Da dipendenti a presidianti in una fabbrica che non è più la loro. La vita degli ormai ex lavoratori della Whirlpool di Napoli, inizia da oggi. Da una domenica insolita e triste che non avrebbero mai voluto affrontare. Inizia alzandosi da un letto in cui non si è riusciti a dormire e guardando a un futuro fatto di incertezze e di dolore. Il lavoro non c'è più e con esso sono sparite le sicurezze di una vita. Quelle costruite con tanti sacrifici e dopo diciotto mesi di lotta che, anche se non hanno portato alla conclusione sperata, non sono stati vani.
La caparbietà e la volontà di “non mollare” hanno unito tutti in una resistenza che ora ha un sapore diverso: quello della resistenza. «Siamo tutti più consapevoli – dicono in fabbrica – che non possiamo fare altro che andare avanti. Le nostre giornate passano tra i ricordi di ciò che è stato e di ciò che vorremmo fosse ancora.
Sono tutti davanti i cancelli, sulle scale e seduti nell'area d'ingresso. Nessuno intende andare via e nessuno vuole dimenticare. Neanche chi in quella fabbrica ha lavorato per anni e che ora – da pensionato – è tornato in strada per supportare i giovani colleghi. «Lo dicevamo dall'inizio degli anni Novanta che andare a produrre all'estero sarebbe stato un problema – affermano – Oggi tanti giovani colleghi sono in difficoltà e noi vecchi dipendenti non possiamo che essere al loro fianco. Bisogna supportare questa lotta perchè coinvolge centinaia di famiglie. Bisogna riportare il lavoro in questo quartiere che ha già troppi problemi legati alla disoccupazione».