Grate della linea 6 al Plebiscito: il ministero blocca i lavori del metrò

Grate della linea 6 al Plebiscito: il ministero blocca i lavori del metrò
di Pierluigi Frattasi
Martedì 23 Ottobre 2018, 09:25 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 07:03
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Stop alle grate a piazza del Plebiscito. Il ministero dei Beni culturali, guidato da Alberto Bonisoli, sospende il parere favorevole della Sovrintendenza di Napoli sulla realizzazione della camera di ventilazione della metropolitana Linea 6 Chiaia-Municipio rilasciato il 21 marzo scorso. Si fermano le ruspe. Vittoria dei comitati e delle associazioni degli intellettuali napoletani che erano scesi in piazza l'8 ottobre scorso per manifestare il proprio dissenso sulla scelta di ubicare le grate proprio a ridosso del colonnato, giudicata «uno sfregio alla piazza». Sorpreso l'assessore alle Opere Pubbliche Mario Calabrese: «Una decisione anomala, si cambia un parere già dato. Aspettiamo di conoscere le motivazioni». Intanto, senza l'ok obbligatorio della Sovrintendenza i lavori non possono procedere e tutto resta in stand by. A rischio i fondi europei: 98 milioni di euro che devono essere rendicontati entro il 2019. 
IL DIETROFRONT
La decisione del Mibac (ministero dei Beni e Attività culturali) è arrivata ieri pomeriggio, al termine di un tavolo tecnico di confronto sulle grate che dovrebbero sorgere in piazza del Plebiscito, sollecitato dai parlamentari del M5S Valeria De Lorenzo e Franco Ortolani. A fine riunione, il ministero ha comunicato l'invio di «una lettera al Comune di Napoli in cui, dopo aver approfondito la questione, sospende il parere favorevole della Sovrintendenza alle griglie di ventilazione in piazza del Plebiscito».
L'AMMINISTRAZIONE
«Cercheremo di capire le motivazioni che hanno spinto il Mibac a prendere questa decisione», spiega Calabrese, che fino al tardo pomeriggio di ieri non aveva ancora ricevuto la lettera del ministero. «Valuteremo - prosegue l'assessore - se ci sono margini di manovra, perché la camera di ventilazione in quella zona è necessaria, altrimenti non si completa la Linea 6. La delibera del Comune risale ad aprile e le valutazioni tecniche di allora, che indicavano al Plebiscito la localizzazione più idonea, restano inalterate. L'alternativa sarebbe realizzare un nuovo scavo di 800 metri cubi in aree adiacenti al Plebiscito. Dove? Piazza Carolina e piazza Trieste Trento con la realizzazione di un nuovo scavo. L'intervento del Mibac arriva in ritardo, perché i cantieri partono solo se ci sono i pareri. Alla luce di quale nuovo elemento si interviene su un parere già dato? Spero che questa vicenda non faccia ritardare troppo l'esecuzione dell'opera, ma che possa risolversi presto favorevolmente, altrimenti rischiamo di accumulare ritardi o ricorsi delle imprese. Vorrà dire che se ci saranno dei ritardi nella rendicontazione diremo all'Europa che il Mibac li ha provocati. Il Comune è disponibile a fornire tutti i chiarimenti. I documenti sono a disposizione».
I COMITATI
Ad avviare la battaglia contro le grate del metrò al Plebiscito erano state un mese fa le associazioni degli intellettuali napoletani, a cominciare dalle Assise di Palazzo Marigliano, che negli scorsi giorni, assieme ad altre associazioni come Comitato Centro Storico Unesco, Italia Nostra, Fai Campania e Comitato Portosalvo, hanno inviato un corposo dossier al Mibac e all'Unesco chiedendo di fermare i lavori. Proprio le Assise, con il segretario Francesco De Notariis, avevano sensibilizzato i parlamentari pentastellati sul tema. Per Francesco Iannello, delle Assise di Palazzo Marigliano, la decisione del Mibac è «un importante segnale positivo da parte del Governo di attenzione al grande patrimonio culturale della città di Napoli riconosciuto dall'Unesco. Un patrimonio la cui cura e conservazione dovrebbe essere la principale preoccupazione delle istituzioni locali e nazionali».
IL DIBATTITO
«Adesso attendiamo che il Comune e la Sovrintendenza prendano le dovute decisioni. Ma i lavori si devono fermare», spiega la deputata pentastellata Valeria De Lorenzo, firmataria dell'interrogazione parlamentare con i senatori del M5S Franco Ortolani e Vincenzo Presutto.
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