Ratti, crolli ed erbacce: così a Ischia muore la Colombaia di Visconti

Ratti, crolli ed erbacce: così a Ischia muore la Colombaia di Visconti
di Massimo Zivelli
Lunedì 6 Luglio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 7 Luglio, 12:18
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Una condizione di degrado e uno scempio assolutamente non più tollerabili, diretta conseguenza del disinteresse delle istituzioni: dal Comune al ministero con la Soprintendenza, passando per la Regione. Troppe le colpe e tanti i colpevoli per quella che è a Forio, la «morte» certificata di Villa La Colombaia. Quella che un tempo fu la splendida dimora isolana del regista Luchino Visconti, famosa icona dell’isola e simbolo internazionale della cultura e del cinema, è oggi infestata da orde di ratti e pipistrelli, con il parco e anche l’anfiteatro (dove il regista faceva le prove di lirica con Maria Callas e quelle di set con attori del calibro di Helmut Berger, Alain Delon, Claudia Cardinale) letteralmente assediato da sterpaglie e piante infestanti, oltre che pericolose per l’ecosistema locale. Neppure la tomba di questo grande maestro del cinema neorealista si salva dall’onta dell’abbandono e dell’incuria. Un livello di degrado inaccettabile per questo gioiello che venne acquisito al patrimonio pubblico (appartiene al Comune di Forio) grazie a consistenti fondi dell’Unione Europea intercettati dalla Regione alla fine degli anni ‘90 e sul quale il Mibact pose perfino il vincolo di “struttura di interesse culturale”.

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La Colombaia è chiusa da 4 anni e paradossalmente a evitarne il saccheggio e lo sfregio da parte di vandali è la presenza di quella famiglia di sfollati che da oltre 15 anni ha occupato abusivamente un’ala esterna al fabbricato. Ma da qualche settimana una delle vetrate di accesso al salone principale è crollata perfino nella sua intelaiatura e quindi chiunque può penetrare all’interno della villa, non solo ratti, pipistrelli ed animali selvatici. È questo un ulteriore segnale di come le varie istituzioni competenti, a partire da Comune e Sovpintendenza, non si interessino in alcun modo ai destini della villa. «Questo accade - sottolinea con amarezza Daniele Nannuzzi, presidente dell’Associazione nazionale Autori del Cinema - perchè la Colombaia non produce interessi di natura economica e quindi chi dovrebbe difenderla e portarla con vanto quale icona della cultura mondiale ha scelto di disinteressarsene e lasciarla morire del tutto». «A ogni uomo o donna che ha a cuore la cultura, ma anche a chi viene qui come turista o visitatore, assistere al degrado della Colombaia trasmette tutto il senso di come le nostre istituzioni non funzionano. E questa è una colpa imperdonabile», aggiunge lo storico dell’Architettura Alessandro Castagnaro del DIARC di Napoli, che già più volte in passato ha denunciato l’abbandono di villa Visconti. «Quello che ci hanno segnalato alcuni cittadini, anche con il supporto di foto ed immagini del degrado, ci spinge a intervenire e a non tacere su questo scandalo», dice il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che ha inviato una dura lettera di contestazione al sindaco di Forio Francesco Del Deo e fatto sapere di voler verificare attraverso quali strumenti anche finanziari la Regione potrebbe intervenire per il risanamento della struttura pubblica. Da Bruxelles l’europarlamentare ischitano Giosi Ferrandino fa sapere che l’Unione Europea metterà a disposizione dell’Italia anche un budget al quale la Regione potrebbe attingere.

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Ma è la più importante istituzione italiana del cinema a lanciare subito una proposta concreta. Adriano De Santis, direttore del Centro Sperimentale del Cinema, si è arrampicato fin qui per rendere omaggio alla tomba di Visconti, rimanendo sconcertato per quello che ha trovato. «Non si può assistere impotenti alla morte di questa struttura così importante per la cultura mondiale. Chiederò un incontro con il presidente De Luca per proporgli la nostra collaborazione: si trovino fondi per risanare la villa e con il nostro aiuto - afferma De Santis - si potrà aprire a Ischia una succursale della scuola di cinema con corsi di riconoscimento universitario. La stessa operazione che abbiamo portato avanti con successo a Matera, e la Basilicata è una regione decisamente più piccola della Campania.

Tutto dipende dalla volontà degli amministratori pubblici, gli strumenti per intervenire ci sono e noi siamo pronti a collaborare da subito». Volontà politica, capacità amministrativa. Su questi binari si gioca il futuro della Colombaia, anche se fino ad ora lo scatto d’orgoglio non c’è stato neppure nella scandalosa vicenda della guerra fra privati che ha portato diversi anni fa al restringimento della strada d’accesso alla Colombaia dal versante Mezzatorre, con il Comune di Forio e la Soprintendenza spettatori assolutamente passivi.

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