Covid a Napoli, al San Giovanni Bosco i ​posti letto sono già quasi esauriti

Covid a Napoli, al San Giovanni Bosco i posti letto sono già quasi esauriti
di Melina Chiapparino
Domenica 22 Novembre 2020, 10:23 - Ultimo agg. 10:25
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Posti letto quasi al completo all'ospedale San Giovanni Bosco da una settimana esclusivamente Covid center. L'esordio del presidio napoletano, dopo la sua conversione per l'assistenza ai pazienti positivi non critici, registra numeri che mostrano come la sua nuova funzione stia rispondendo ai bisogni dell'emergenza sanitaria. Nel giro di una settimana sono stati ricoverati 26 pazienti nel reparto di degenza Covid ordinaria che dispone di 40 posti letto. Un reparto, aperto lo scorso 14 novembre per i contagiati che non hanno bisogno di assistenza ad alta intensità, come le degenze in terapia intensiva e subintensiva che non sono state previste nell'ospedale della Doganella.

 


L'ospedale in via Filippo Maria Briganti era stato chiuso lo scorso 30 ottobre con l'inattivazione anche del pronto soccorso. In pratica l'intero presidio è stato trasformato per accogliere la platea di ammalati Covid e ogni piano ha subito una vera e propria trasformazione. Al momento, i ricoveri sono attivi al secondo e al terzo piano, rispettivamente nei reparti di Prima Medicina Covid con 19 posti letto, tutti occupati, e Seconda Medicina Covid con altri 21 posti letto di cui 7 occupati. La maggior parte dei pazienti proviene da Napoli, attraverso trasferimenti diretti dai pronto soccorso cittadini ma anche tramite il 118, con il prelievo degli ammalati al proprio domicilio. L'età media dei ricoverati che, in proporzione sono più uomini che donne, è compresa tra i 70 e i 75 anni: il più anziano è un 84enne napoletano, il più giovane ha 37 anni. L'assistenza nei reparti Covid ordinari, consiste principalmente nei controlli serrati dei parametri fondamentali e nella somministrazione delle terapie, oltre ai casi più impegnativi a cui viene somministrata l'ossigenoterapia a medio e basso flusso, vale a dire con l'impiego di mascherine e cannule nasali.

Dopo l'attivazione dei primi 40 posti letto al San Giovanni Bosco, si attende l'apertura delle 45 degenze di specialistica che, più degli altri, potranno alleggerire il peso dell'emergenza sui presidi ospedalieri in città.

Si tratta della necessità di assistere pazienti con gravi patologie pregresse o per i quali bisogna intervenire chirurgicamente. Per questo motivo saranno attivati 12 posti letto nel reparto di Ginecologia e Ostetricia, 6 in Ortopedia, 15 in Chirurgia, con l'accorpamento di chirurgia generale, vascolare e neurochirurgia, 8 in Cardiologia e 4 in Utic. Le ultime indicazioni della direzione dell'Asl hanno annunciato la partenza dell'area chirurgica, della Terapia Intensiva post operatoria e della Cardiologica con annessa Terapia intensiva cardiologica ed emodinamica. Successivamente verrà attivata l'area di Ginecologia con nido, dove è in corso il completamento dei lavori di adeguamento impiantisco per la climatizzazione e i ricambi d'aria.

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La chiusura del pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Bosco aveva scatenato il malumore e le proteste di sindacati e cittadini. In prima linea si era scagliata anche la terza municipalità di Napoli che, durante una manifestazione davanti al presidio della Doganella, aveva richiesto rassicurazioni sulla rimessa in funzione dell'ospedale come Dea di primo livello, una volta terminata l'emergenza pandemica. «Siamo stati ricevuti dal direttore Verdoliva con il quale abbiamo concertato un confronto mensile sul San Giovanni Bosco - spiega Ivo Poggiani presidente del parlamentino - potremo invitare le realtà del territorio e cominceremo giovedì prossimo con i parroci della zona». Tra le richieste, prese in carico durante l'incontro, Poggiani sottolinea «la proposta da noi avanzata, di far ristrutturare padiglioni dell'ospedale ormai fuori uso da diversi anni». Infine, sul futuro del presidio, si è espresso anche il comparto sindacale della Cgil che ha richiesto un incontro con i vertici Asl alla presenza del Prefetto di Napoli per «avere garanzie sui lavoratori e sulle modalità organizzative nel presidio».
 

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