcosa come tredicimila famiglie. A tenere banco in queste settimane è l'atteso maxi-riparto che, come molti si augurano, entro la fine dell'estate dovrebbe ripartire i soldi arrivati dalla transazione sottoscritta con la Bank of Valletta, costretta a versare nelle casse del fallimento della società di fatto (quella costituita dall'ex amministratore unico Michele Iuliano e dagli altri armatori a vario titolo coinvolti nel crac multimilionario) oltre 180 milioni. Una cifra che - e qui sono nati i primi malumori dei truffati - nel primo passaggio di cassa (il trasferimento alla procedura fallimentare della compagnia di navigazione), è diventata di poco superiore ai 174 milioni, di cui solo 170 saranno ripartiti ai creditori. Una perdita del tutto fisiologica, dettata sia da esigenze contabili sia soprattutto da vincoli legislativi, ma che ha indotto più d'uno a manifestare le proprie perplessità attraverso i social, arrivando in alcuni casi a invocare perfino sommosse di piazza per difendere non meglio precisati diritti.

Un uso dei social, a partire dai gruppi che lasciano libero sfogo agli obbligazionisti, che ha costretto i curatori del fallimento Deiulemar compagnia di navigazione (Alfonso Iovane, Vincenzo Di Paolo e Paola Mazza) a prendere una posizione ufficiale, con una nota nella quale i tre professionisti non hanno esitato ad etichettare queste esternazioni come «prive di fondamento» e «tese a turbare l'ordine pubblico».

Nello spiegare che «dei 180.587.000 di euro incassati dalla transazione Bov, è stato bonificato sul conto corrente della procedura fallimentare della compagnia di navigazione l'importo pari a 174.190.972 euro», la curatela evidenzia come «la legge fallimentare per i riparti prevede un iter obbligatorio di circa un mese e mezzo, due mesi dalla predisposizione di un progetto di riparto, essendo necessari il preventivo deposito, l'ordine di deposito in cancelleria da parte del giudice delegato, l'avviso a tutti i creditori, le eventuali osservazioni degli stessi entro 15 giorni, il decreto di esecutività del giudice delegato e la predisposizione delle liste per le diverse categorie di pagamenti». «La predisposizione del progetto di riparto sottolineano ancora Iovane, Di Paolo e Mazza è tra le cose più complesse, non solo per l'elevata attività ma anche, soprattutto nel caso di specie, per l'elevato numero di creditori ammessi». 

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La curatela entra anche nello specifico, evidenziando come la procedura «effettuerà un riparto distribuendo la somma di 170 milioni, pari a circa il 97,6% dell'importo incassato, ossia ben oltre l'80% previsto dall'articolo 113 della legge fallimentare. Detto riparto sarà circa del 18,5% sul credito ammesso e di circa il 20% sul credito residuo». E qui si apre il fronte economico, sicuramente l'aspetto più significativo per la stragrande maggioranza dei risparmiatori truffati. Che in più di dieci anni, va ricordato, hanno portato a casa circa il 6,5%. Insomma, in un sol colpo, le tredicimila famiglie coinvolte nel fallimento Deiulemar a breve potrebbero portare a casa tre volte quando incassato nel primo decennio. Senza dimenticare le trattative in corso sui trust appartenenti alla famiglia Della Gatta e quello riconducibile agli eredi Iuliano, i cui negoziati continuano ad andare avanti anche dopo la dipartita dell'unica erede dell'ex capitano Michele, la figlia Giovanna Iuliano

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