«Artigiani di pace, cercatori di un infinito che intercetta i limiti per farne possibilità, costruttori infaticabili di speranza». In vista della Pasqua, queste sono le parole che monsignor Battaglia ha rivolto alla comunità di pazienti neuromuscolari e agli operatori del Centro Clinico NeMO Napoli, presso l'Ospedale Monaldi. La visita dell'arcivescovo, si leggge in una nota « è la testimonianza della presenza della Chiesa di Napoli vicina alla missione dei NeMO, centri specializzati nella presa in carico delle malattie neuromuscolari. Patologie degenerative, che richiedono un'alta complessità assistenziale e che hanno un forte impatto sull'intero sistema di vita della persona e della sua famiglia». Monsignor Battaglia si è soffermato nelle camere di degenza e incontrato gli operatori sanitari.
La visita di Don Mimmo Battaglia è anche il racconto di un'amicizia, prosegue la nota, «quella tra il Vescovo e Massimo Mauro, che nasce dalle comuni origini calabresi e che continua ancora oggi.
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«Oggi sono qui per celebrare il senso della speranza - queste le parole di Battaglia - Ed essere con voi per me significa far parte della vostra speranza, che è la vostra capacità di lottare. Oggi ho incrociato tanti occhi che lottano. La speranza è parte dei vostri sguardi ed è quel senso di fiducia che dona concretezza al vostro agire. Davvero qui si tocca con mano come la vita di ogni persona abbia valore e dignità, sempre, in qualunque condizione. Ed è bello che voi tutti ve ne facciate carico. Molte volte come operatori sanitari dovete fare i conti con la fatica e l'impotenza». Ad accogliere monsignor Battaglia, il direttore generale dell'A.O.U. Ospedale dei Colli, Maurizio Di Mauro; il consigliere regionale Tommaso Pellegrino; il segretario nazionale AISLA Pina Esposito; la delegata campana di Famiglie SMA, Chiara Magaddino e Salvatore Leonardo presidente UILDM Arzano - Giovanni Nigro.
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Con loro il presidente dei Centri Clinici NeMO, Alberto Fontana che così commenta: «Il messaggio di monsignor Battaglia è un dono per i nostri Centri, carico di spiritualità così preziosa per questo nostro tempo. Fraternità, ma anche tante emozioni, che hanno permesso al Pastore della Chiesa di Napoli di conoscere una comunità che non vuole abbassare lo sguardo alla malattia, ma che vuole attraversarla con coraggio e fede».