«Noi, laureati in carcere, lo strumento del sapere per abbattere le barriere»

A Secondigliano si guarda al futuro

Mattarella alla Federico II
Mattarella alla Federico II
Lunedì 20 Novembre 2023, 08:46
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È stata una giornata da ricordare e incorniciare quella di lunedì 13 novembre. In occasione del nuovo anno accademico sono stati celebrati gli 800 anni dalla fondazione dell'Università Federico II di Napoli, il più importante centro di irradiazione del sapere d'Italia per tanti secoli, ma in generale del panorama accademico europeo.

Intitolata a chi considerava la cultura non solo uno strumento di affermazione e manifestazione del potere, ma anche e soprattutto un nutrimento dell'anima, oggi la Federico II rappresenta una realtà che dovrebbe incoraggiare ogni buon napoletano, ma diciamo pure di ogni buon italiano.

Per noi detenuti di Secondigliano, l'Ateneo è conosciuto come P.U.P., Polo Universitario Penitenziario, appunto, che dà la possibilità a chi, riflettendo criticamente sulla propria esistenza, cerca una sorta di riscatto iniziando un cammino nella conoscenza che nelle intenzioni potrebbe consentirgli di "ritrovare" un posto nella società, quella sana.

Il rapporto tra formazione culturale ed etica, d'altronde, non ha mai lasciato indifferenti i pensatori di diverse epoche, ed è su questo fronte che vorremmo condividere con voi lettori gli effetti della nostra esperienza accademica.
Certo, è obiettivamente difficile tornare "tra i banchi" a una certa età, per non parlare delle diverse problematiche che incombono su ogni detenuto e che aggravano la situazione sul piano psicologico.

Ma non vogliamo di certo rattristarvi autocommiserandoci, anzi, desideriamo gridare al mondo che sì, stiamo cogliendo pienamente quest'occasione grazie allo strumento del sapere accademico. E davvero crediamo che il sapere, in senso stretto, possa agire sull'animo umano per indirizzare le nostre scelte verso una strada forse mai percorsa. Desideriamo anche che la nostra gratitudine raggiunga il cuore di chi ha ideato e creato questo "ponte" che unisce due realtà che, nell'immaginario collettivo, risultano antitetiche. Ma, paradossalmente, il problema sembra consistere proprio nell'unione di due soli punti, mentre quello di cui c'è davvero bisogno oggi è una "rete".

Parliamo di un tessuto connettivo che dia la possibilità concreta di "sfruttare" socialmente un titolo di laurea conseguito con sacrifici di ogni sorta: anche e soprattutto facendo questo avremmo dato un senso agli 800 anni del nostro amato Ateneo!

Fiore, Francesco, Claudio, Joanderson e Salvatore
(dalla finestra del carcere
di Secondigliano)

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