Interdittiva antimafia al Moulin Rouge: «Possibili infiltrazioni dei clan»

Interdittiva antimafia al Moulin Rouge: «Possibili infiltrazioni dei clan»
di Ferdinando Bocchetti
Giovedì 11 Giugno 2020, 09:58 - Ultimo agg. 10:24
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Nel mirino della prefettura è finita anche la storica caffetteria Moulin Rouge, una sorta di isituzione cittadina destinataria nella giornata di ieri di una interdittiva antimafia. Il provvedimento, sottoscritto dal prefetto Marco Valentini, è già stato notificato al comune di Marano che avrà ora l'obbligo di vigilare sulla chiusura effettiva dell'esercizio probabilmente il più noto della città e dell'hinterland. La caffetteria (e annessa pasticceria) era stata oggetto di un provvedimento di sequestro durante il periodo più acuto dell'emergenza Covid. Era il giorno di San Giuseppe e, nonostante i divieti regionali, all'interno del laboratorio si producevano zeppole ordinate on line. Il titolare del bar fu sanzionato dai carabinieri della locale compagnia, che in quell'occasione identificarono anche Filippo Nuvoletto, alias o Russo, pregiudicato (per reati di traffico di stupefacenti) e ritenuto affiliato al clan Nuvoletta. Filippo Nuvoletto, attualmente sottoposto agli obblighi della sorveglianza speciale, è ufficialmente l'addetto alle vendite della società Moulin Rouge.

Da lì a poco la prefettura - informata dei fatti - avviò l'istruttoria che ha portato ieri al provvedimento. Secondo l'autorità territoriale di governo, infatti, il rischio di infiltrazione mafiosa nell'attività Moulin Rouge - ubicata tra via Norvegia e il corso Europa - è da ritenersi più che concreto. Avverso il provvedimento, i titolari della società potranno proporre un ricorso in sede di Tribunale amministrativo regionale, nel termine massimo 60 giorni, o in alternativa al Presidente della Repubblica.

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La caffetteria Moulin Rouge è una vera e propria istituzione nella città di Marano. Fondata da Gioacchino Perrotta, un maestro pasticciere morto di recente, divenne famosissima negli Ottanta e Novanta. Le paste di Gioacchino, infatti, erano un must per le famiglie di Marano e dei comuni limitrofi. La struttura, seppur ancora intestata ufficialmente ai Perrotta, sarebbe oggi gestita da Filippo Nuvoletto, figlio del defunto Angelo (Ngiolotto), affiliato di punta del clan Nuvoletta. La prefettura di Napoli ha emesso, sempre ieri, un ulteriore provvedimento antimafia nei confronti della società Donna Imma Ricevimenti srls. La società gestirebbe, nei locali di via Tommaso Campanella, un complesso denominato Villa Borghese, ristorante e sala da ricevimento tra le più note del territorio, la cui proprietà è riconducibile ad Angelo Simeoli, meglio noto come Bastone. Simeoli, primo titolare di Villa Borghese, è stato rinviato a giudizio in diversi procedimenti per corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa con il clan Polverino. Angelo Simeoli, insieme con il cugino Antonio, è ritenuto dai magistrati della Dda di Napoli il braccio imprenditoriale della fazione criminale capeggiata da Giuseppe Polverino. Nel mirino della prefettura - alla luce delle recenti inchieste sui clan Polverino e Orlando - sarebbero finite anche altre attività. Nuovi provvedimenti interdittivi potrebbero essere disposti già dalle prossime ore. A Marano, secondo i magistrati della Dda Napoli, sono numerose le attività gestite direttamente o indirettamente dalla camorra. 

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