Lupara bianca a Napoli, il giallo del Vasto: «Braccato dagli usurai, è sparito nel nulla»

Lupara bianca a Napoli, il giallo del Vasto: «Braccato dagli usurai, è sparito nel nulla»
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 6 Gennaio 2021, 09:03 - Ultimo agg. 15:32
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Ufficialmente è scomparso da 35 giorni, ma di lui non si sa più nulla. Raffaele T., 40enne napoletano che da quando aveva perso il lavoro sarebbe finito nella rete nera degli usurai, è un fantasma. L'ultima volta che la moglie lo aveva visto era il due di dicembre. «Esco, ho un appuntamento. Ci vediamo stasera», aveva detto senza spiegare dove andasse e soprattutto chi avrebbe dovuto incontrare. Poi più nulla. E così moglie e fratello, dopo una notte di angoscia, non vedendolo rientrare avevano denunciato la scomparsa alla Polizia di Stato.

Oggi il fascicolo d'indagini in Procura è stato passato alla competenza della Direzione distrettuale antimafia.

Ci sono molti, troppi lati oscuri che devono essere chiariti; alcuni dei quali riporterebbero ai contatti dello scomparso con personaggi poco raccomandabili e ad ambienti legati alla criminalità organizzata del Vasto e dell'Arenaccia.

Indagini all'Antimafia, dunque, un fascicolo destinato al lavoro del pm Ida Teresi, titolare di centinaia di arresti di esponenti dei Bosti-Contini. Gli agenti della Questura seguono con grande attenzione gli sviluppi di questo caso che appare misterioso e non ancora del tutto chiaro, per alcuni aspetti.

Confermata l'ipotesi dell'usura, nella quale Raffaele sarebbe finito per necessità e disperazione. Poco probabile la pista che l'uomo - braccato dagli strozzini che gli chiedevano conto delle ormai insostenibili rate da restituire, gonfiate da interessi altissimi - possa essersi tolto la vita. Una delle poche certezze che restano è proprio questa: il 40enne era finito nel gorgo del prestito illecito, finanziato con ogni probabilità da personaggi legati al clan camorristico dei Contini. Ma Raffaele non era un imprenditore solvibile, non aveva neanche più una stabile occupazione. E dunque, chi avrebbe potuto fargli credito? E a quali condizioni? 

A livello investigativo sono state prese in considerazione molte piste. Compresa quella di una sparizione potenzialmente riconducibile ad un omicidio. Lupara bianca? C'è massima cautela, in questa direzione. Anche perché, ad alimentare il mistero e a porre dubbi su dubbi, dal fitto riserbo degli inquirenti filtra una nuova indiscrezione. Nei giorni successivi al due dicembre scorso - data della sua scomparsa - Raffaele si sarebbe messo in contatto con alcuni suoi stretti familiari.

Se questo fosse vero, che cosa potrebbe significare? Probabilmente una sola cosa: che l'uomo si sarebbe allontanato dal proprio domicilio per sfuggire alla caccia che qualcuno gli stava dando. Già, ma perché? Per i debiti non saldati agli strozzini, o magari per qualche altro inconfessabile motivo, per qualcosa che Raffaele avrebbe potuto accettato di fare o di garantire a personaggi legati agli ambienti della malavita organizzata della zona?

C'è una sola certezza, al momento. Raffaele T. è introvabile. E con oggi sono ben trentacinque giorni. Chi riuscirebbe a garantirsi coperture e garanzie di sopravvivenza per un così lungo periodo? Inutile provare a chiamare: il numero del suo cellulare risulta spento dal giorno in cui uscì da casa. 

Un caso pieno di ombre e di anomalie. E che lascia spazio anche a molte ipotesi. Lo scomparso - questo raccontano alcune persone e qualche amico che lo conosce bene - negli ultimi anni non ha mai avuto una stabilità economica. Sposato e padre di un bambino piccolo, è andato incontro ad un periodo di grosse difficoltà economiche che potrebbero averlo costretto ad imboccare strade poco tranquille. Quella dell'usura, sicuramente. Ma - forse - anche sentieri ancor più impervi, pur di riuscire ad onorare debiti che crescevano mese dopo mese come macigni.

Nel verbale reso al commissariato di polizia Vicaria-Mercato (anche se poi le indagini sono state trasferite a quello Vasto-Arenaccia) il fratello dello scomparso ha spiegato come Raffaele fosse oberato dai debiti. Soldi che qualcuno gli aveva concesso in cambio di interessi altissimi. O, chissà, di qualcos'altro, forse inconfessabile persino ai suoi più stretti familiari. 

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