Napoli: murale di Maradona ai Quartieri spagnoli: dopo la multa si “pentono” i pirati del gadget

I titolari delle bancarelle chiedono scusa e cercano un dialogo con le istituzioni

L'altarino di Maradona coperto dopo la multa
L'altarino di Maradona coperto dopo la multa
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 12 Gennaio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 17:07
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«Chiariremo tutto e chiediamo scusa se risulta qualche violazione/errore amministrativo, ma è ingiusto ingigantire il problema e creare polemiche intorno al murale di Maradona che va protetto e sviluppato per il suo enorme eco turistico e di sviluppo di queste strade abbandonate. Abbiamo il dovere, in sintonia con le istituzioni, di custodirlo ed organizzarlo nel miglior dei modi per accogliere tifosi e turisti che qui si radunano per fare preghiere e foto».

Dopo il doppio sequestro di prodotti falsi venduti sulla bancarella che si trova proprio al di sotto del murale dedicato a Diego Armando Maradona e che, dopo la sua morte, è ormai diventato meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, i titolari dell’attività abusiva chiedono alle istituzioni di trovare un modo per ricondurre il tutto nell’alveo della legalità. I gestori della bancarella dei Quartieri Spagnoli, difesi dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani, provano a costruire un dialogo con Comune e Regione, ma i due Enti rispediscono - per restare al gergo calcistico - la palla al mittente. «Se non c’è legalità - spiegano da Palazzo San Giacomo - il Comune non se ne può occupare».

Martedì a sequestrare centinaia di oggetti falsi sono stati gli agenti di polizia del Commissariato di Montecalvario, un mese fa il blitz fu della Guardia di Finanza. 

Da un lato i titolari della bancarella riconoscono di aver violato la legge, dall’altra però fanno leva sull’incontrovertibile dato di fatto che quel murale, sorto ormai 30 anni fa per volere del quartiere, sia diventato un’attrazione turistica al pari delle mille altre bellezze della città. Ormai, soprattutto nei giorni di picco, oltre 10mila “fedeli” del D10s percorrono via Di Deo per andare a rivolgere una preghiera a Diego e respirare tutta l’aria maradoniana che emana quello slargo dei Quartieri Spagnoli. Turisti che arrivano da tutto il mondo e che martedì, dopo l’intervento della polizia, hanno trovato “Largo Maradona” a mezzo servizio. Per protesta i titolari della bancarella hanno coperto con delle buste l’altarino dedicato a Diego e poi aperto la finestra del palazzo dove sorge il murale, in modo che il volto di Maradona non fosse visibile. Un gesto di rabbia che può sintetizzarsi con l’antico adagio partenopeo: «Niente per me, niente per nessuno». Una sorta di ripicca. Ora - dopo aver ricevuto un verbale di 5mila euro in forma ridotta (se pagato in 60 giorni) dai Quartieri cercano il dialogo con le istituzioni. Sentono di averla creata loro quell’attrazione turistica, che sorge tra l’altro su un’area privata, e ritengono quindi di poter monetizzare la loro idea.

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«Questo luogo “sacro” in omaggio al campione che amava i napoletani e li aiutava a vivere permettendogli di vendere la sua figura - dicono gli avvocati Angelo e Sergio Pisani - è diventato all’improvviso un’attrazione mondiale. Giusto e normale che le forze dell’ordine vengano a fare controlli e facciano rispettare le regole, ma sarebbe necessario che sia così ovunque ed anche negli orari più caldi proprio in tutte le altre strade dove non c’è risalto mediatico e mancano spesso controlli. Perché la legge è uguale per tutti e la tutela dei cittadini non deve avere luci o colori». E poi, continuano i due legali: «I multati non sono falsari e banditi, gente che compra all’ingrosso dei gadget e li rivende per pochi euro come da tradizione o altrimenti andrebbero smantellati subito tutti i tipi di bancarelle». I venditori dicono quindi di voler dialogare con le istituzioni, avvocati e commercialisti per mettersi in regola con tutte le autorizzazioni amministrative senza creare confusioni.

Al momento, però, il Comune non ha ancora deciso come regolarsi con questa sorta di turismo “spontaneo” nato ai Quartieri Spagnoli nel nome di Diego. Per Palazzo San Giacomo finché si vende abusivamente e del materiale confraffatto non è possibile aprire alcun dialogo. Stesso discorso per Patrizia Boldoni, consigliera per gli Affari culturali del governatore De Luca. «Se vogliono mettersi in regola - dice l’ex moglie di Ferlaino - lo facciano. Potrebbero creare una fondazione se il loro obiettivo è ricordare Maradona. La Regione ha proposto di creare un museo all’ex cinema Astoria, tutto va riportato alla legalità». Segnali in controtendenza rispetto all’antico male italiano del «si è sempre fatto così» e «lo fanno tutti». L’idea è di cambiare e far cambiare marcia.

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