Esplosione nel commissariato di Castellammare, l'ipotesi: bombe carta sequestrate ai clan e «dimenticate» in una stanza

Esplosione nel commissariato di Castellammare, l'ipotesi: bombe carta sequestrate ai clan e «dimenticate» in una stanza
di Dario Sautto
Giovedì 1 Luglio 2021, 23:48 - Ultimo agg. 2 Luglio, 09:17
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Alcune bombe carta sequestrate e lasciate in uno degli uffici. Il forte caldo. Forse il surriscaldamento di qualche computer. Intorno alle 15,30 di ieri, una violenta serie di esplosioni ha sventrato parte del primo piano del commissariato di polizia di via Alcide de Gasperi a Castellammare di Stabia. Una deflagrazione violentissima, che ha fatto esplodere gli airbag di alcune auto parcheggiate in zona, mandando in frantumi le finestre della vicina stazione dei carabinieri Forestali e fatto crollare la controsoffittatura di una palestra attigua, dove si stavano allenando alcune giovani. 


L’esplosione è stata sentita a diverse centinaia di metri di distanza, mentre il fumo bianco era visibile anche a diversi chilometri da Castellammare. «Abbiamo sentito almeno tre esplosioni in rapida successione – racconta Michele, in quel momento in palestra – eravamo terrorizzati. Abbiamo sentito puzza di fuochi d’artificio. Prima siamo usciti fuori, poi siamo stati invitati a rimanere chiusi in palestra per motivi di sicurezza per circa mezz’ora. Abbiamo temuto una strage». Solo per caso non ci sono feriti: nessuno transitava in auto, moto o a piedi in quel preciso momento, nessuno era affacciato. 
L’esplosione ha mandato in frantumi finestre e sfondato i muri interni al commissariato, che si sono letteralmente sbriciolati per la deflagrazione.

Pezzi di computer e finestre sono arrivati in strada, in quel momento deserta. Detriti e schegge sono schizzati per decine di metri, fino al marciapiede opposto. In quegli uffici al primo piano e nel locale utilizzato come spogliatoio dal personale non era presente nessun agente. Una serie di coincidenze che ha evitato una possibile strage. La conta dei danni parla di almeno sei stanze del commissariato totalmente inagibili.

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La Procura di Torre Annunziata, guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso, ha aperto un fascicolo perché sono tanti gli aspetti da chiarire. Esclusa fin dal primo momento l’ipotesi di un attentato, le indagini sono affidate agli agenti della Squadra Mobile di Napoli. Sul posto sono giunti anche il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli e il questore di Napoli Alessandro Giuliano, insieme al vicario Vincenzo Gioia, per anni alla guida del commissariato stabiese, oggi guidato dal primo dirigente Pietropaolo Auriemma. Sul posto si è precipitato anche il sindaco Gaetano Cimmino.
Il personale del 118 ha soccorso una agente che aveva accusato un malore e un poliziotto che ha riportato lievi escoriazioni, nessuno è andato in ospedale. I vigili del fuoco hanno effettuato i primi sopralluoghi per mettere in sicurezza l’area dell’esplosione e comprenderne le cause. Esclusa l’ipotesi del guasto a una caldaia – assente in quelle stanze – l’attenzione è tutta rivolta a una scatola contenente bombe carta sequestrate e stoccate in una di quelle stanze. Sul posto, per effettuare i primi rilievi, sono intervenuti anche gli esperti della polizia scientifica di Napoli. 

In giornata è attesa dalla Procura una prima informativa, per ipotizzare reati di natura colposa e far procedere le indagini. È chiaro, infatti, che si sia verificata un’anomalia e va compreso di che genere. L’ipotesi principale è che sia stato effettuato un sequestro di bombe carta alla camorra e che si siano perse le tracce di questo intervento, tant’è che il pericoloso materiale esplodente non è stato distrutto come da prassi, ma è stato addirittura accantonato in un ufficio o in una stanza di servizio del commissariato. Una pericolosa dimenticanza che poteva costare la vita a qualche poliziotto o ad ignari passanti. Chi ha dimenticato quegli ordigni? Quando è accaduto? Su questi aspetti, i poliziotti della squadra mobile effettueranno approfondimenti, di concerto con la Procura, per fare chiarezza su una vicenda davvero inquietante che ha scosso il tranquillo pomeriggio di Castellammare.
 

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