Movida a Napoli, manca l'ordinanza del Comune: allo studio orari e zone rosse da blindare

Movida a Napoli, manca l'ordinanza del Comune: allo studio orari e zone rosse da blindare
di Valerio Esca
Lunedì 31 Gennaio 2022, 12:00 - Ultimo agg. 17:25
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Un'ordinanza che regoli gli orari di chiusura degli esercizi commerciali di intrattenimento notturno e la vendita di bevande e alcolici in vetro. Questo l'impianto dell'ordinanza anti-movida al quale si lavora al Comune di Napoli. Un fenomeno che a Chiaia e al centro storico è ormai fuori controllo, al netto del rischio di contagi visti gli assembramenti selvaggi in spazi stretti e senza alcun dispositivo di protezione individuale. Senza considerare poi i picchi di episodi di violenza che si registrano durante i weekend. Ogni domenica mattina sembra un bollettino di guerra. Un'ordinanza attesa da mesi, ma che al momento ancora non è stata partorita dal Comune. Tempistiche? «Al momento non ce ne sono» spiegano da Palazzo San Giacomo. L'ultimo provvedimento risale al 17 dicembre quando il sindaco Gaetano Manfredi, d'intesa con l'assessore alla Legalità Antonio De Iesu, decise di correre ai riparti in vista delle festività natalizie e dei brindisi e brunch della Vigilia. 

Sono mesi che si attende un documento ad hoc che ponga le basi per una movida sicura, ma l'accelerata è arrivata soltanto due settimane fa, dopo la firma in prefettura dell'accordo «per la promozione e l'attuazione di un sistema di sicurezza partecipata e integrata per lo sviluppo della città di Napoli» alla presenza del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. «Bisognava creare una base normativa sulla quale fondare l'ordinanza» sottolineano dal Comune, per evitare ricorsi al Tar e stop indesiderati da parte della magistratura. Il modello dell'ordinanza potrebbe essere quello già adottato in occasione del Natale, sulla falsa riga delle ordinanze anti-movida già emanate dall'ex sindaco de Magistris: individuare le zone rosse da Chiaia, al centro storico, dal Vomero, ai Quartieri Spagnoli e coordinare un lavoro interforze tra polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale. E utilizzare in casi eccezionali, in alcune zone a rischio, la protezione civile. Si farà richiamo all'accordo sottoscritto dal ministro Lamorgese, il prefetto Claudio Palomba, il sindaco Manfredi e il governatore Vincenzo De Luca.

L'articolo 10 del documento è molto chiaro sul tema: «L'amministrazione comunale adotterà apposite ordinanze sindacali in materia di orari di chiusura degli esercizi pubblici di intrattenimento notturno. Il Comune, inoltre, subordinerà il rilascio dei titoli abilitativi necessari all'esercizio dei locali notturni di grandi dimensioni alla presenza di parcheggi privati ben illuminati e vigilati, alla presenza nei locali di personale sanitario idoneo agli interventi di primo soccorso e alla predisposizione di un sistema di vigilanza sulle persone in entrata e uscita». 

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Durante un incontro in prefettura tra Manfredi e il prefetto Palomba, avvenuto giovedì, è stata ribadita la necessità di porre rimedio al fenomeno delle baby gang. Bisognerà studiare le modalità e le forme, ma la volontà è quella di non lasciarsi sopraffare dall'emergenza micro criminalità. «Il divertimento notturno, caratterizzato dalla presenza di migliaia di giovani nel centro cittadino, deve trovare valide forme di contemperamento con il contrasto ad ogni condotta illecita - è quanto hanno messo nero su bianco Comune, Regione, prefettura e Viminale - a situazioni di grave incuria o degrado del territorio o al pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti». Il tema delle baby gang, che nell'ultimo periodo è stato spesso collegato al lockdown, riguarda anche la dispersione scolastica. Come ribadito dallo stesso ministro Lamorgese bisogna puntare su iniziative come quella del Patto educativo messa in campo dall'arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia

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