«La aspetto in ufficio a Palazzo San Giacomo così affronteremo insieme il problema». L'assessore Alessandra Clemente ha inviato un messaggio all'avvocato Valentina Varano, l'amministratrice e residente dell'edificio storico di Forcella dove è stato disegnato il murale per il baby-rapinatore Luigi Caiafa, ucciso mentre tentava di rapinare un carabiniere fuori servizio. Varano aveva raccontato ieri in un'intervista al nostro giornale che il Comune - in quello che non può non definirsi uno scaricabarile di responsabilità - ha inviato ai condomini dell'edificio monumentale di Palazzo Caracciolo una diffida a rimuovere il murale a spese dei residenti. Una sorta di commedia dell'assurdo se non si parlasse di una giovane vita spezzata e di un quartiere alle prese ogni giorno con i drammi delle piccole e grandi illegalità e di un degrado che sembra non conoscere fine.
L'incontro avverrà questa mattina tra l'assessore e l'amministratrice del condominio.
Singolare, poi, ciò che ha raccontato ieri Valentina Varano. «Mi hanno chiamato circa dieci giorni fa dagli uffici comunali - ha detto l'amministratrice del condominio - per dirmi che stavano svolgendo un'indagine e capire se eravamo stati noi a commissionare l'opera che ritrae Caiafa». Un'indagine paradossale, del murale si sa tutto: chi ne è stato l'autore materiale (lo street-artist Mario Castì), chi lo ha commissionato (amici e parenti) e, soprattutto, che nell'edificio dove è stato disegnato non abita nessuno dei parenti di Caiafa. Il Comune ha affermato - con una nota del vicesindaco Panini e degli assessori Felaco e Clemente - di voler rimuovere l'opera, ma che non può perché è su un muro condominiale. E le fioriere di cemento su pubblica via? E il faro che illumina l'opera, probabilmente attingendo all'illuminazione pubblica? Quattro mesi dopo arriva la disponibilità di un incontro. Intanto il murale resta lì in ricordo di un baby-rapinatore, ma pure di un'amministrazione in balia degli eventi.