Incidente sul lungomare di Napoli, flashmob in strada: «Hanno ammazzato Elvira e Mustafha, perché sono liberi?»

Incidente sul lungomare di Napoli, flashmob in strada: «Hanno ammazzato Elvira e Mustafha, perché sono liberi?»
di Melina Chiapparino
Sabato 3 Settembre 2022, 09:00
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«Sono stati assassinati, non parlate di incidenti stradali». Lo hanno gridato, tra lacrime e rabbia, gli amici e i parenti di Elvira e Mustafha Zibra, che, ieri, hanno dedicato ai due fratelli, vittime di omicidio stradale, una manifestazione per chiedere «giustizia e tolleranza zero per i responsabili della loro uccisione». Il sit-in di protesta, cominciato alle 11, si è svolto sul tratto di via Caracciolo in cui la 34enne napoletana è stata letteralmente tranciata da una moto in corsa, la notte tra il 28 e il 29 agosto, e solo 8 mesi prima, il fratello Mustafha di 30 anni e padre di due bimbi, era stato investito mortalmente mentre era a bordo della sua bicicletta elettrica a Pianura.

Alba, la 56enne napoletana madre di Elvira e Mustafha, abbandonati in tenera età dal padre tunisino, ha gridato con forza il suo dolore durante la manifestazione, chiedendo «giustizia e più sicurezza sulle strade cittadine affinché nessuna madre debba più piangere per delle morti che potrebbero essere evitate». «Hanno sterminato la nostra famiglia» ha detto la donna, stringendo al collo la collanina con l'immagine del figlio ora che l'unica forza per andare avanti, sarà «l'amore dei suoi nipoti». Accanto ai parenti di Alba, insieme a Carlo, il fidanzato di Elvira e alla moglie di Mustafha che hanno sottolineato come «i responsabili di queste morti siano ancora a piede libero» si sono stretti anche rappresentanti della società civile. Beya Ben Abdelbaki, console della Repubblica della Tunisia ha voluto esprimere la sua solidarietà mentre Don Maurizio Patriciello, oltre a sottolineare che «per ogni napoletano a cominciare dal sindaco di Napoli era un dovere presenziare al sit-in» ha ribadito che vanno tutelati «i diritti delle persone oneste che non possono essere in balia di delinquenti». «Pene certe e rieducazione» sono state le parole chiave pronunciate dal parroco del Parco Verde che ha assicurato ad Alba che «non sarà lasciata sola».

Questa mattina i funerali della giovane Elvira alla chiesa di Santa Maria di Piedigrotta alle 12. 

 

«Abbiamo il dovere di aiutare questa famiglia distrutta e ci impegneremo affinché i pirati della strada, siano trattati da criminali e come tali dovranno pagare». Le parole di Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, sono state accompagnate dai cartelli impugnati durante il sit-in dagli esponenti e dagli attivisti di Europa Verde e de La Radiazza. L'obiettivo lanciato dal consigliere e dalla copresidente regionale del Sole che ride Fiorella Zabatta, è di «portare avanti una battaglia pesante su questa vicenda perché non si tratta di ragazzi che fanno bravate ma di delinquenti». Per questi motivi, Borrelli oltre a rilanciare l'adozione di misure urgenti da parte del Comune la sicurezza sul lungomare, ha sottolineato la «necessità di sostenere anche economicamente la famiglia delle due vittime della criminalità della strada» e, insieme ad Antonio Siciliano, titolare del bar Napoli e amico di Elvira, ha fatto partire una raccolta fondi. Concluso il sit-in, alcuni amici di Elvira, tra cui Francesco che la sera dell'incidente lavorava con lei allo chalet, hanno chiuso il lungomare al traffico mettendo in fila i cassonetti dell'immondizia. La barricata per chiedere giustizia è durata circa mezz'ora, consentendo dalle 13.30 la ripresa del traffico. 

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Le indagini sulle responsabilità per le morti di Elvira e, ancor prima, di Mustafha, hanno individuato i colpevoli degli omicidi stradali per i quali si attende l'evolversi dei procedimenti giudiziari. Nel caso del 30enne, le ricerche della sezione Infortunistica Stradale comandata da Antonio Muriano, hanno consentito di scoprire il responsabile, accusato di omicidio stradale con l'aggravante della fuga e dell'omissione di soccorso. Si tratta di un 40enne di Pianura, dipendente di un garage, che aveva utilizzato l'automobile di un cliente, senza autorizzazione, facendo riparare successivamente la vettura con la scusa di averla danneggiata durante una manovra di parcheggio. L'uomo è in attesa del processo e la richiesta di custodia cautelare del pubblico ministero, non è stata accolta. Nel caso di Elvira, le indagini sono state svolte dall'Unità Operativa del Vomero, comandata da Gaetano Frattini e si tratta di un 30enne della provincia che non ha mai conseguito la patente e che conduceva una moto 1100 di cilindrata con una ragazza come passeggera. Entrambi sono stati refertati in ospedale con una prognosi di 15 giorni e per il 30enne, accusato di omicidio stradale si attendono gli esiti degli esami per verificare la possibile assunzione di alcool e droghe. 

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