Isca, lo Stato non risponde: l'isola di Eduardo De Filippo ai privati per 10 milioni

Isca, lo Stato non risponde: l'isola di Eduardo De Filippo ai privati per 10 milioni
di Massimiliano D'Esposito
Martedì 11 Gennaio 2022, 23:51 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 17:22
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Ancora poche ore e gli imprenditori Giacomo Cinque e Riccardo Ruggiti potranno entrare in possesso dell’isola de l’Isca. Domani è l’ultimo giorno utile per far valere il diritto di prelazione da parte dell’Area marina protetta di Punta Campanella, dopodiché sarà valido il contratto sottoscritto tra gli eredi De Filippo e i titolari dell’Antica Sartoria, il marchio di abbigliamento nato a Positano. In realtà già da un po’ è tramontata l’ipotesi che il ministero della Transizione ecologica potesse mettere sul piatto la cifra utile a strappare di mano ai due uomini d’affari quello che per quasi quarant’anni ha rappresentato il buen retiro del grande Eduardo De Filippo. L’attore e drammaturgo napoletano se ne era innamorato e lo acquistò nel 1947, per 18mila lire, da Vittorio Astarita, il figlio del banchiere di Meta Tommaso. Dopo la sua morte l’Isca è passata al figlio Luca, e alla scomparsa di questi ai suoi eredi che, a fine 2020, hanno avviato la trattativa per venderla. Accordo siglato lo scorso ottobre. 

Gli acquirenti verseranno ai venditori circa 10 milioni e 300mila euro. Cifra che non è alla portata del ministero che fa capo a Roberto Cingolani. La conferma poco prima di Natale, quando è stato comunicato ai vertici dell’Amp che l’ex ministero dell’Ambiente «non ha in assegnazione capitoli di bilancio adeguati a un’operazione del genere». «La volontà del Parco - spiega il presidente Lucio Cacace - sin dal primo momento è stata quella di provare a esercitare il diritto di prelazione, anche se siamo sempre stati consapevoli della complessità dell’affare. Abbiamo interpellato il ministero della Transizione ecologica che, dopo attenta valutazione, non ha potuto finanziare l’acquisto». Non è andata meglio al Comune di Massa Lubrense che si è rivolto al ministero per i Beni e le attività culturali perché apponesse il vincolo archeologico sull’Isca, che ospita i resti di una grande villa risalente all’epoca dell’impero, comprendente due ninfei in altrettante grotte naturali. Questo avrebbe fatto sì che il diritto di prelazione potesse essere esercitato anche dal dicastero di Dario Franceschini, ma anche in questo caso non sono arrivate buone notizie da Roma.

Eventualmente il vincolo potrà essere apposto in un secondo momento e questo garantirebbe una maggiore tutela per i reperti archeologici presenti, ma senza incidere nella compravendita. La salvaguardia ambientale, invece, è già garantita dal fatto che l’isola ricade in zona B del Parco di Punta Campanella. È pertanto protetta sul piano paesaggistico e dell’ecosistema marino, anche perché è zona di riproduzione del gabbiano corso.

 

Grande circa 30mila metri quadrati, l’isola è ricca di vegetazione tipica della macchia mediterranea con la presenza di numerosi alberi secolari di ulivo. Nella sua parte interna, in parte nascosta dalla natura incontaminata, c’è la villa che fu di Eduardo, che occupa 350 metri quadri di superficie totale. Un lembo di terra che emerge tra i golfi di Napoli e Salerno, a 500 metri dal suggestivo fiordo di Crapolla e che può essere raggiunto in pochi minuti di navigazione da Marina del Cantone, la spiaggia dei vip di Massa Lubrense. Un piccolo angolo di paradiso. «La salvaguardia del sito non sarà messa in pericolo - conferma il presidente Cacace -. Abbiamo già precisato agli acquirenti, sin dal primo momento, che in nessun caso la tutela dell’Isca e del mare prospiciente sarà messa in discussione da operazioni speculative. E abbiamo trovato l’assenso e la piena disponibilità dei due imprenditori che ci hanno riferito di essere pronti a collaborare per la difesa e la valorizzazione dell’isola. È, infatti il regolamento del Parco, e non la proprietà dell’isolotto, a definire e delimitare le attività consentite e quelle vietate per evitare di arrecare danni al patrimonio naturalistico dell’Isca e del mare. Del resto - sottolinea Cacace - cosi è sempre avvenuto dal 1997, anno di istituzione del Parco, per tutto il tempo in cui l’Isca è stata proprietà degli eredi De Filippo».
 

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