I frati francescani ora rischiano lo sfratto: parte una raccolta di firme per sventarlo

I frati francescani ora rischiano lo sfratto: parte una raccolta di firme per sventarlo
di Giuliana Covella
Martedì 9 Luglio 2019, 12:00
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SAN GENNARO VESUVIANO - Rischio sfratto per il convento dei frati francescani a San Gennaro Vesuviano, parte la raccolta firme dei cittadini. A fronte di una nuova destinazione sociale pensata per la realtà religiosa fondata nel 1613 dal marchese Scipione Pignatelli per i frati minori, si preannunciano tempi duri. Tanto che l'intera comunità è preoccupata per il destino del convento al punto da indirizzare una petizione a padre Giuseppe Sorrentino, dei frati minori di Marigliano da cui è retta la chiesa; a monsignor Francesco Marino, vescovo di Nola e a padre Carlo Amodio, ministro provinciale dei frati minori di Napoli e Caserta.
 
«Sembrava che tutto andasse per il verso giusto - si legge nella petizione - da quando padre Antonio Siciliano, nominato rettore della chiesa di San Gennaro dei frati minori, aveva intrapreso la missione che gli era stata affidata dai superiori, cioè mantenere viva la fiammella francescana nel nostro comune. Grande è il legame tra il convento e i residenti, grazie all'apertura della struttura ai giovani e ai volontari per convegni, concerti, mostre e premi d'arte, che hanno dimostrato finora la vitalità di un'istituzione che dura da quattrocento anni». A San Gennaro il luogo di culto è una specie di avamposto di cultura, arte e storia da secoli. Ma ora a creare allarme tra la gente è la notizia che la struttura sarà destinata a una nuova funzione sociale: «Ben venga, ma tutto si realizzi nel solco della storia e della tradizione», è il coro unanime dei cittadini. Il Comune vesuviano, sorto intorno al convento francescano, ne ha sempre conservato la memoria. Sin dalle origini i religiosi organizzarono una fiera annuale, ancora oggi tra le più famose della regione, diventata fiorente luogo di commercio di prodotti agricoli, manufatti artigianali, bestiame. E furono proprio i frati tra i sostenitori del processo di autonomia e lotta per la libertà e la Costituzione. Ora una nube sembra abbattersi su di loro: in questi ultimi giorni autorità superiori si stanno avvicendando a visitare il convento, per deciderne il futuro, in cui non ci sarebbe la presenza dei religiosi.

A ribadire la necessità di preservare il legame tra la comunità di San Gennaro Vesuviano e il suo convento è Aniello Giugliano, dell'associazione Amici del Convento: «Apprezzo l'idea di dar luogo ad un nuovo corso nella vita della struttura, con la partecipazione della Diocesi, del Decanato, della parrocchia, ma non credo sia opportuno sfrattare i frati e le altre istituzioni francescane che vi hanno operato per secoli. Anche perché, se si vuol realizzare qualcosa di davvero importante, ci sarà bisogno dell'apporto di molti e del carisma di tutti, senza mettere alla porta chi finora ha lavorato per tutelare quel luogo». «Monsignor Francesco Marino - conclude Giugliano - con la sua sapienza e la sua prudenza, saprà creare i giusti equilibri, inglobando nel disegno progettuale tutti coloro che potranno e vorranno offrire il proprio contributo».
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