Dialisi, bollette triplicate in Campania: «Aiuti subito o sarà stop»

Dialisi, bollette triplicate in Campania: «Aiuti subito o sarà stop»
di Ettore Mautone
Lunedì 24 Ottobre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 25 Ottobre, 08:38
4 Minuti di Lettura

Bollette alle stelle per i centri di dialisi campani accreditati con il Servizio sanitario. Strutture messe in ginocchio, negli ultimi mesi, da tariffe lievitate di circa il 300 per cento. A rischio di sopravvivenza è un servizio salvavita che riguarda una platea di oltre 5.000 nefropatici, di cui due terzi residenti nell'area metropolitana di Napoli, per un totale di 110 strutture convenzionate che trattano oltre l'80% dell'intero fabbisogno della regione, mentre i posti di dialisi pubblici sono del tutto insufficienti e difficilmente potenziabili perché si tratta di una attività diseconomica per le casse della Regione.

A soffrire di più sono le popolose province a nord e a sud del capoluogo, dove si concentrano il maggior numero di strutture e pazienti: «I rincari record di questi mesi ci preoccupano. La sostenibilità dei costi energetici è diventata il tema principale della gestione degli ambulatori di dialisi», avverte Espedito D'Amaro, delegato della maggiore associazione di categoria del settore, l'Anisap, che rappresenta 85 centri sui 110 esistenti: «I costi record si riverberano sull'intera filiera. Al contrario di altri settori, in questo non si può risparmiare riducendo l'attività». Sul territorio dell'area metropolitana di Napoli sono presenti una settantina di ambulatori di dialisi convenzionati. Gli aumenti medi dei costi energetici superano il 300% nei primi sei mesi del 2022 (da 5mila a circa 15mila euro, a parità di energia consumata) e incidono sui bilanci aziendali, assorbendo i margini di utili al netto dei costi del personale e di esercizio. «Abbiamo in carico circa 90 pazienti - si sfoga Maria Cirillo, titolare del centro Cimasa di Pompei - le ultime bollette sono una stangata insostenibile.

Gestiamo apparecchiature energivore. Si pensi agli impianti di trattamento dell'acqua per la dialisi, che richiedono un funzionamento continuo. Così i reni artificiali e gli impianti di condizionamento e trattamento dell'aria, che devono rimanere sempre attivi. L'aumento delle bollette è più che triplicato. Siamo continuamente con i bilanci a fare i conti ma non tornano». 

In ogni centro ciascun paziente è sottoposto a tre trattamenti alla settimana, 156 all'anno. Si lavora a ritmo continuo su due o tre turni giornalieri, ciascuno di 4 ore. Fabbriche della salute per depurare il sangue di chi ha i reni che non funzionano. «Gli aumenti dell'ultimo anno non sono sostenibili - avverte Luigia Iodice, che gestisce la struttura di Casoria - le tariffe che la Regione ci riconosce sono poi ferme al 1996 ma in questi mesi c'è stato un aumento vertiginoso di tutti i materiali, dei macchinari, della manutenzione, sterilizzazione. Se continua così a fine anno saremo costretti a scelte drastiche». Materia per i prefetti in quanto, trattandosi di prestazioni salvavita, non possono essere interrotte. L'allarme viene lanciato anche da Vincenzo De Simone che gestisce un centro a Poggiomarino: «Il ministero ha messo nel piatto ei fondi una tantum per i costi energetici anche per i convenzionati. Alla Campania dovrebbero andare in totale circa 130 milioni ma non sappiamo se, quando e come questi verranno erogati ai centri convenzionati, considerato che in quella cifra ci sono i costi di Asl, ospedali e i fondi per il Covid. E soprattutto non sappiamo cosa accadrà nel prossimo anno». Paola Murano del Cnp di Frattamaggiore punta il dito sui costi del personale: «Al contrario di altre categorie, a noi la Regione non ha riconosciuto alcun indennizzo sui nuovi contratti benché applichiamo quello della ospitalità privata».

Video

La tariffa per la dialisi standard in Campania è di 165,27 euro a seduta omnicocomprensiva. Per quella convettiva, che garantisce minori tassi di ospedalizzazione e mortalità, è di 232,41 euro con tetto massimo al 20%. In altre Regioni le tariffe sono mediamente più alte del 4% e il tetto è al 40%. Per l'adeguamento bisognerà attendere fine anno quando la Campania sarà definitivamente uscita dal piano di rientro ma non c'è alcuna certezza. Uno scenario a tinte fosche che spinge la categoria alla mobilitazione: l'appuntamento è all'assemblea del 7 novembre all'Holiday inn a Napoli. L'Anisap chiede al governo regionale misure urgenti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA