«L'idea era quella di portare musica nei luoghi dove di solito questo tipo di musica non c'è» dice Luca Signorini. Musicista, docente di violoncello al conservatorio di Napoli "San Pietro a Majella", ieri è stato il protagonista di un concerto mattutino a largo Baracche, nel cuore di Quartieri Spagnoli. L'iniziativa era stata decisa prima dell'omicidio di Giovanbattista Cutolo ma inevitabilmente la dedica è andata al giovane musicista assassinato, virtuoso del corno che frequentava il conservatorio e era anima della Nuova Orchestra Scarlatti Young. Pare che il sedicenne autore dell'omicidio abiti proprio accanto il luogo del concerto. «Una coincidenza incredibile» dice Signorini. «Così ci siamo stretti in un abbraccio a Giovanbattista stando vicino all'abitazione del suo assassino».
Romano ma da quarant'anni a Napoli per lavoro, tra conservatorio e San Carlo, Signorini conosceva Cutolo: «Un giovane rispettoso e sorridente, proiettato verso il bene, segnato da una passione che lega la solarità tipica di questa città alla dedizione che quando c'è crea a Napoli livelli estetici ineguagliabili».
Ieri il concerto si è svolto davanti a 70-80 persone: «Mi ha colpito la partecipazione e la dolcezza che si respirava, era piuttosto presto al mattino, era domenica, ma c'era un'atmosfera di grande commozione per quanto è capitato. Vedevo diversi giovani, seduti anche a terra dato che il luogo era piccolo, che seguivano con attenzione le nostre esecuzioni di Bach, Vivaldi, poi alcuni standard jazz da "Summertime" a brani di Miles Davis, fino a "'o surdato nnamurato". Un'esperienza toccante per tutti i presenti». L'iniziativa è stata promossa da Giuseppe Ferraro, docente di filosofia dell'università Federico II, che ha introdotto l'evento ricordando Cutolo; ad assistere al concerto anche altri docenti di musica e alcuni amici e colleghi del giovane musicista assassinato.
Signorini commenta il tragico episodio scegliendo un particolare punto di vista: «Un fatto del genere visto dall'aula di un conservatorio rimarca la profondità della ferita. Credo di capire cosa ha voluto dire la madre di Giovanbattista, la tragedia mette in luce la frattura tra le due Napoli». Perché, spiega il musicista, «sottolinea l'abisso che separa Giovanbattista e coloro che da giovani si dedicano alla musica, disciplina che che presuppone sacrificio e impegno, dal mondo di chi spara. È vero, è come se avessero distrutto un Caravaggio».
Signorini recentemente ha postato un messaggio sui suoi canali social che ha riscosso molto successo: «Riportavo un aneddoto e non ho mai avuto tante condivisioni: una volta un allievo ha detto che eseguire una sfumatura di Beethoven, una melodia mozartiana o un crescendo di Brahms rende impossibile l'affiliazione camorristica. Non è possibile passare dall'amore finalizzato a rendere giustizia a una partitura al delinquere». Perciò conclude: «Purtroppo ci troviamo davanti a realtà inconciliabili: la ricerca di un suono giusto, congruo, artistico su un corno, e un colpo di pistola. E non riusciamo a non vedere quel crepaccio nel quale la preziosa vita del tuo vicino di leggio è andata perduta. Speriamo solo, come ha detto la madre di Cutolo, che almeno questo episodio orribile possa dare una svolta a una situazione che non è più possibile tollerare».