Pietre d'inciampo, l'ira dell'assessore de Majo: «Ebrei scorretti»

Pietre d'inciampo, l'ira dell'assessore de Majo: «Ebrei scorretti»
di Antonio Menna
Domenica 5 Gennaio 2020, 11:05 - Ultimo agg. 6 Gennaio, 00:29
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«Criticare, anche aspramente, la politica di uno Stato non ha nulla a che fare con i rigurgiti di odio ed intolleranza che pure stanno tornando sempre più forti e violenti nella nostra società». Replica così l'assessore alla Cultura, Eleonora de Majo, alla comunità ebraica di Napoli che, in polemica con «l'attivismo anti-israeliano» dell'esponente politico, diserterà la cerimonia di martedì, quando in piazza Bovio saranno collocate nove pietre di inciampo in memoria della famiglia Procaccia, ebrei napoletani vittime della Shoah. «Apprendo - scrive in una nota l'assessore - che la Comunità ebraica non sarà presente a causa delle mie posizioni contro lo Stato di Israele. Nel rispetto delle scelte insindacabili di ognuno, ritengo questa sovrapposizione pericolosa e profondamente disonesta intellettualmente. L'antisemitismo esiste, è vero, ma bisognerebbe cercarlo dove cresce rigoglioso, vale a dire nelle sedi dei gruppi di estrema destra di cui sempre meno e con sempre meno convinzione si chiede la chiusura». Non arretra l'esponente del centro sociale Insurgencia, da poco meno di due mesi passata dai banchi del Consiglio a quelli della giunta, che in passato ha espresso giudizi molto duri sullo Stato d'Israele e per questo era già stata contestata dalla comunità ebraica all'atto della nomina.

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LO SCONTRO
«La cultura antifascista - ribadisce de Majo - è scritta inequivocabilmente nella mia biografia, nelle mie scelte di vita e nella militanza che ha caratterizzato tutto il mio percorso politico e che mi ha portato tante volte al confronto anche duro e frontale con quegli odiatori di professione di cui dovremmo seriamente tutti preoccuparci. Mi spiace sinceramente per chi ha scelto questa importante celebrazione come ennesima occasione di polemica ma Napoli martedì ricorderà le vittime della Shoah nel rispetto della storia antifascista nella quale ognuno di noi si riconosce orgogliosamente».

«L'assessore ripete sempre le stesse cose - ribatte Lydia Schapirer, presidente della Comunità ebraica di Napoli - e io non posso quindi che ribadire la nostra posizione, già ben espressa nella lettera che è stata diffusa ieri. Come scritto nel documento, in gioco ci sono valori dal significato alto e inequivocabile, come il diritto di esistere per lo Stato d'Israele. È paradossale che ci sia qualcuno pronto a ricordare gli ebrei morti per poi disprezzare quelli vivi. Antisionismo e antisemitismo sono le due facce di un'identica medaglia. Rammarico per non cogliere una occasione così bella per chiudere la polemica? L'assessore de Majo è una donna intelligente, se vuole chiudere la vicenda sa come farlo. Sta all'amministrazione comunale di Napoli - la città delle Quattro giornate - stabilire se la componente ebraica ha un valore oppure no. Sta a loro trovare gli strumenti per recuperare un rapporto».

LE REAZIONI
Si ribadisce, quindi, l'assenza della comunità alla cerimonia di ricordo dei nove componenti della famiglia Procaccia, tra cui due bambini, che per salvarsi dai bombardamenti alleati si misero in viaggio verso la Toscana e lì furono prima arrestati e poi deportati ad Auschwitz. Una cerimonia, quella delle pietre di inciampo, che nasce proprio dalla volontà di ricordare chi così duramente ha pagato una pagina nera della storia e che invece vede l'assenza paradossale della Comunità ebraica. Alla scelta si associa anche la federazione Italia-Israele. «Sottoscriviamo e facciamo nostra - dice il presidente nazionale, Giuseppe Crimaldi - la lettera inviata alla giunta comunale presieduta dal sindaco de Magistris, confermando che non parteciperemo alla cerimonia prevista per martedì. La Federazione ritiene che la presenza dell'assessore de Majo - che ha ripetutamente espresso giudizi offensivi e inaccettabili nei confronti dello Stato d'Israele, senza peraltro mai smentirli - appaia in tale occasione quanto mai inadeguata. Ripetere - come continua a fare l'assessore - che antisionismo e antisemitismo sono cose diverse tra loro equivale a mascherare inutilmente il proprio odio nei confronti di uno Stato, Israele, che continua a rimanere unico faro di democrazia in un Medio Oriente infiammato dalle guerre, dagli integralismi e dal pregiudizio». A suggerire una via di uscita al primo cittadino è il consigliere comunale del Pd, Diego Venanzoni: «Per la cerimonia, il sindaco eviti di delegare l'assessore de Majo, così eviterà di creare un nuovo incidente e il conseguente imbarazzo per la città di Napoli. L'assenza già annunciata della Comunità ebraica è un brutto segnale. Il sindaco dimostri non solo con le parole, che Napoli è città della solidarietà e dell'accoglienza e tenga tutti uniti».
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