Fase 2 a Napoli, in Tribunale tre processi per collegio ma è paralisi nella sezione lavoro

Fase 2 a Napoli, in Tribunale tre processi per collegio ma è paralisi nella sezione lavoro
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 4 Maggio 2020, 08:03 - Ultimo agg. 10:24
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Tre processi (con detenuti) al giorno per ogni collegio; cinque processi al giorno per ogni giudice monocratico, con una scansione cronologica rigorosa, in grado di coprire l'intera giornata (fino alla sera). È questa la bozza organizzativa su cui stanno lavorando i capi degli uffici, in vista della riapertura del Palazzo di giustizia, dal 12 maggio in poi. Prove tecniche di fase due, tornano a riempirsi le cancellerie, personale amministrativo richiamato fisicamente in servizio (quando non è possibile lavorare con strumenti agili, da remoto), si prova a recuperare il gap di questi due mesi di quarantena. Oltre diecimila udienze rinviate, poche attività svolte nella cittadella di piazza Cenni, per lo più legate a direttissime e convalide (svolte con l'ausilio di connessioni internet o videoconferenze), bisogna ripartire. Spiega il presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo: «Abbiamo studiato i ruoli delle rispettive sezioni fino alla fine di giugno, stiamo lavorando per consentire lo svolgimento delle discussioni dei processi con detenuti, nel rispetto delle norme sanitarie. Orari e scadenze saranno comunicati, ci aspetta un periodo di rodaggio, insieme ce la possiamo fare a rimettere in moto la macchina giudiziaria». 
 

 

Fase due senza strappi, dunque, anche alla luce di quanto previsto dall'ultimo decreto ministeriale, che ha ridotto di gran lunga il peso del processo penale da remoto. Cosa cambia allora nelle aule di giustizia?

Spiega Ermanno Carnevale, presidente della Camera penale, «reduce» da un confronto via fb seguito da centinaia di penalisti, al quale ha preso parte anche il presidente di Unioncamere Gian Domenico Caiazza: «Siamo pronti a ripartire. Con senso di responsabilità, nel rispetto dei protocolli sanitari e organizzativi, noi ci siamo, compatti e uniti. Abbiamo ottenuto un punto fermo, a leggere l'ultimo decreto: il processo penale si fa in aula, almeno per quanto riguarda il dibattimento, il confronto tra le parti, al cospetto di un giudice. Altra cosa è la possibilità di usare più telematica per evadere alcune pratiche che, altrimenti ingolferebbero cancellerie e ascensori, oltre ad appesantire le nostre mattinate. Mi riferisco alla necessità di rafforzare gli scambi di comunicazioni tra avvocati e cancellerie dell'autorità giudiziaria, ma anche all'esigenza di costruire solidi presìdi telematici per tante delle nostre attività». A cosa fa riferimento il presidente Carnevale? «Ancora oggi non è possibile depositare una impugnazione a mezzo pec, perché occorre la copia cartacea; invece, deve diventare ordinario chiedere e ottenere a mezzo pec la copia di una sentenza, ovviamente pagando i diritti di cancelleria; oppure poter inoltrare una querela sempre a mezzo pec (al netto del confronto con un ufficiale giudiziario): si tratta di attività che si possono svolgere in modo smart, agevole, ma occorrono presìdi telematici facilmente accessibili a tutti i professionisti, altrimenti continueremo a stare in fila dinanzi agli ascensori anche solo per depositare una impugnazione».
 

Fase due allo start, non ci sono solo i penalisti a chiedere ascolto. In questi giorni, anche il civile (dove però il canale telematico è decisamente più avanti) attende le nuove disposizioni. Si lavora per rafforzare i presìdi all'ingresso del giudice di pace di Barra e di caserma Garibaldi, mentre anche in piazza Cenni da giorni si lavora alla ripartenza. Soffrono alcuni settori, come le sezioni famiglia e lavoro, che richiedono la presenza delle parti in alcune udienze, rendendo difficile il distanziamento sociale, anche al netto di guanti e mascherine. Spiega l'avvocato Giuliana Quattromini, componente della commissione lavoro del Coa: «In questi due mesi c'è stata la quarantena dei diritti per quanto riguarda i processi urgenti di Lavoro, parliamo di licenziamenti e trasferimenti che non dovevano essere rinviati, invece abbiamo registrato addirittura il blocco delle fissazioni».
Potranno ripartire alcune attività commerciali, come il bar tabacchi e come la storica edicola di piazza Cenni. Avanti per step, almeno fino al 31 luglio, sempre con un occhio ai numeri del virus, nel tentativo di scongiurare un pericoloso rebound di contagi.

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