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«Notti di musica e caos, Mergellina è diventata una discoteca abusiva»

Residenti e professionisti della zona: «Inciviltà e violenza, abbiamo paura»

Francesco Pio Maimone (al centro) con due amici in una foto di qualche tempo fa
Francesco Pio Maimone (al centro) con due amici in una foto di qualche tempo fa
di Gennaro Di Biase
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 21 Marzo 2023, 23:45 - Ultimo agg. : 23 Marzo, 07:10
4 Minuti di Lettura

C’è una Mergellina che non ci sta e si ribella al fatto che sul lungomare di Napoli si possa morire a 18 anni per aver versato lo spritz sulle scarpe sbagliate, davanti al chiosco sbagliato, nella notte sbagliata. Come successo a Francesco Pio Maimone. Esiste ancora una Mergellina fatta di professionisti, commercianti e circoli storici. Anche se in queste ore è asfissiata dalla discoteca notturna a cielo aperto e dalla delinquenza, la Mergellina “sana” invoca «un intervento duro e deciso delle autorità» per frenare lo sviluppo di uno scenario che - è sotto gli occhi di tutti - è molto più vicino al crimine che alle problematiche legate alla movida selvaggia. Qualcuno, insomma, salvi Mergellina.

Uno dei circoli più prestigiosi della città, il Posillipo, non è lontano dal congestionatissimo Largo Sermoneta né dalla «curva del terrore» in cui ci si accoltella, ci si spara e si muore per niente. Tutto è vicino, a Napoli, tutto è concentrato negli stessi angoli urbani. E proprio dalla struttura di via Posillipo arriva un appello a «frenare un abbandono inspiegabile di questa zona - spiega il presidente Aldo Campagnola - Nelle settimane scorse avevamo scritto una lettera al Comune in cui chiedevamo l’installazione di dissuasori del traffico e di un semaforo davanti al nostro ingresso. Abbiamo perso un ragazzo negli anni scorsi, morto proprio qui. Ma ora dobbiamo rivolgere un nuovo appello, che riguarda la sicurezza: via Posillipo e via Caracciolo sono diventate zone frequentate da personaggi strani. Servono almeno due presidi fissi delle forze dell’ordine: uno a ridosso del molo Luise, e l’altro all’incrocio con piazza Sannazaro. Abbiamo una Napoli che attira turisti e rinasce. E abbiamo una Napoli anarchica e criminale. Si ponga innanzitutto un freno alla discoteca a cielo aperto spesso malfrequentata». Già. Mergellina, come Napoli, è una dissonanza fatta di convivenza di opposti. 

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Opposti che però, in questa fase, fioriscono entrambi a gran velocità. Fiorisce il rinascimento della città, con il boom turistico, sportivo, mediatico e cinematografico. E fiorisce il crimine nella Mergellina colonizzata dai clan, dalle sparatorie e da una violenza del tutto priva di cause. Il Time incorona Partenope, da un lato, come location più bella del pianeta nel 2023. E Partenope si sfila da sola la corona, dall’altro lato, quando i suoi figli più giovani si uccidono senza nessun motivo. «Ritengo che ciò che sta accadendo sia insostenibile - dice senza mezzi termini l’avvocato amministrativista, Felice Laudadio - Occorre un impegno forte, presente e duro delle forze dell’ordine. Senza un intervento deciso e un impiego concreto di uomini e mezzi Mergellina diventerà criminale, e sarà del tutto vietato a uomini perbene di frequentarla. Ora Prefetto e Questore passino ai fatti. La situazione qui è diventata surreale». La Napoli civile che chiede l’aiuto e la tutela di uno Stato che, finora, non ha posto freno alla violenza dei teenager né alla mano sinistra dei clan che si è affacciata sul mare di Napoli da Est, Ovest e Nord della città. 

 

«Vivo Mergellina, ci abito e ci lavoro - argomenta il notaio Dino Falconio - Perché dobbiamo scontare la bellezza del paesaggio con l’inciviltà e la violenza? Provo dolore per la morte di un diciottenne che potrebbe essere mio figlio e immagino la sofferenza dei genitori. C’è una subcultura mafiosa dell’intimidazione e dell’affermazione di supremazia sugli altri che vengono freddati con armi da fuoco se oltraggiano anche involontariamente la maestà di chi si ritiene al di sopra della legge. È un problema molto più grave del dire: è colpa della movida. Ci sono carenze di ordine pubblico, di cultura e di etica. Dove sono le forze dell’ordine? Ormai è evidente che esistono focolai di rischio e illegalità. Perché non si incrementano negli orari caldi le presenze di polizia? Sono sconvolto dalla disinvoltura con cui circolano pistole e coltelli».

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C’è stata una diaspora di residenti e famiglie da Mergellina, negli ultimi anni. Dal Covid a oggi, la zona ha vissuto un cambio radicale di frequentazioni e atmosfera. I chioschi - teatro della violenza - più vicini al mare, nella curva. Di fronte, gli chalet storici. E, alle spalle degli chalet, i ristoranti della Mergellina che fu. Antonio Carrino de “Lo Squalo” apre la porta del locale ricordando «i tempi in cui da noi venivano a cenare decine di giornalisti - sorride amaro - gli affari per noi oggi sono calati tantissimo, di oltre il 70%. Lavoriamo solo il sabato e la domenica. Le famiglie qui a Mergellina non vengono praticamente più a mangiare, visto il caos che c’è specialmente nei weekend. In pratica, noi non ci siamo mai risollevati dal Covid, la ristorazione si è spostata tutta verso piazza Vittoria».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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