Napoli, magliette e gadget falsi in vendita davanti al murale di Maradona

T-shirt a tariffe differenziate: 20 euro per i napoletani, 60 per i turisti

L'operazione della Finanza ai Quartieri spagnoli
L'operazione della Finanza ai Quartieri spagnoli
di Valentino Di Giacomo
Sabato 17 Dicembre 2022, 00:06 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 10:05
4 Minuti di Lettura

«Ma come vi è venuto in mente? Siete venuti a profanare un luogo sacro, è come se foste entrati armati in una chiesa». Non credevano alle loro orecchie i Baschi Verdi della guardia di finanza quando giovedì mattina si sono presentati al “Largo Maradona” dei Quartieri Spagnoli per sequestrare tutto il materiale contraffatto venduto su una bancarella proprio davanti al murale dedicato al pibe de oro.

L’uomo denunciato - un anziano con una sfilza di precedenti, anche per furti e rapine - riteneva di avere una sorta di salvacondotto speciale, una benedizione del Diez, che lo proteggesse dalla legge. Invece, i finanzieri all’ordine del Tenente Colonnello Andrea Fegatelli, hanno proceduto lo stesso al sequestro. «Almeno per dare un segnale - spiegano i Baschi Verdi - nel cuore dei Quartieri Spagnoli».

Erano applicate due differenti tariffe: per i napoletani una maglietta contraffatta (e di scarsissima qualità) poteva costare al massimo 20 euro, agli stranieri venivano chiesti invece oltre 60 euro per una pessima riproduzione di una delle maglie del Napoli degli scudetti indossate da D10s.

Valore di produzione - secondo i finanzieri - circa 3 euro: un margine di profitto da fuoriclasse. 

Video

Sono stati oltre 600 gli articoli e gli accessori contraffatti che da tempo sono venduti sotto gli occhi della gigantografia di Maradona, la maggior parte dei gadget riproducono i marchi e gli sponsor della Ssc Napoli e della Nazionale Argentina. In particolare, i finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Napoli hanno denunciato per contraffazione e abusivismo commerciale un uomo che da mesi in tanti hanno potuto conoscere a “Largo Maradona”. L’anziano aveva allestito nella piazzetta un mercato di prodotti d’abbigliamento e accessori sfruttando che da quel maledetto 25 novembre 2020 - quando Maradona è salito definitivamente al Cielo - quella piazzetta su via De Deo sia diventata un luogo di culto non solo per i napoletani ma soprattutto per i tanti turisti che giungono nel capoluogo partenopeo da ogni parte del mondo. Erano richiesti fino a sessanta euro per una maglietta, ma la tariffa era mobile: 60 euro se l’acquirente proveniva dal Nord America, 40 dai grandi Paesi europei, 30 per gli argentini, 20 per i napoletani. Il tutto senza alcuna autorizzazione perché l’uomo non aveva alcuna licenza alla vendita di gadget e abbigliamento, ma aveva solo per il commercio di consumazione di cibi e bevande.


Per l’applicazione dei prezzi il venditore della bancarella sfruttava una sorta di condizionamento psicologico, un “effetto Diego”. Per un turista ha infatti un valore maggiore se acquista un gadget dedicato a Maradona proprio nei pressi del murale dedicato al Dio del calcio. È quel condizionamento psicologico che, anche con una certa dose di abilità ed intuito, veniva sfruttata. La stessa maglietta di Maradona, infatti, è possibile trovarla identica e precisa (e della stessa infima qualità) su via Toledo a prezzi assolutamente inferiori. Non solo, ma anche quando i turisti non acquistavano qualcuno dei prodotti messi in mostra a “Largo Maradona - secondo le osservazioni fatte nei giorni precedenti dalla guardia di finanza - l’uomo si industriava offrendo bibite o caffè per attirarsi le simpatie del turista o per farsi lasciare un obolo. I prezzi salivano poi a ridosso delle giornate commemorative: una fascia di capitano con i colori dell’Argentina venduta a 5 euro nei giorni normali, ne costa 10 il 30 ottobre o il 25 novembre. L’uomo è stato quindi denunciato penalmente per contraffazione e poi segnalato al Comune di Napoli per commercio abusivo, saranno ora gli uffici comunali a dover comminare eventualmente una sanzione amministrativa. Le indagini proseguiranno comunque per capire se dietro quella bancarella ci fossero altri interessi, in prima istanza il controllo o la supervisione delle organizzazioni criminali del quartiere.

Sempre riguardo al cross-over tra calcio e criminalità si è mossa ieri anche la Digos si comunica che ha dato esecuzione a un’ordinanza della Procura di Napoli applicativa per il divieto di dimora nei confronti di tre ultras aderenti ai gruppi “Rione Sanità”, “Mastiffs” e “Masseria”, della Curva A dello stadio Diego Armando Maradona. I tre sono gravemente indiziati del reato di associazione per delinquere nonché, in concorso, di porto di armi e lesioni aggravate quando lo scorso 11 ottobre aggredirono un ragazzo olandese, giunto a Napoli per assistere a Napoli-Ajax. Per gli stessi fatti sono stati perquisiti e indagati altri nove ultras del gruppo della Masseria della Curva A.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA