Case occupate a Pizzofalcone, nuovo blitz a Napoli: abusivi nella casa liberata

Palazzo della camorra, ultimo assalto: riecco l’incursione dei non assegnatari

Un’immagine dello sgombero del palazzo in via Egiziaca a Pizzofalcone
Un’immagine dello sgombero del palazzo in via Egiziaca a Pizzofalcone
di Gennaro Di Biase
Venerdì 31 Marzo 2023, 23:55 - Ultimo agg. 1 Aprile, 09:20
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Pizzofalcone, ci risiamo. Nuovi inquilini senza permesso che - secondo le prime testimonianze - pagherebbero addirittura un «canone fisso di subaffitto», un mensile di «300 euro», per la nuova occupazione abusiva di una casa del civico 35 di via Egiziaca. Già, parliamo proprio dell’edificio liberato all’inizio di dicembre scorso dopo una massiccia operazione congiunta delle forze dell’ordine, che portò allo sgombero di 15 appartamenti, poi murati. Le verifiche dell’assessorato alla Sicurezza di palazzo San Giacomo e dell’Antiabusivismo della polizia municipale sono in corso proprio in queste ore, e faranno luce sull’accaduto. Eppure, a meno di quattro mesi dai blitz di Monte di Dio, una volta calata l’attenzione collettiva, è tornata la tara degli occupanti senza permesso. I nuovi “residenti” sarebbero già in casa da circa una settimana. Alla polizia, giunta sul posto nelle scorse ore dopo alcune segnalazioni, non è rimasto che constatare e dichiarare l’abuso. Un altro. 

Secondo quanto emerge dai primi riscontri investigativi, alla base della nuova occupazione ci sarebbe un passaparola ufficioso, che avrebbe portato a concordare un passaggio di denaro «da abusivo ad abusivo». La maniera in cui è avvenuta la “consegna” dell’appartamento di via Egiziaca, in pratica, racconta bene il metodo di funzionamento delle occupazioni illecite. Tutto sarebbe avvenuto attraverso un altro residente del palazzo, a sua volta non assegnatario regolare dell’alloggio, che avrebbe «messo a disposizione» di nuovi “affittuari” un appartamento occupato in passato da un suo parente. «5mila euro» per entrare in casa, e «300 euro al mese» per ripagare dei recenti lavori di ristrutturazione avvenuti - ovviamente senza permesso - tra le mura in questione. Tutti elementi su cui in queste ore faranno luce le forze dell’ordine, già al lavoro per ricostruire la vicenda. Molti degli appartamenti occupati illecitamente - trapela infatti dall’assessorato alla Sicurezza - erano stati murati in occasione della maxi-operazione di dicembre. Molti anni fa, quella casa era abitata a una signora che ne era la regolare assegnataria. Allo stato attuale delle cose, sono due le questioni più urgenti da affrontare sul tema occupazioni illecite. Primo: non fare in modo che il grande blitz di quattro mesi fa in via Egiziaca venga vanificato. Secondo: monitorare lo stato delle graduatorie dei legittimi assegnatari di alloggi popolari, la cui versione provvisoria è stata pubblicata dalla Regione l’8 febbraio scorso. Gli alloggi pubblici, nell’attesa, continuano a essere di chi se li prende con la forza. 

Gli elenchi definitivi, infatti, non sono ancora pronti, e giacciono sulle scrivanie dei Comuni che dovrebbero stilarli. «È inaccettabile - dichiara il parlamentare di Europa Verde Francesco Borrelli - hanno di nuovo subaffittato una casa a Pizzofalcone: un abusivo che paga un altro abusivo per occupare illecitamente un appartamento sgomberato meno di quattro mesi fa.

Questo indica che non siamo di fronte a un’occupazione di necessità, ma speculativa. Bisogna sgomberare immediatamente i nuovi occupanti. Tornerò alla carica col Ministro Piantedosi, perché questa situazione di Pizzofalcone doveva essere gestita diversamente. Dopo un intervento importante a fine 2022, via Egiziaca è stata abbandonata a sé stessa. E questo è il risultato. I regolari fanno fatica a far valere i propri diritti. C’è una famiglia ai Camaldoli, regolare assegnataria di alloggio, appena sgomberata a causa del crollo di un soffitto avvenuto a causa delle pessime condizioni in cui l’abusivo aveva lasciato le stanze».

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C’è poi il secondo tema, quello delle graduatorie: «I Comuni hanno ricevuto ormai da mesi i finanziamenti per chiudere le graduatorie definitive degli assegnatari - continua Borrelli - ma questo non viene fatto. Le amministrazioni, evidentemente, temono un mare magnum di ricorsi e fanno resistenza nel pubblicarle, anche se gli elenchi definitivi degli aventi diritto alle case metterebbero ordine nelle assegnazioni. Evidentemente enormi interessi, legati anche al consenso e alla criminalità, tendono a mettere un freno a questa misura, che resta però quanto mai necessaria». 

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