Fincantieri Castellammare, sale la tensione: «No alla riduzione, l'azienda batta un colpo»

Fincantieri Castellammare, sale la tensione: «No alla riduzione, l'azienda batta un colpo»
di Fiorangela d'Amora
Domenica 27 Giugno 2021, 13:00
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Il possibile ridimensionamento di Fincantieri per fare spazio a un polo crocieristico diventa un caso politico bipartisan. La difesa dello storico stabilimento è un tema caro alla città, ai suoi politici e sindacalisti che negli anni hanno difeso il lavoro delle maestranze. L'ultimo varo nel 2019, quando scese in acqua la nave Trieste, l'ammiraglia della Marina Militare; poi solo la costruzione di tronconi di navi. Fino alla presentazione del progetto dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno della Campania, che vuole modificare la banchina del porto per permettere l'attracco di navi da crociera. Gli operai Fincantieri sono scesi in strada venerdì mattina per protestare contro un polo croceristico che potrebbe ridimensionare il cantiere prendendo spazi essenziali dal sito di produzione. «No alla riduzione della Fincantieri di Stabia», ribadisce Annarita Patriarca, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale. «La struttura di Castellammare è una dei centri d'eccellenza dell'azienda e, come tale, va difesa e salvaguardata a tutti i livelli. La linea di difesa dello stabilimento è una sola: Fincantieri non può cedere aree strategiche, dal punto di vista industriale, ma deve anzi acquisirle. Fincantieri non può rimpicciolirsi, per lasciare spazio ad altri, ma deve anzi ingrandirsi». 

La linea - ora passata nelle mani del Comune, che avrà 45 giorni per presentare le sue osservazioni al documento di Pianificazione Strategica depositato dall'Autorità Portuale - prevede la creazione del polo croceristico modificando parte di una banchina che si trova all'interno di Fincantieri. «Idee come quelle della stazione crocieristica a Castellammare, che tra l'altro si rincorrono da anni, non sono funzionali al grande piano di rilancio del cantiere che è e deve restare la priorità dell'azienda e delle istituzioni, a tutti i livelli - aggiunge Patriarca - Stupisce piuttosto il silenzio di Fincantieri su queste ipotesi che prevedono un ridimensionamento dello stabilimento.

L'azienda ha il dovere di fare chiarezza sul futuro della struttura». Più moderata la visione di Italia Viva che attraverso i suoi rappresentanti locali, Andrea Di Martino e Antonio Pannullo, fa sentire la propria voce. «L'hub croceristico non può prescindere dalla necessità di interventi infrastrutturali su Fincantieri - spiegano il consigliere e coordinatore cittadino - è necessario e imprescindibile un intervento che consenta al cantiere navale una mission industriale vera, con la salvaguardia e l'incremento dei livelli occupazionali nonché una ritrovata capacità di stare sul mercato attraverso la costruzione di un bacino di costruzione (di costruzione, e non di semplice carenaggio) per navi di medio/alto cabotaggio». 

A spiegare cosa andrebbe fatto nel concreto ci pensa Giovanni Maresca, storico operaio e sindacalista Fincantieri. «Un cantiere navale per essere in grado di costruire navi deve avere spazi, se l'hub crocieristico prende spazi al cantiere e non ne concedono altri, per un fatto naturale il cantiere perde la propria forza. Prima di prendersi spazi o si fa un riempimento lato officina tubisti, o si prendono spazi dalla corderia. Gli operai non scendono in piazza per gioco ma per difendere la propria esistenza. Una proposta già c'è - spiega Maresca - girare il cantiere verso la corderia con la costruzione del bacino a mare, con lo spostamento di tutta la palazzina oltre la discesa. In questo modo si libererebbero le terme che avrebbero uno sbocco a mare. Siate chiari - chiede il sindacalista alle istituzioni - volete prendere gli spazi senza fare investimenti, ma così facciamo solo un favore ai turisti diretti a Sorrento, mettendo in difficoltà 560 dipendenti Fincantieri e oltre 800 dell'indotto». 

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