Metalmeccanici, futuro a rischio nel Sud. Benaglia (Fim): «Contratto per la ripartenza»

Metalmeccanici, futuro a rischio nel Sud. Benaglia (Fim): «Contratto per la ripartenza»
di Valerio Iuliano
Giovedì 4 Marzo 2021, 18:18
4 Minuti di Lettura

Il declino dell’industria mette a rischio il futuro di tanti lavoratori delle aziende metalmeccaniche. Sono compresi tra 40 e 60mila- secondo la Fim Cisl di Napoli- i dipendenti del settore che, per effetto della crisi aggravata dalla pandemia, potrebbero perdere il posto di lavoro se il governo non metterà al centro della sua agenda la difesa del tessuto industriale del Sud, a partire dalla Campania.

Del difficile momento del comparto e del recente rinnovo del contratto nazionale si è discusso stamattina nel consiglio generale della Fim Cisl di Napoli con la partecipazione del segretario generale nazionale dei metalmeccanici Roberto Benaglia, che si è soffermato a lungo sul contratto.

Video

“Dobbiamo pensare alla ripartenza- ha spiegato Benaglia- ed usare questo contratto per ribadire che con la buona contrattazione riparte il lavoro e deve ripartire al Sud per risolvere le grandi crisi industriali ancora aperte, a partire da Whirlpool, ma soprattutto per generare un tessuto economico occupazionale per il futuro.

Come Fim lo abbiamo battezzato il contratto per la ripartenza perché da un lato permette di dare stabilità e certezze a imprese e lavoratori e dall’altro presenta dei contenuti innovativi, all’insegna della valorizzazione del lavoro”.

Riforma degli inquadramenti professionali, maggior investimento in formazione continua e sperimentazioni aziendali di partecipazione organizzativa sono i principali contenuti dell’accordo.

Tra i temi trattati nel corso del Consiglio Fim, alla presenza dei segretari generali della Cisl Campania e Napoli Doriana Buonavita e Gianpiero Tipaldi e dei responsabili della categoria regionale e territoriale Raffaele Apetino e Biagio Trapani, il depauperamento industriale e la crisi che continua a mordere sul territorio.

“Donne, giovani, precari sono tra i più colpiti dalle restrizioni dovute a questa pandemia che sta facendo sentire i suoi pesanti effetti sul mercato del lavoro in una regione già in grave sofferenza”, ha affermato Doriana Buonavita, leader della Cisl Campania. “Se da un lato i lavoratori stabili sono stati protetti dal divieto di licenziamento e proroga degli ammortizzatori sociali, dall’altro c’è una serie di lavoratori non garantiti ed impegnati in attività quali commercio, turismo, spettacolo che più di tutte stanno pagando, in termini economico-finanziari, gli effetti devastanti dell’emergenza in atto. Abbiamo quindi la necessità di programmare interventi sul medio-lungo termine, con provvedimenti adeguati per sbloccare una situazione di stallo che sta condannando i nostri territori ad una lenta agonia socio-economico-produttiva. Serve che la politica ed in particolare gli assessori e il presidente della Giunta scendano in campo e capiscano- ha concluso Buonavita- che la concertazione con le forze sociali è importante su ammortizzatori, politiche industriali e formative”.

Per Biagio Trapani, segretario generale della Fim Cisl di Napoli, “non può essere solo la cassa integrazione o la proroga del blocco dei licenziamenti il futuro dei lavoratori ma occorre che alla politica monetaria si accompagnino azioni di sistema. Troppe le crisi aperte nel napoletano, dall’aerospazio alla cantieristica navale fino alla madre di tutte le vertenze, la Whirlpool. Tutte hanno un filo comune, la caparbietà del sindacato e l’assenza della politica, stessa assenza sentita nel settore automotive, che incide per oltre il 4% del Pil della Regione, in un momento importantissimo per lo sviluppo del settore auto dopo la fusione tra Fca e Psa. Il sindacato sarà attento a vigilare- conclude Trapani- sul nuovo colosso Stellantis e sulle vertenze ancora aperte”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA