Fase due a Napoli, l'ultimo dietrofront: sì alle pizze a domicilio il primo maggio

Fase due a Napoli, l'ultimo dietrofront: sì alle pizze a domicilio il primo maggio
di Paolo Barbuto
Giovedì 30 Aprile 2020, 08:00 - Ultimo agg. 08:02
3 Minuti di Lettura

Nessuna limitazione alla consegna di cibo a casa, nemmeno domani, primo maggio, giorno in cui era stata imposta, con una specifica ordinanza regionale, la chiusura di qualsiasi esercizio commerciale. La puntualizzazione è arrivata ieri pomeriggio, la terza nel giro di 24 ore riferita al documento che ha sancito una parziale riapertura di attività e spazi in Campania.

Quello che segue è il racconto della sequenza di richieste, appelli, ordinanze, modifiche, precisazioni che s'è susseguito negli ultimi dieci giorni in Campania sul tema delle chiusure per il primo maggio.
 

 

Tutto inizia il 21 aprile quando l'Anci Campania si rivolge al presidente della regione De Luca chiedendo, per il giorno della festa del lavoro, la chiusura dei supermercati «al fine di scongiurare i rischi sanitari correlati a uscite massive ed assembramenti, tenuto conto della radicata e consolidata tradizione dei cittadini di uscire, nei giorni di festa, per fare acquisti di alimentari».

Il giorno seguente, siamo al 22 di aprile, la Regione dirama un'ordinanza specifica con la quale si impone che nel pomeriggio del 25 aprile e nelle intere giornate del 26 aprile e del primo maggio, tutte le serrande resteranno abbassate eccezion fatta per farmacie, parafarmacie, edicole e benzinai.

Trascorrono tre giorni, arriviamo al 25 aprile con l'ordinanza tanto attesa, quella per la riapertura, a partire dal 27 aprile, di bar e pasticcerie la mattina, ristoranti e pizzerie in serata, ma solo per il delivery. Il 28 aprile arriva una precisazione sul fatto che nel delivery della ristorazione, quello serale, sono compresi anche pub, vinerie e kebabbari.

Infine il 29 aprile, e siamo a ieri, arriva un nuovo documento dove si precisa che dalla chiusura imposta a tutti per il primo maggio sono esclusi quelli riaperti il 27 aprile, cioè chi può portare cibo e dolci a casa. Difficile star dietro a tutti questi documenti.
 

La notizia della possibile apertura anche nella giornata di domani è stata accolta con entusiasmo dai ristoratori che avevano già immaginato di dover fermare subito l'attività, dopo appena quattro giorni dalla riapertura.

Particolarmente felici quelli che, dopo aver affrontato e superato la burocrazia si accingevano ad aprire proprio nella giornata di oggi: «Sarebbe stato strano aprire un giorno e chiudere immediatamente in quello successivo - spiega Massimo Di Porzio, vertice napoletano di Fipe Confcommercio - questa apertura per il primo maggio è un buon segnale per tutti: significa che la ripartenza è reale, che possiamo ricominciare a sperare, anche se il futuro sarà complicato».

Proprio sul tema della ripresa delle attività di ristorazione ieri c'è stato un incontro fra il governatore De Luca e lo chef stellato Gennaro Esposito che collabora con il Ministero della Salute per la definizione delle linee guida del settore in vista della fase 2. Lo chef ha incontrato anche l'Unità di Crisi della Campania con l'obiettivo, spiega una nota di Santa Lucia, «del rilancio nel più breve tempo possibile dell'intero comparto della ristorazione duramente colpito dall'emergenza Covid-19». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA