Dopo il terzo stop alle funicolari
l'Anm riapre la trattativa sindacale

Dopo il terzo stop alle funicolari l'Anm riapre la trattativa sindacale
di Pierluigi Frattasi
Giovedì 29 Novembre 2018, 08:49 - Ultimo agg. 10:03
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Si fermano ancora le funicolari di Mergellina e Montesanto, bloccate rispettivamente dalle 14 e dalle 19 ieri pomeriggio dall’epidemia che ha colpito i capiservizio. Ma al terzo giorno di stop, l’Anm è pronta a tendere la mano ai lavoratori e a riaprire il tavolo di trattativa. «Confermiamo la disponibilità a rincontrarci per discutere sulla vertenza sindacale. È chiaro che su certi comportamenti, come le malattie, saremo fermi e inflessibili». Tra i motivi del contendere c’è il cosiddetto inquadramento dei capiservizio. Mentre i vecchi assunti con l’ex MetroNapoli, infatti, ad oggi possono godere di un parametro più alto, con relativi benefit, i nuovi assunti entrati quest’anno, invece, hanno un inquadramento inferiore.  
In totale sono 9 su 15, e chiedono di essere equiparati agli altri. Una vicenda che si trascina da mesi, sfociata in un braccio di ferro a suon di ricorsi, cause e scioperi. Ma l’azienda è pronta a risolvere la questione con una proposta che potrebbe acquietare gli animi e ammorbidire le proteste anche per l’altra questione del ritorno delle corse serali nel weekend. Potrebbe saltare, intanto, l’incontro con i sindacati previsto per oggi per discutere i prolungamenti serali anche della metropolitana Linea 1. Alcuni hanno chiesto un rinvio. Mentre la vertenza Anm la prossima settimana approderà in Prefettura. 
I CAPISERVIZIO 
Al centro delle polemiche per le malattie che li hanno messi fuori gioco a rotazione in questi giorni, bloccando gli impianti, ci sono i capiservizio delle funicolari cittadine. In totale sono 15. Il problema è che pur avendo le stesse funzioni e responsabilità non tutti hanno lo stesso inquadramento contrattuale. Quelli più anziani, ex MetroNapoli, hanno il parametro 205. In totale sono 6. I restanti 9, invece, hanno il parametro inferiore 193. L’Anm ha reclutato questi ultimi proprio quest’anno facendo scorrere una graduatoria del 2012, gli ultimi 3 tra settembre e ottobre. Ma la disparità di trattamento ha acceso subito lo scontro. Prima dell’estate ci sono state manifestazioni e blocchi. Contemporaneamente si sono verificati anche gli episodi delle malattie tra i capiservizio, con quelli fuori servizio che non davano la disponibilità per le sostituzioni. Per risolvere la questione, l’Anm aveva preparato una proposta, che prevedeva di promuovere al parametro 205 coloro che avessero almeno 4 abilitazioni e 4 anni di servizio. Ma in questo modo, sarebbero comunque rimasti fuori 4 che non avevano i requisiti. 
L’OFFERTA 
Adesso, l’azienda potrebbe riaprire il tavolo di confronto sugli avanzamenti superiori. «Si tratta di una vertenza già aperta – spiega Pascale – Se si trova una quadra dovrà essere per tutti e 15, fissando delle precise modalità poi con le quali vengono riconosciuti i parametri. La questione è disciplinata da un contratto collettivo nazionale. L’obiettivo della vertenza sui parametri dei capiservizio e sulla reperibilità è finalizzata proprio a questo. Noi vogliamo asssegnare una volta per tutte un parametro a chi svolge un determinato servizio. Un paio di caposervizio hanno vertenze sul riconoscmeto dei parametri. La soluzione che noi vorremmo cercare di trovare concilia anche queste posizioni». Sullo sfondo resta la questione dei prolungamenti delle corse, che, però, nella trattativa appare marginale. 
IL PATTO MAI RISPETTATO 
Già nel 2015 l’azienda raggiunse un accordo con i sindacati che prevedeva una complessiva riorganizzazione di metro e funicolari e includeva anche le corse serali in regime ordinario e non più pagate con gli straordinari. L’accordo prevedeva per il metrò l’istituzione di nuove figure come l’Operatore di Pronto Intervento (Opi), con profilo di capotreno, e per le funicolari Centrale e Chiaia corse serali il venerdì e il sabato con due turni e premi di 6 e 18 euro. «Cgil, Cisl e Uil – racconta Tonino Aiello, segretario Uiltrasporti Campania – il 16 novembre scorso hanno aperto una procedura di raffreddamento proprio per chiedere il rispetto di quell’accordo già sottoscritto da tutte le parti, ma mai applicato da Anm nonostante i nostri continui solleciti».

Per Aiello, quindi, sono «paradossali le parole dell’azienda che lunedì ha affermato che i tre sindacati “non hanno voluto aprire nessuna trattativa sul prolungamento orario delle Funicolari, in coerenza con quanto già previsto dall’accordo del 2015”. Noi abbiamo sempre cercato di trovare accordi, e l’abbiamo dimostrato con gli ultimi protocolli». Poi, Aiello avverte sul definire le malattie “strumentali”. «Prima di esprimere un giudizio – dice - bisogna essere certi, se poi il “diritto” della tutela dovesse essere trasformato in uno strumento di protesta, sarei il primo a prenderne le distanze, poiché sarebbe grave e deplorevole. Non è il sindacato – conclude - che stabilisce i superminimi o le idoneità». «Ben vengano le corse serali della Funicolare Centrale nei festivi – aggiunge Aniello Esposito, consigliere Pd – Anzi chiedo che i trasporti napoletani siano fruibili in questa modalità tutti i giorni. Ma non si potenzino i trasporti solo per alcuni quartieri. Devono funzionare invece soprattutto per le periferie, oggi isolate e senza neanche più il tram».

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