Musicista ucciso a Napoli, Meloni telefona alla madre di Giogiò: «Colloquio sincero, presto un incontro»

«Servono punizioni esemplari». Mercoledì i funerali di Giovanbattista Cutolo nella Chiesa del Gesù

Daniela Di Maggio, madre del musicista ucciso
Daniela Di Maggio, madre del musicista ucciso
di Maria Chiara Aulisio
Domenica 3 Settembre 2023, 23:00 - Ultimo agg. 5 Settembre, 09:19
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«È stata una conversazione tra due mamme, sincera e accorata, mi è sembrato di conoscerla da sempre. Le ho chiesto se potevo chiamarla Giorgia, mi ha risposto “certo, devi chiamarmi Giorgia”. Poi mi ha fatto una domanda: che cosa posso fare per te? Non ho avuto neanche un attimo di esitazione: voglio incontrarti, le ho risposto, devi aiutarmi a fare in modo che altre madri non vivano mai più drammi come questo. La criminalità non può averla vinta, dobbiamo proteggere i nostri ragazzi, la parte sana del Paese, il futuro che vorremmo».

La telefonata della premier è arrivata sabato pomeriggio direttamente al cellulare di Daniela Di Maggio, la madre di Giovanbattista Cutolo, il giovane e talentuoso musicista ucciso a colpi di pistola da un ragazzino di sedici anni in piazza Municipio: «Il telefono si è illuminato, è comparso un numero che non conoscevo: ho risposto, ci ho messo un po’ a capire che davvero era la Meloni. Mi ha chiamato dal suo telefono privato, la morte di Giogiò l’ha lasciata senza fiato». Nella stessa giornata una telefonata anche dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Sento con forza lo Stato accanto a me - aggiunge Daniela - voglio ringraziare di cuore anche il questore Maurizio Agricola e il capo della squadra mobile Alfredo Fabbrocini, lo devo a loro se oggi mi sento un po’ meno sola».

 

Non conosce ancora la data dell’incontro con il presidente Meloni ma la mamma di Giogiò è abbastanza convinta che avverrà presto: «È una donna di parola, abituata a mantenere le promesse. Sono certa che si farà risentire quanto prima». Ha le idee chiare Daniela Di Maggio sui temi che intende affrontare durante il colloquio con il Presidente del Consiglio. Al primo punto la punibilità: «Chi commette un delitto deve scontare una pena. È normale che non accada nulla solo perché è minorenne? A 16 anni, ma pure prima, possono essere già killer esperti. Chi ha ucciso mio figlio era recidivo: voglio una legge più severa nel nome di Giovanbattista». Da qui l’appello al presidente Sergio Mattarella: «Mio figlio merita una medaglia al valore civile. Lo Stato deve riconoscere il suo sacrificio, ha perso la vita, dobbiamo considerarlo un eroe». 

Era un talento nel mondo della musica, il giovane Giogiò, come piaceva chiamarlo agli amici, serio e ambizioso, disponibile e pronto al sacrificio pur di non dare fastidio a nessuno, a casa e fuori casa, sul posto di lavoro e nell’orchestra: «Era fatto così - lo ricorda la mamma - autonomo ma sempre presente nella vita della famiglia.

Un piccolo gioiello. L’ho detto a Giorgia: il mio ragazzo era un diamante che una pietra ha mandato in frantumi. È dura ma troverò il coraggio di andare avanti, lo devo a lui e a tutti i giovani come lui. Basta vite spezzate per mano di chi ora merita punizioni esemplari».

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Un ringraziamento particolare al sindaco Manfredi e al prefetto Palomba: «Hanno fatto tutto il possibile per farmi sentire solidarietà e vicinanza in un momento in cui mi sembrava di impazzire. Il lutto cittadino è un giusto riconoscimento alla memoria di Giovanbattista ma non può bastare». Daniela chiede prima di tutto grande partecipazione al funerale in programma mercoledì alle 15 nella chiesa del Gesù Nuovo: «Devono esserci le forze dell’ordine, carabinieri, polizia, vigili urbani. Voglio che sia come un funerale di Stato: la città, le istituzioni, sarebbe bello vedere un coinvolgimento generale. E poi, lasciatemi dire un’altra cosa, mi piacerebbe se per quel giorno venissero definitivamente oscurati video e tik tok che inneggiano alla violenza facendo riferimento all’omicidio di mio figlio. Per molto meno si bloccano e si annullano i profili degli utenti, come è possibile che quei delinquenti riescano a pubblicare quello che vogliono indisturbati?». Daniela già pensa a una Fondazione da istituire per promuovere incontri e iniziative nel segno della legalità: «Vanno supportate le scuole, bisognerebbe garantire metodologie, percorsi mirati, materiale per fare educazione alla cittadinanza, alla convivenza civile. Solo cominciando a mettere in atto una seria campagna di prevenzione possiamo pensare di contrastare la devianza minorile».
 

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