È stata una giornata da ricordare e incorniciare quella di lunedì 13 novembre. In occasione del nuovo anno accademico sono stati celebrati gli 800 anni dalla fondazione dell'Università Federico II di Napoli, il più importante centro di irradiazione del sapere d'Italia per tanti secoli, ma in generale del panorama accademico europeo.
Intitolata a chi considerava la cultura non solo uno strumento di affermazione e manifestazione del potere, ma anche e soprattutto un nutrimento dell'anima, oggi la Federico II rappresenta una realtà che dovrebbe incoraggiare ogni buon napoletano, ma diciamo pure di ogni buon italiano.
Per noi detenuti di Secondigliano, l'Ateneo è conosciuto come P.U.P., Polo Universitario Penitenziario, appunto, che dà la possibilità a chi, riflettendo criticamente sulla propria esistenza, cerca una sorta di riscatto iniziando un cammino nella conoscenza che nelle intenzioni potrebbe consentirgli di "ritrovare" un posto nella società, quella sana.
Il rapporto tra formazione culturale ed etica, d'altronde, non ha mai lasciato indifferenti i pensatori di diverse epoche, ed è su questo fronte che vorremmo condividere con voi lettori gli effetti della nostra esperienza accademica.
Certo, è obiettivamente difficile tornare "tra i banchi" a una certa età, per non parlare delle diverse problematiche che incombono su ogni detenuto e che aggravano la situazione sul piano psicologico.
Parliamo di un tessuto connettivo che dia la possibilità concreta di "sfruttare" socialmente un titolo di laurea conseguito con sacrifici di ogni sorta: anche e soprattutto facendo questo avremmo dato un senso agli 800 anni del nostro amato Ateneo!
Fiore, Francesco, Claudio, Joanderson e Salvatore
(dalla finestra del carcere
di Secondigliano)