Strage di Ponticelli 40 anni dopo: «Serve la revisione del processo»

Strage di Ponticelli 40 anni dopo: «Serve la revisione del processo»
Martedì 20 Settembre 2022, 14:54
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«Una revisione del processo. Perché, dopo 40 anni, forse la verità non è stata ancora scritta». È quanto auspica la deputata Ms5 Stefania Ascari, coordinatrice del Comitato XXI della Commissione parlamentare Antimafia, sul massacro di Ponticelli, del luglio '83, anche alla luce delle conclusioni a cui è arrivata la stessa commissione Antimafia sul caso. «Quella del massacro di Ponticelli è una delle più orribili storie di cronaca che il nostro Paese abbia mai conosciuto e probabilmente anche uno dei più eclatanti errori giudiziari mai commessi - osserva Ascari in un post su Fb - Da una parte della vicenda abbiamo l'efferatezza di un delitto compiuto ai danni di due bambine di soli 7 e 10 anni, Barbara Sellini e Nunzia Munizzi, che furono seviziate, pugnalate, legate e date alle fiamme.

Dall'altra parte ci sono tre ragazzi incensurati allora ventenni, oggi uomini sessantenni, Giuseppe La Rocca, Luigi Schiavo e Ciro Imperante, che con tre gradi di giudizio furono identificati come «i mostri di Ponticelli» e dati in pasto a un'opinione pubblica turbata e impaziente di dare un volto ai colpevoli». «La sera del 2 luglio 1983 le due bambine avevano passato il pomeriggio a giocare nel cortile fra i loro palazzi, a Ponticelli, nella periferia di Napoli. Da lì, verso il tramonto, si erano allontanate mano nella mano e furono viste da una amichetta salire a bordo di una Fiat 500 di colore blu. Alla guida dell'auto c'era un uomo - prosegue Ascari - Forse colui che le due amichette chiamavano, com'è scritto negli atti giudiziari, «Tarzan tutte lentiggini», di cui si fidavano e con cui quel sabato sera avevano appuntamento».

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